Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno.
Non mi pare che stamattina, secondo tristissimo venerdì Santo ai tempi della pandemia del Sars Cov-2, ci siano grandi fatti nuovi da raccontare, dunque mi soffermerò con voi su alcune parole interessanti che ho sentito in questi ultimi giorni soprattutto dalle nostre parti, all’Assemblea Regionale Siciliana, perché le parole nell’epoca della comunicazione spinta spesso sono notizie. Insomma, con le dovute proporzioni tra un grande giornalista e un dilettante allo sbaraglio, vi propongo oggi come Gramellini ma in piccolissimo le mie “parole della settimana”.Comincio da “ascari”, ecco la definizione da Treccani online: “Soldato indigeno dell’Eritrea e della Somalia (ma anche dell’Arabia merid.), che faceva parte delle truppe coloniali nelle ex-colonie italiane” E poi la parte che ci interessa di più: “Nel linguaggio parlamentare dei primi decennî del sec. 20°, nome dato in tono spregiativo ai deputati delle maggioranze privi di un preciso programma o indirizzo politico: in Parlamento diventò uno dei tanti ascari taciturni, una macchina per votare (citazione Gramsci)”. Interessante l’ampliamento del concetto su Treccani storia: “Nei primi anni del 20° secolo fu coniato il termine spregiativo «ascarismo» per definire l’atteggiamento servile della deputazione meridionale nei confronti di Giovanni Giolitti, presidente del Consiglio”.
Gli “ascari” sono tornati ieri di moda nelle parole del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che ha definito così all’ARS i colleghi della maggioranza parlamentare che hanno reso complicatissima l’approvazione della fondamentale Legge Finanziaria. Al punto da indurre il presidente dell’Assemblea Gianfranco Miccichè, da parte sua decisamente linguacciuto, a dichiarare: “Non siamo più in condizioni di votare. Il banco è saltato”. Spiega in proposito Treccani online: “far saltare il banco (e il banco è saltato), in una bisca o dove si giochi d’azzardo, sbancarlo, vincere l’intera somma di cui il banco dispone”.Gli “ascari” citati da Musumeci, come quelli citati in passato dai suoi predecessori, sono quei parlamentari scorretti e spregiudicati nella migliore delle ipotesi, traditori nella peggiore, che storicamente in occasione del voto per la legge finanziaria, quando ci sono piccioli o prebende da elargire, votano in segreto contro la propria maggioranza se non vengono accontentati nello loro proposte per conquistare nuovi consensi elettorali. E’ sempre accaduto e sempre accadrà, ahimè: oggi ascari e banchi saltati fanno molta più impressione perché ci troviamo in una situazione spaventosamente drammatica, dove forse, dico forse, l’idea della cosa pubblica e del bene comune dovrebbe prevalere, ma sappiamo che è utopia.
Spiega Treccani su spalmare, che ci riporta a quel bruttissimo e chiacchieratissimo spalmiamoli: “Distribuire qualcosa, più o meno uniformemente, nel tempo o nello spazio, specialmente nel linguaggio della pubblica amministrazione e della politica”, che in qualche modo andrebbe incontro a chi parla di temine infelice, anche se trattandosi di morti fa proprio schifo. Così come fa certamente ribrezzo quel “scotoliamoli”, sempre a proposito dei morti, che emerge dalle intercettazioni. E’ un colorito termine dialettale siciliano, da Treccani: “scotolare la tovaglia «scuotere le briciole dalla tovaglia». Chiudo le mie parole della settimana riportando (fonte La Sicilia) quelle pronunciate sempre del presidente Musumeci a veemente difesa, certamente retorica ma appassionata, del suo ex assessore dimissionario. Mi hanno colpito perché vanno molto al di là della difesa “di bandiera” che si registra in certe circostanze: «La migliore risposta l’ha dato questo ragazzo Ruggero Razza, dato in pasto alla folla, quella folla che disse liberate Barabba. la lezione di Razza, di questo ragazzo cresciuto nelle caserme, nell’insegnamento del padre addestrato nell’Arma, formato alla Nunziatella, cresciuto accanto a me e al quale voglio bene come fosse un figlio pur non avendogli risparmiato critiche, sta vivendo giornate difficili. Potrebbe capitare a ciascuno di voi, per una parola mal detta, per avere compiuto un atto senza la dovuta meditazione. Prudenza serve, prudenza». Se è soltanto “gioco delle parti”, come commentano le opposizioni, lo dimostrerà la navigazione che si profila tempestosa per il presidente assessore alla sanità ad interim: i numeri Covid di ieri, 1282 contagi e 19 morti (che sono comunque quelli ufficiali), indice di positività salito vertiginosamente al 12 per cento, certamente preoccupano e speriamo che le vaccinazioni non subiscano intoppi a causa di questo gran casino.
A proposito di vaccinazioni, continuo a trovare schizofrenico il dibattito nazionale. Da un lato viene esaltato il record di ieri: 282mila nelle ultime 24 ore (fonte ANSA), il massimo in un giorno da inizio campagna, più vicino all’obiettivo di 300 mila somministrazioni al giorno fissato nel piano nazionale per la fine di marzo. Dall’altro le regioni lanciano l’allarme per le dosi che scarseggiano, mettendo le mani avanti sul rischio di dovere interrompere nei prossimi giorni a causa della carenza di approvvigionamento. Vedremo cosa accadrà.
Chiudo con le terribili notizie dagli Stati Uniti sul processo dei processi. Quando arrivarono i soccorritori George Floyd “era già morto”: lo ha testimoniato uno dei paramedici ascoltato durante il dibattimento che si svolge a Minneapolis contro l’agente di polizia Derek Chauvin. “Non riuscii a sentire il suo battito”, ha raccontato Derek Smith, ricordando come il ginocchio di Chauvin fosse ancora sul collo della vittima. Un altro testimone, David Pleoger, il superiore di Chauvin con funzioni di supervisore, ha poi raccontato come al suo arrivo si rese subito conto che non c’era nessun motivo per tenere il ginocchio sul collo di Floyd per tutti quegli interminabili minuti: “Chauvin avrebbe dovuto cessare l’uso della forza non appena Floyd cessò di opporre resistenza”, ha sostenuto.
Cose orrende, insieme alla nuove immagini del tragico episodio che dimostrano come Floyd fu subito terrorizzato dagli agenti mettendosi addirittura a piangere come un bambino. Cose orrende dal bruttissimo mondo che ci circonda.
Buon venerdì Santo e a domani e scusatemi per tutte queste parole.
#Tanomattinale del 2 aprile 2021: ascari e banchi saltati all'ARS; spalmare e scutuliare; la difesa di Razza; vaccini;…
Pubblicato da Gaetano Perricone su Giovedì 1 aprile 2021
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