Il TAR di Palermo sospende l’ordinanza del sindaco Leoluca Orlando che aveva imposto a tutti i locali di Palermo il divieto di vendita di cibi e bevande a mezzanotte e mezza e la chiusura delle attività all’una.
“Prendo atto della decisione del Tar di sospendere l’ordinanza sindacale sulla movida, che era stata adottata di concerto con il comitato d’ordine e sicurezza” ha detto il sindaco Leoluca Orlando commentando la decisione del Tar.
“Motivo in più per invitare i cittadini alla massima prudenza e al continuo rispetto delle regole, così come alla vaccinazione che sta dando ottimi risultati nel contrastare la diffusione del virus. Allo stesso tempo non posso che ribadire il mio ringraziamento a quanti fra polizia municipale e forze dell’ordine, sono e saranno impegnati per continuare l’azione di contrasto ad ogni forma di illegalità e violenza”.
Il sindaco ha chiesto però chiarimenti all’avvocatura comunale, che ha informato che il provvedimento è stato adottato in assenza di contraddittorio con l’Amministrazione comunale.
L’udienza è stata fissata al 21 luglio, “sede nella quale – afferma Orlando – il Comune potrà far sentire i propri argomenti relativi ad un atto adottato in stretto raccordo con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza”
Il provvedimento è stato adottato dal sindaco per contrastare assembramenti e movida selvaggia. Nei fine settimana la chiusura era posticipata di mezzora. Subito dopo i titolari avevano deciso di proporre ricorso al Tar affidandosi agli avvocati Angelo Vassallo, Giuliana Sapienza e Sandro Di Carlo.
All’attacco Igor Gelarda, capogruppo Lega a Palazzo delle Aquile: “La sospensiva del Tar dell’ordinanza sindacale sulla movida, rappresenta la conferma che i provvedimenti di Orlando sono inadeguati, perchè non si può ricreare o riproporre, anche parzialmente un lockdown in un momento come questo.
Quella ordinanza rappresentava un danno per le attività produttive sane della città e costituzionalmente garantite. Al contrario bisogna intensificare i controlli soprattutto contro il fenomeno dell’abusivismo commerciale, ovvero servono regole e provvedimenti che dovrebbero essere condivisi con il tessuto produttivo della città che deve lavorare in coro e non col singolo suonatore”.
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