A Palermo è ancora tutto fermo. A 24 ore dalla scadenza prevista dalla legge per l’approvazione dell’aliquota e delle detrazioni della Tasi, il consiglio comunale non approva la delibera che definisce l’aliquota al 2,9 per mille. Ieri è infatti saltato il numero legale e alle 2 del mattino la seduta si è sciolta. Ma entro domani bisognerà consegnare il documento definitivo al ministero dell’Economia e una soluzione deve pur essere trovata. E se anche oggi il Consiglio non dovesse approvare la delibera di giunta, l’ipotesi è quella di far passare la Tasi con l’aliquota all’1 per mille, ossia il minimo previsto dalla legge. Fatto sta che i cittadini dovrebbero pagare la prima rata entro il 16 ottobre.
Ieri il sindaco Leoluca Orlando accusava il governo Renzi perchè “massacra i comuni italiani tagliando trasferimenti e costringendoli a compensare con una crescente fiscalità locale”. Nonostante ciò “l’amministrazione non intende applicare l’aliquota massima, ma l’aliquota del 2,90 per mille e di disporre una serie di esenzioni e agevolazioni per famiglie numerose, famiglie con persone con disabilità e famiglie composte da ultrasettantenni”.
Per quanto riguarda le altre città italiane, nelle 69 città capoluogo che hanno sino ad ora pubblicato le aliquote, parecchie hanno spinto la nuova tassa sulla prima casa non solo al tetto massimo del 2,5 per mille, ma le hanno aggiunto anche la coda dello 0,8 addizionale, quella prevista dalla legge per finanziare le detrazioni. Tra queste spunta pure Catania che ha fissato l’aliquota al 3,3 per mille (somma di 2,5 e 0,8), ossia il masimo. Una scelta quasi obbligata per questi sindaci necessaria per preservare almeno parte del gettito che l’Imu assicurava loro con un’aliquota dal 4 per mille in su.
Chi paga e quanto? – La Tasi dovranno pagarla i proprietari di prima e seconda casa, ma anche gli affittuari, in percentuali dal 10 al 30%, così come deciso dai vari comuni. Rispetto all’Imu l’aliquota della prima casa è scesa rispetto all’Imu. Ma questo non vuol dire che si spenderà di meno, o per lo meno non tutti. Però mentre l’Imu contava sulla detrazione fissa di 200 euro per tutti, più 50 euro per ciascun figlio sotto i 26 anni, per la Tasi le detrazioni sono opzionali e molto più basse. I Comuni che le applicano possono finanziarle alzando dello 0,8 per mille l’aliquota sulla prima casa oppure spostando quest’addizionale tutta sulle seconde case.
In linea generale le famiglie con redditi modesti che vivono in abitazioni contraddistinte da rendite medio-basse saranno le più penalizzate. A Catania ad esempio, con un’aliquota al 3,3 per mille, le esenzione riguarderanno le abitazioni in A/4 e A/5, A/6, con detrazione fissa di 50 euro per abitazioni in A/2 e A/3.
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