#Tanomattinale 9 gennaio 2022: un femminicidio a Livorno, un altro tentato a Como a colpi di spada, tamponi, business di 315 milioni al mese, la Sicilia a scuola il 13 gennaio, il nuovo vescovo di Catania e la “questione morale non ancora finita”, morti congelati in auto in Pakistan

Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.

Uomini di tutte le età che si sentono padroni delle donne continuano a ucciderle o ci provano. Poi si suicidano o si sentono confusi, non sanno spiegare perché lo fanno. E’ sempre lo stesso copione di questa inarrestabile mattanza di donne. Ogni tanto la politica mostra di reagire, poi cala il silenzio. Fino ai prossimi femminicidi.A Livorno e Como le bruttissime storie che racconto oggi in apertura del mio mattinale. Nella città labronica (fonte Ansa) una donna di 76 anni è morta accoltellata nella tarda serata di ieri, colpita al torace dal marito ottantreenne, fermato dai Carabinieri nell’abitazione della coppia, in un palazzo di via Inghilterra. L’anziano, trovato in stato di choc e piangente, avrebbe ammesso le sue responsabilità. A chiamare il 112 il figlio della coppia, ma quando sono arrivati i soccorsi la donna era già deceduta. Al momento non sono ancora chiare le cause che avrebbero portato l’uomo a uccidere la moglie: non sembra che ci sia stata nessuna lite, né che vi fossero problemi di convivenza tra i dueE poi c’è l’altro tentato femminicidio dalla dinamica allucinante.

Una donna di 55 anni di Como è in prognosi riservata, dopo essere stata ferita nel giorno dell’Epifania dal marito, che l’ha colpita in casa con un colpo di spada per motivi non sono ancora chiariti. Anche in questo caso l’uomo, 41 anni, arrestato per tentato omicidio, in stato confusionale non ha saputo spiegare le ragioni del suo gesto. Nella casa nel centro di Como la polizia ha sequestrato le cinque spade che l’uomo teneva, tra cui quella usata per colpire la moglie e una katana giapponese, oltre a circa 40 grammi di marijuana. “Era ancora confuso, ha detto che non ricorda nulla, che ama sua moglie e che sta vivendo giorni di sofferenza”, ha detto il suo legale dopo il colloquio in carcere come riportato dalla Provincia di Como.

Cambio argomento e passo al Coviddi. Tra la miriade in circolazione, le notizie a mio avviso più interessanti e direi illuminanti ce la dà il sito Consumerismo.it, della omonima associazione No Profit. Riporto integralmente il comunicato che le contiene, per fare le vostre valutazioni: per quanto mi riguarda, è la conferma di quanto gli affari siano fondamentali in questa terribile storia che stiamo vivendo da due anni. Ecco il testo del comunicato: “Il business dei tamponi vale in Italia 10,5 milioni di euro al giorno solo nelle farmacie, 315 milioni di euro al mese che escono dalle tasche dei cittadini che vogliono sottoporsi ai test sul Covid. Senza contare le spese sostenute dagli utenti per i tamponi eseguiti presso i laboratori privati, dove i prezzi possono schizzare fino a 140 euro a test. Lo denuncia oggi Consumerismo No Profit, che fornisce i numeri sulla spese sostenute dagli italiani per i tamponi anti-Covid. “Ogni giorno in Italia vengono effettuati circa 950mila tamponi: di questi 700mila sono eseguiti dalle farmacie, con una spesa di 10,5 milioni di euro al giorno per i cittadini, 315 milioni di euro al mese. Il costo di un tampone a carico dei farmacisti varia dai 3 ai 4 euro, mentre il costo al pubblico è di 15 euro: un ricarico del +328% che arricchisce farmacie, grossisti e intermediari – spiega il presidente Luigi Gabriele – La situazione cambia nei laboratori privati, dove il prezzo dei tamponi molecolari è estremamente diversificato sul territorio: si va da una media di 45 euro a Palermo ai 60 euro di Roma, fino ad arrivare ai prezzi record di Milano: fino a 140 euro a test”.

