Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno.
Agitazione e chiacchiere a tempesta sui vaccini, i vertici dell’Unione Europea si mobilitano: ieri è stata la giornata delle lamentazioni, dell’indignazione, bla bla bla, m’incazzo di qua e m’incazzo di là, ma alla fine e al di là di tutto il dato spaventoso e plateale che abbiamo davanti è quello ufficiale dei morti per la pandemia (736.365 finora in Europa) e dei contagi (30.592.422). Ha aperto il fuoco il nostro Super Mario Super Tutto: “I cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche”. Così ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi durante la sessione di lavoro del Consiglio europeo sul covid-19, sostenendo la necessità di reagire di fronte agli impegni non onorati da alcune case farmaceutiche.
Gli ha fatto eco nella conferenza stampa conclusiva Ursula Von der Leyen: “AstraZeneca deve recuperare sui suoi ritardi con gli Stati membri prima di potersi impegnare di nuovo nell’esportazione di vaccini”, ha detto la presidente della Commissione europea al termine della videoconferenza dei 27. Le sue parole, spiega l’ANSA in un’analisi che condividiamo e che speriamo abbia un seguito concreto, “non lasciano spazio ad equivoci: l’azienda anglo-svedese è nell’angolo. Dopo i tagli, i ritardi ed i giochi di prestigio dei mesi scorsi, la casa farmaceutica dovrà rispettare i patti, perché ora l’Unione si è attrezzata con le armi per difendersi.
A partire dal meccanismo di autorizzazione all’export, che nella sua ultima versione rafforzata, seppur col richiamo alle cautele da parte di alcuni, ha riscosso il consenso generale. E nella “mobilitazione” generale “per accelerare sulla produzione e la distribuzione delle dosi”, evidenziata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, con il collegamento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden si sono gettate le basi per collaborare sul fronte della distribuzione globale di vaccini anti-Covid. Thierry Breton e la sua task force sono poi in contatto con l’amministrazione statunitense “per garantire gli approvvigionamenti necessari per produrre più dosi”, ha spiegato Michel”.
Mobilitazione ai massimi livelli internazionali, dunque e grande attesa per gli approvvigionamenti, fondamentali per la tanto strombazzata campagna vaccinale di massa (in Sicilia coinvolgerà le parrocchie e, nelle intenzioni del presidente Musumeci, in estate anche i lidi, ma mi sembra un’idea azzardata) che dovrebbe partire ad aprile. Ma sappiamo bene che il maledetto assassino Coviddi è in agguato e va innanzitutto affrontato giorno per giorno con le nostre precauzioni e i corretti comportamenti quotidiani, piccoli e grandi. E qui casca l’asino, perché continuano a verificarsi episodi gravi e compromettenti. Racconta ad esempio a LiveSicilia.it Totò Mastroianni, sindaco di Santa Maria di Licodia, paese etneo dichiarato zona rossa: “Sono state scoperte delle feste tra 14enni. Noi ne siamo venuti a conoscenza dopo, la causa è nella noncuranza da parte delle famiglie”. Le feste sono avvenute “in casa”, “di nascosto”. E da lì potrebbero essere partiti i contagi.Fino a quando continueranno queste cose, che sembrano sciocchezze ma non lo sono affatto e che accadono in tanti luoghi d’Italia e del mondo, ogni sforzo sembra destinato a infrangersi contro un muro di incoscienza, stupidità, irresponsabilità.
Cambio argomento, ci vuole qualcosa di diverso oltre all’incubo Covid che ci martella costantemente il cervello e l’anima. Due parole merita certamente la vittoria della Nazionale di calcio contro l’Irlanda del Nord (2-0, gol di Berardi e Immobile) nella partita di qualificazione verso i Mondiali del Qatar, programmati – pandemia permettendo – a novembre del 2022. Nell’immaginario collettivo dei tanti tifosi del pallone del nostro Paese è un appuntamento importante perché teoricamente potrebbe arrivare dopo la fine dell’attuale incubo. Ma intanto la bruttezza complessiva della partita e del gioco confermano che anche nel calcio si è spenta ahimè la luce della gioia e del divertimento. In questi brutti tempi, per darci una fiammella di speranza, lo diciamo spesso noi siciliani: “Cchiù scuru di mezzanotti un po’ fari”, più buio di mezzanotte è impossibile che si faccia (traduzione che non si può sentire per gli amici nordici).
Chiudo con un doveroso ricordo anche qui: 15 anni fa, il 26 marzo 2021, moriva neanche 45enne una leggenda del mondo e un caro amico, il deltaplanista catanese Angelo D’Arrigo, l’Icaro dei nostri tempi, l’uomo straordinario che ha sorvolato il mondo nella sua vita memorabile. Per atroce beffa del destino, morì in un incidente di volo a Comiso, cadendo da appena 200 metri di altezza. Ma il suo mito, i suoi voli, le sue ricerche con le aquile, la sua curiosità per il nuovo, restano un modello e un patrimonio per tutti, soprattutto per i giovani.
Ciao Angelo, sempre nei nostri cuori.
Buona giornata e a domani.
#Tanomattinale del 26 marzo 2021: Ursula, Mario e vaccini; feste nascoste a Santa Maria di Licodia; azzurri; Angelo…
Pubblicato da Gaetano Perricone su Venerdì 26 marzo 2021
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