Roma, 18 dic. – Anno nuovo, tasse nuove e arriva la stangata di Capodanno: la Tares, un nuovo tributo comunale sulla spazzatura e sui servizi, che dovrà sostituire le attuali tariffe sui rifiuti. Il governo Monti l’ha istituita con la manovra del dicembre 2011, ma entra in vigore con il 2013.
Non c’è speranza di rinvii: alcune norme necessarie per la sua applicazione sono state inserite nella legge di stabilità. Questa tassa – che qualcuno ha soprannominato ”piccola Imu” viene ora calcolata in base alla grandezza del singolo immobile presente sul territorio ”abitazioni, negozi, capannoni, non fa differenza” e non come accaduto finora con la vecchia Tia sulle superfici calpestabili degli immobili medesimi.
Ma – e qui la mazzata – in più aggiunge un nuovo balzello statale da 30 centesimi per i cosiddetti ”servizi individibili comunali”, ossia l’illuminazione e la manutenzione di verde e strade. Sarà tenuto a pagare chi possiede occupa o detiene a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, suscettibili di produrre rifiuti urbani: non conta se poi la produzione effettivamente avvenga.
Dunque, si pagherà di sicuro 30 centesimi per ogni metro quadro calpestabile sull’80% di case, negozi e capannoni, ma i centesimi potranno anche essere 40 se il comune riterrà che gli servono altri soldi. Sconti non ce ne saranno: quei soldi – un miliardo di euro il gettito previsto – il governo li ha già messi a bilancio e verranno automaticamente decurtati dai trasferimenti ai comuni per il 2013.
In pratica, i sindaci diventeranno esattori per conto dello Stato. Per i cittadini il pagamento avverrà in quattro rate trimestrali (gennaio, aprile, luglio e ottobre) ma con un ritocco dell’ultimo momento il versamento della prima rata è stato spostato in aprile e potrà essere effettuato con modello F24, oppure bollettino postale, contestualmente per la componente rifiuti e per la maggiorazione di 30 centesimi a metro quadrato.
La legge nella nuova versione spinge per la massima semplificazione degli adempimenti, prevedendo anche il possibile uso di modelli di pagamento precompilati. L’eventuale incremento da parte dei Comuni della componente servizi scatterà a conguaglio con l’ultima rata, mentre per le prime tre sarà applicato l’importo base di 30 centesimi.
I Comuni che fino a ora hanno mantenuto tariffe Tarsu molto più basse di quelle realmente necessarie, saranno costretti ad aumentarle per coprire il 100% dei costi. La Confcommercio ha calcolato che i distributori di carburanti avranno aumenti del 170% rispetto a quanto pagato fino a oggi per la Tarsu, gli alberghi saliranno fino al 250%. Il top lo raggiungeranno ristoranti e pub con aumenti fino al 550% e le discoteche con + 650%.
Insomma, tra Imu e Tares… felice anno nuovo a tutti!!!
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