“C’è poi il caos delle mascherine Ffp2, con i prezzi letteralmente impazziti sul web: prima di Natale erano reperibili ad un prezzo medio di 0,80 euro al pezzo; durante le festività, a seguito delle misure adottate dal Governo, sono schizzate nei negozi a 2,6 euro l’una e oggi vengono vendute sui siti di e-commerce a prezzi che raggiungono i 7 euro a mascherina”. “Per far fronte alla situazione e venire incontro alle esigenze dei cittadini, chiediamo al Governo e al Commissario Figliuolo di permettere alle oltre 5mila parafarmacie presenti sul territorio di eseguire i tamponi anti-Covid – prosegue il presidente di Consumerismo No Profit – Scelta che consentirebbe non solo di effettuare circa 200mila test in più al giorno, riducendo i disagi per gli utenti che oggi devono attendere ore e ore davanti alle farmacie, ma anche di ridurre i prezzi al pubblico dei tamponi, aumentando la concorrenza a tutto vantaggio dei consumatori”.

E intanto continua ed è sempre più duro lo scontro tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e i presidi e molti enti locali, Regioni e Comuni, che vorrebbero rinviare, come ha già deciso il presidente della Campania Vincenzo De Luca con un provvedimento che sarà quasi certamente impugnato dal Governo Nazionale, la riapertura delle scuole prevista per domani, lunedì 10 gennaio. In Sicilia, come già saprete, il Governo regionale ha deciso di posticipare la riapertura a giovedì 13 gennaio. Spiega in un comunicato il presidente Nello Musumeci: “Abbiamo adottato la soluzione più ragionevole, giuridicamente compatibile, che tiene conto della decisione di tutti: quella di utilizzare i nostri poteri di autonomia primaria sul calendario scolastico consentendo uno slittamento dell’apertura delle scuole di alcuni giorni, fino ad un massimo di cinque. Questo lasso di tempo ci permette di cogliere lo stato di andamento della pandemia e consente alle scuole e al sistema sanitario di prepararsi a realizzare gli obiettivi condivisibili posti dal governo centrale”.

Diamo il benvenuto di vero cuore al nuovo Arcivescovo di Catania, nominato da Papa Francesco: è Monsignor Luigi Renna, nato il 23 gennaio 1966 a Corato (Bari), all’interno della CEI, la Commissione Episcopale Italiana, è presidente della Commissione per i problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace. Colpiscono molto le parole del suo saluto alla chiesa catanese e ai fedeli; ne riporto un paio di passaggi, a mio avviso particolarmente significativi, dal sito della Diocesi etnei: “Un caro saluto a ciascuno di voi, considerati “ultimi” secondo logiche umane, ma che nel Regno di Dio che avanza lentamente nella storia siete i primi: voi poveri, voi uomini e donne che approdate dall’Africa sulle coste della Sicilia, voi che siete in carcere, soprattutto se siete giovani che si sono visti rubare il tesoro della loro età; voi anziani che forse vi sentite ai margini in un mondo così frenetico”. E ancora: “La terra di Sicilia, come la mia Puglia, ha avuto tante ferite inferte dalla illegalità che ha seminato povertà e morte, ma è anche terra di uomini e donne tenaci e capaci di versare persino il sangue – sono loro gli autentici continuatori della santità della Martire Agata!- per la giustizia, la legalità, il futuro dell’Isola. Poiché è tristemente vero che la “questione morale” non è ancora finita nella nostra Repubblica, sappiate che nella Chiesa etnea troverete ancora chi è disposto a fare rete per cammini virtuosi, che rendano il nostro Paese degno di quella Costituzione così armoniosa e bella che anche uomini nati in Sicilia hanno contribuito a pensare, e molti altri hanno contribuito far fruttificare con il loro sangue. Dal mondo, chiudo con una orribile tragedia.

In Pakistan, ci fa sapere l’Ansa, almeno 21 persone sono morte congelate dopo che le loro auto sono rimaste bloccate per le abbondanti nevicate e la conseguente congestione del traffico a Murree, località di montagna a circa 30 chilometri dalla capitale Islamabad. “Sono più di 1000 i veicoli rimasti bloccati”, ha detto il ministro dell’Interno pakistano Sheikh Rashid Ahmed, spiegando che le persone sono morte all’interno delle loro auto. La nevicata è iniziata martedì notte ed è proseguita fino a venerdì con intervalli regolari, attirando migliaia di turisti. Ci sono altre segnalazioni di morti a Galyat, un’area tra Murree e il distretto di Abbottabad di Khyber Pakhtunkhwa.

E’ tutto, buona giornata