Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato e grazie di vero cuore per le bellissime parole dei tanti di voi che mi hanno invitato vigorosamente a continuare questa modesta rubrica di informazioni e riflessioni su quanto ci accade intorno.
Cominciamo ancora con le belle notizie della notte di Auckland, dove la nostra formidabile barca continua a farsi valere e a stupire per la sua competitività e la tenacia del suo equipaggio. Come ci racconta l’agenzia Ansa, la situazione resta in perfetta parità fra Luna Rossa e Team New Zealand, al termine della terza giornata di regate nella finale di Coppa America: dopo sei prove le due barche sono sul punteggio parziale di 3-3, in una sfida che si fa sempre più avvincente.
Luna Rossa, che aveva già battuto il primato del “Moro di Venezia” (che nel 1992, prima barca italiana, riuscì a vincere una regata in Coppa America), stanotte ha conquistato addirittura il terzo successo, in una sfida che può riservare ancora molte sorprese. La barca italiana si sta rivelando più forte del previsto, e l’idea del team di Prada di ricorrere al doppio timoniere sembra aver preso in contropiede i padroni di casa.Centinaia e centinaia di barche oggi hanno letteralmente circondato il campo di gara nella baia di Auckland per assistere allo spettacolo, mentre migliaia di appassionati nel ‘villaggio’ dell’America’s Cup hanno seguito la sfida sui maxi-schermi.Domani notte due nuove sfide nel mare di Auckland, gara 7 e gara. Conquisterà la Coppa America, il più antico e prestigioso trofeo velistico del mondo, la barca che vincerà 7 regate.
E veniamo alle cose meno belle, anzi pesantissime, che mi fanno e penso vi fanno incazzare abbastanza. Sul maledetto virus che avanza spaventosamente – ieri quasi 27 mila contagi – si continua ad assistere, in salsa e con interpreti diversi, al canto e controcanto tra scienziati e politica che dura fin dall’inizio di questa orribile storia che ha sconvolto le nostre vite. Da un lato, perdonatemi se oggi sono più irrispettoso e irriguardoso del solito ma lo faccio sempre con ironia e senza cattiveria, l’accoppiata dei menagrami e aciddazzi di malaugurio Brusaferro e Rezza, che portano sempre male notizie: l’indice del contagio che sale, le varianti assassine, tanti giovani che ormai si ammalano anche loro. Mischini, fanno il loro mestiere, ma le facce sono sempre di attasso (porta sfortuna) e una delle cose che spero nella mia vita è, sempre con rispetto, di non vederli mai più prima possibile.
Dall’altro lato, se prima c’era il sempre pimpante e socievole Conte, oggi c’è il Premier Super Tutto poco incline alle apparizioni e alle parole pubbliche, ma che prova a dire parole “pesanti” e a confortarci, assumendo più o meno le stesse, inevitabili decisioni forti che di fronte all’incedere del Coviddi ha assunto il suo predecessore. “Qualche giorno fa ho ringraziato gli italiani per la loro infinita pazienza. Sono consapevole che le misure di oggi avranno conseguenze sull’istruzione dei figli, sull’economia e sullo stato anche psicologico di noi tutti. Sono necessarie per evitare un peggioramento che renderebbe inevitabili provvedimenti ancora più stringenti. Ma, a queste misure, si accompagna l’azione di governo a sostegno di famiglie e imprese e l’accelerazione della campagna vaccinale, che sola dà speranza di uscita dalla pandemia”, ha detto tra le altre cose Draghi durante la sua visita al cento vaccinale di Fiumicino, annunciando le misure contenute nel decreto che andrà in vigore lunedì 15 marzo, sul quale è inutile che aggiungo altro a quello che avete già letto e riletto.
Ci sarà anche la Sicilia arancione, ho espresso qui ieri il mio civile disaccordo, mi sembra una misura preventiva che non tiene conto della situazione dei contagi nella nostra regione nettamente migliore rispetto a tante altre parti d’Italia e ci penalizza immeritatamente. Questione di prudenza, dice il presidente Musumeci, manifestando la sua “amarezza”; sarà così, forse e forse è pure giusto, ma a me sa anche di ulteriore poca attenzione e limitato, si fa per dire, interesse romano verso la Sicilia, cosa che non mi meraviglia affatto.Voglio dirla tutta, con l’inquietudine che sento dentro: ho la sensazione, non sono il solo, che il dissenso, fondamentale in ogni dialettica veramente democratica, stia inesorabilmente e molto velocemente scomparendo dal nostro Paese.
Perfino il rozzo selfista, che rompeva le scatole su tutto e la fratellona fascio-sovranista si stanno muti, mentre il Partito Democristiano (ops, mi scappò !) e le Stelle hanno per il momento le loro brave e pesanti grane da dirimere. Silenzio, dunque, ci assuppiamo tutto in nome della unità nazionale o presunta tale e della lotta alla pandemia. Anche quelli che avevano sempre da dire, magari troppo, non dicono più nulla e la cosa per me non è bella per niente. Unità nazionale non significa pensiero unico, che invece – lo ricordo prima di tutto a me stesso – è caratteristica delle dittature. Anche quelle che non sono necessariamente militari. Lo penso e ho voluto dirlo, come faccio sempre.
Meditate, gente, meditate, diceva Renzo Arbore.Basta, a domani.
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