#Tanomattinale domenica 18 aprile: USA, Cina e clima, Giorgetti vs Speranza e la disunità nazionale, Open Arms, Denise, Filippo and the Queen
Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.
Tra tante notizie che ci riempiono di perplessità e preoccupazioni, oggi comincio con un flash ANSA proveniente da Washington e battuto stanotte alle 3.24, che ci dà qualche speranza con la s minuscola in un futuro per noi e chi verrà dopo di noi all’insegna di un … clima migliore. Eccolo, lo trascrivo quasi integralmente: “Gli Usa e la Cina sono “impegnati a cooperare reciprocamente e con altri Paesi per affrontare la crisi del clima, che deve essere trattata con la serietà e l’urgenza che richiede”: lo affermano i due Paesi in una nota congiunta diffusa al termine della visita dell’inviato americano contro i cambiamenti climatici John Kerry a Shanghai. La dichiarazione – firmata dall’ex Segretario di Stato con Obama, oggi inviato per il clima con Biden, grande esperto di questioni climatiche – John Kerry e dal suo omologo cinese Xie Zhenhua, elenca i vari aspetti della possibile cooperazione tra le due maggiori economie mondiali, che insieme rappresentano quasi la metà delle emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico. Washington e Pechino affermano “il rafforzamento delle rispettive azioni e cooperazione nei processi multilaterali, tra cui la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l’Accordo di Parigi”.
John Kerry è stato il primo rappresentante dell’amministrazione di Joe Biden a visitare la Cina. La missione è interpretata come un segno di speranza che le due parti (nella foto d’archivio un incontro tra Biden e Xi Ji Ping) possano lavorare insieme sulla sfida globale del cambiamento climatico, nonostante le evidenti tensioni su molte altre questioni”.
E dopo lo zuccherino, vado avanti con le più piccole e mediocri questioni di casa nostra. C’è una nuova, brutta polemica dentro il Governo che ne testimonia, al di là delle dichiarazioni di facciata, l’equilibrio assai precario e l’estrema lontananza, politica, culturale, ideologica, tra alcuni dei suoi variegati componenti.”Noi della Lega rappresentiamo certi mondi imprenditoriali, ma tu chi rappresenti?”. Con questa domanda decisamente arrogante, cattiva e stupida – emerge dai retroscena – il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti avrebbe aggredito, adirato, il collega della salute Roberto Speranza durante la riunione di governo di venerdì mattina, quella che il presidente Draghi ha detto essersi svolta in un “clima eccellente”. Traduco la domanda in brutale sintesi palermitana: ma tu cu minchia si, cu rappresenti ? Tu chi minchia sei, chi rappresenti ? Riferita non soltanto alle modeste cifre della rappresentanza parlamentare di LEU, ma anche alla giusta prudenza di Speranza sulle riaperture e alla sua idea di difendere e rafforzare la sanità pubblica, che evidentemente cozza con le ben diverse idee leghiste. Il mite ministro della salute a quanto pare non ha risposto, ma l’episodio è un’altra emblematica fotografia della fragilità del governo di “disunità nazionale” inventato dal presidente Mattarella con la nobile idea di salvare l’Italia dallo sfacelo e guidato dal Super Tutto Draghi con logorante, ma estremamente complesso lavoro di mediazione.Pochissime parole sul caso Open Arms e sul processo dai fragorosi effetti mediatici che comincerà il prossimo 15 settembre.
Sul rinvio a giudizio di Palermo dell’ex ministro dell’interno per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, mantengo qui la mia coerente scelta di non citare nomi né pubblicare foto, anche con intenti critici, per evitarne l’abile e bieco uso a fini propagandistici. Sono convintissimo da sempre che umanità e solidarietà vengano al primo posto e che non ci sia nulla di patriottico nel tenere ferme in mare per tanto tempo persone che vengono da realtà terribili e che cercano solo una vita migliore. Ma sono altrettanto convinto che, comunque vada a finire questo processo, porterà più consensi e voti all’imputato. La giustizia farà il proprio corso, mentre la felpa solidale Open Arms indossata con grande tempestività dal segretario PD Enrico Letta con sotto una imbarazzante cravatta in vista, in modo certamente molto meno disinvolto dell’abile collega felpista-selfista in teoria anche collega di maggioranza di governo, è una ulteriore, clamorosa prova – lo dico con la dovuta ironia, ma è così – della disunità nazionale.
Pubblico ancora la foto di Denise Pipitone e di sua madre Piera Maggio perché leggo in giro varie cose che fanno pensare a una imminente riapertura del caso e addirittura c’è chi invoca una commissione parlamentare d’inchiesta. La verità è che il rilancio della storia su “Chi l’ha visto” con la sceneggiata moscovita di Olesya Rostova ha provocato una reazione televisiva a catena: se il caso sarà davvero riaperto, sarebbe cosa buona e giusta, ne vedremo delle belle.Chiudo doverosamente con due parole sui sobri funerali del principe Filippo al Castello di Windsor: la foto della regina Elisabetta II in lacrime con il capo chino dice tutto. Onore al principe e alla sua memoria, profondo rispetto per il dolore di una grande donna che è un pezzo fondamentale della storia del mondo e di tutti noi.
Buona giornata, riguardatevi.
#Tanomattinale: USA, Cina e clima; Giorgetti vs Speranza e la disunità nazionale; Open Arms; Denise; Filippo and the…
Pubblicato da Gaetano Perricone su Sabato 17 aprile 2021