Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno e grazie, non mi stanco di dirvelo, per la vostra sempre più generosa, costante, affettuosa attenzione per queste mie chiacchiere quotidiane.
Come ogni mattinale che si rispetti, parto quando ci sono dalle notizie fresche battute dalle agenzie: e quando si parla di operazioni antimafia va sempre dato il giusto risalto, soprattutto se come in questo caso tra le accuse c’è anche lo scambio elettorale, che può portare a sviluppi clamorosi. Messina. Dall’ANSA Sicilia delle 6,57: “Associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, sequestro di persona, scambio elettorale politico-mafioso, lesioni aggravate, detenzione e porto illegale di armi, associazione finalizzata al traffico di droga: sono le accuse contestate dalla Dda di Messina, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, a 33 persone coinvolte in un’operazione congiunta di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia contro i clan mafiosi messinesi. Per 21 è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 10 gli arresti domiciliari, per 2 l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’operazione è il risultato di diverse attività di indagine svolte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei carabinieri di Messina, del Gico della Guardia di Finanza e della Squadra Mobile, coordinate dalla Dda, che hanno consentito di svelare gli organigrammi e gli affari dei clan nelle estorsioni, nel traffico di droga e nel controllo di attività economiche nel campo della ristorazione e delle scommesse. In particolare, le indagini dei Carabinieri hanno riguardato la cosca mafiosa che controlla il rione messinese di “Provinciale” capeggiata dal boss Giovanni Lo Duca e hanno portato al sequestro di un bar utilizzato come base logistica dal clan”.
E ora andiamo al Draghi-show, che nella serata di ieri ha spopolato sulle nostre tv e oggi riempie i giornali. Meritatamente, a mio personale e modesto avviso: il nostro Super Tutto Premier ha deciso di smetterla di fare il muto, non si è sbrodolato in chiacchiere inutili e tra le non molte, ma abbastanza chiare e lapidarie parole che ha pronunciato nella conferenza stampa, alcune hanno avuto subito effetti molto pesanti, deflagranti direi.Meritano i miei applausi quelle che ha dedicato all’ormai famoso “sofagate” del palazzo presidenziale di Ankara e all’ineffabile sultano, provocando uno scontro diplomatico tra l’Italia e la Turchia, addirittura con la convocazione dell’ambasciatore italiano. Abbiamo sentito il presidente del Consiglio Mario Draghi usare parole durissime contro il leader turco: “Non condivido assolutamente Erdogan, credo che non sia stato un comportamento appropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione (anch’io, nel mio mattinale di ieri, l’avevo definita tale e sono contento che qualcuno molto più importante di me lo abbia ribadito. n.d.r) che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dovuto subire”.
E ha poi aggiunto: “Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio”.
Ovviamente i turchi sono andati su tutte le furie. L’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, è stato convocato in tarda serata al ministero degli esteri di Ankara, dove il capo della diplomazia turca Cavusoglu gli ha espresso tutto il suo disappunto: ”Condanniamo con forza le affermazioni senza controllo del primo ministro italiano nominato Mario Draghi sul nostro presidente eletto”, ha detto a brutto muso Cavusoglu. In precedenza la Turchia era uscita allo scoperto e aveva rimandato al mittente le critiche sul ‘machismo protocollare’ di Erdogan, che agli occhi dell’Europa si sarebbe compiaciuto nel lasciare in disparte von der Leyen, riservando a Charles Michel la poltrona al suo fianco. “Accuse ingiuste. Durante l’incontro è stato rispettato il protocollo”. Mentre l’omuncolo lungagnone Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha parlato di “immagine disastrosa”, tacendo sul fatto che è stato soprattutto lui, lasciando in piedi Ursula, a provocarla ed è naturale che siano in tanti in Europa a chiedere le sue dimissioni. Sono molto contento che Draghi abbia definito Erdogan senza giri di parole, con il termine giusto “dittatore”. Ha detto la cosa che avrebbero dovuto dire i capi dell’UE subito dopo il grave incidente diplomatico, ma non lo hanno fatto. Draghi dunque è sì, in Europa in questo momento, un Super Tutto.
Le altre cose significative che ha detto le avete sentite e risentite. “Con che coscienza la gente salta la fila. Perché un 35enne non può pensare di prendere la dose di vaccino a chi dal Covid rischia di essere ucciso, le persone fragili o over 75”. E poi: “La disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti”. E ancora: “Nei dati il crollo di fiducia in AstraZeneca si vede meno di quanto uno potesse aspettarsi. Continueremo a dare un messaggio rassicurante, che non viene dato a cuor leggero ma con grande serietà, partecipazione, comprensione. Io mi sono vaccinato con AstraZeneca e mia moglie anche”. “Le riaperture dovranno esserci, non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni, dipende dall’andamento dei contagi e dei vaccini”. Altra cosa molto importante: “Bisogna cambiare tutto per diventare credibili. E bisogna cambiare tutto per superare gli ostacoli a livello politico, istituzionale, amministrativo, contabile e anche giudiziario. Queste sono tutte le aree dove occorre”.
E infine, su una domanda molto precisa: “Il ministro Speranza l’ho scelto io, lo stimo molto”, come dire al rozzo selfista: se continui ad attaccare lui, attacchi me. Ma quello, tanto, farà finta di non sentire e continuerà a fare propaganda populista dentro la maggioranza di cui fa parte. Ho fatto solo un riassuntino, un “bignamino” delle cose dette dal Super Tutto per ricordarle e soprattutto perché restino qui, nel caso che un giorno il mattinale dovesse diventare un libro. Naturalmente ci sono quelli che si sono offesi quando ha parlato degli errori commessi nel fare vaccinare alcune categorie prima degli anziani: secondo me Draghi ha ragione, magari ha usato parole brutali, ma era chiaro che l’avesse con alcune regioni che hanno fatto di testa propria creando grandi casini.
Adesso ci aspettiamo tutti che dal Super Tutto show vengano fuori fatti concreti, innanzitutto l’accelerazione delle vaccinazioni: aprile sarà fondamentale per capire, tra non molto toccherà anche a me e non rinuncerò certamente alla dose di Astra-Zeneca-Vaxevria-Pasticcio che mi aspetta, non ci penso nemmeno. L’ho già scritto una volta qui e lo ripeto: per me, al di là di tutto, da sempre il vero motivo di questo forsennato ostracismo a questo vaccino fin dall’inizio è che costa pochissimo, 2 euro circa, meno di tutti, dunque rompe troppo le scatole ai potenti concorrenti.Finisco con una brutta questione internazionale riesplosa dopo anni. Nonostante gli appelli alla calma di Londra e Dublino, è in corso una escalation di violenze nel Nord Irlanda, dove negli ultimi giorni si sono registrati scontri e lanci di molotov tra protestanti e cattolici, indipendentisti e unionisti, a Belfast e in diverse città, con oltre 50 poliziotti feriti e 10 fermi. La fonte giornalistica dell’Afp ha constatato sul posto che segni di tensione e di preparativi anche ieri, dopo sei notti consecutive di scontri, erano visibili nel pomeriggio, come dei giovani visti a raccogliere mattoni in carrelli da supermercato. La pace, dopo gli accordi di Venerdì Santo del 1998 che misero fine a decenni di ‘troubles’ con oltre 3.000 morti, “è solo di superficie”, “il rancore “è profondamente radicato. Non è solo questione di Brexit”, osserva qualcuno.
E la comunità internazionale è di nuovo preoccupata.
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Pubblicato da Gaetano Perricone su Giovedì 8 aprile 2021
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