#Tanomattinale 9 agosto 2021: Leo e Badam; assassino per una spinta; Marcinelle; Etna & caldo

Amiche e amici del #Tanomattinale buon lunedì, cominciato qui alle pendici dell’Etna in modo piuttosto movimentato.

Ma ci siamo abituati e non ci spaventiamo. Oggi comincio con un gioco, anche abbastanza serio, con la calcolatrice. Facendo una premessa: amo il bel calcio, so bene che a certi livelli i piccioli assai vanno e vengono tra sponsor, diritti tv e altro, detesto il moralismo becero. Però vi debbo dire che quella chianciuta (pianto per i nordici) del signor Leo Messi, idolo del pallone sulla via del tramonto, che ha finito la sua lunga love story con il Barcellona e si appresta a 34 anni a cominciarne un’altra a Parigi con il ricchissimo PSG del super magnate qatariota Nasser Al-Khelaïfi con un contratto annuo pare tra i 25 minimo e i 35 massimo milioni netti all’anno, mi ha un poco disturbato.E allora ho pensato che da una dozzina di anni ho adottato a distanza con ActionAid una deliziosa, bimba oggi ragazzina afghana che si chiama Badam Gul (nella foto qui), che con grande gioia sostengo con un versamento di 30 euro al mese, 360 euro l’anno. Ho preso la calcolatrice e, per gioco ma non troppo, ho fatto un semplice conto: con i 25 milioni di euro, il contratto “più modesto” di Leo Messi a Parigi, si potrebbero sostenere a distanza 69.444 bambini all’anno; con quello più ricco, 35 milioni di euro, diventerebbero 97.222 picciriddi aiutati a vivere in un anno. Magari voi sorriderete, io no. Sono un cretino che pensa che un mondo solidale sia migliore di quello in cui viviamo e che i 25-35 milioni per Leo Messi siano comunque piccioli buttati, non lo sarebbero se fossero investiti per fare campare decine e decine di migliaia di Badam. Ma al riccone del Qatar non gliene strafotte nulla e in fondo manco a noi che godiamo per le prodezze del 6 volte pallone d’oro. Dunque confermo che io sono un cretino a pensare certe cose, ma le penso e le scrivo comunque. Punto.

Mi inorridisce la storia del 34enne ucciso a Bergamo da un 20enne a coltellate. La vicenda è avvenuta in via Novelli, vicino alla stazione ferroviaria. La vittima è un cittadino tunisino residente a Terno d’Isola, che secondo quanto ricostruito dai carabinieri, stava passeggiando con la famiglia quando ha avuto una discussione per futili motivi con il 20enne. L’uomo era con la moglie e i due figli minorenni. Il 20enne, un italiano, è stato fermato. Tra il 34enne e il suo aggressore sarebbe scoppiata una lite, dopo che si erano leggermente urtati incrociandosi sul marciapiede. L’alterco sarebbe durato una manciata di secondi e poi finito, o almeno così sembrava. Secondo la prima ricostruzione ancora da riscontrare, il ragazzo a quel punto sarebbe rientrato nella sua abitazione, avrebbe preso un coltello e sarebbe tornato a cercare il 34enne per poi pugnalarlo al petto. In sintesi: assassino per una spinta, evito di credere che la nazionalità della vittima sia stata parte del movente dell’omicidio. Anche se il terribile sospetto mi viene. Memento.

Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato con un messaggio il 65° anniversario della spaventosa tragedia di Marcinelle in Belgio e della 20ª Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Eccone un passaggio. «Desidero rendere omaggio al sacrificio di 262 minatori, tra cui 136 italiani, che sessantacinque anni or sono persero la vita nella tragedia di Marcinelle. Ricorre quest’anno anche il settantacinquesimo anniversario dalla stipula dell’Intesa Italo-Belga per l’approvvigionamento di carbone all’Italia distrutta dalla guerra. Dalle criticità di tale accordo, e da tragici eventi come quelli che si verificarono al Bois du Cazier, l’Europa ha appreso l’importante lezione di dover porre diritti e tutele al centro del processo di integrazione continentale”. Anche se, come dimostra la cronaca di ogni giorno, il problema della tutela e sicurezza del lavoro è lontanissimo dall’essere risolto, quantomeno in Italia.

Mi fermo qui e vi auguro buona giornata e buona settimana, organizziamoci per difenderci da un’altra sequenza di caldo pare ferocissimo. Sarà dura, la natura ci restituisce colpo su colpo il male che le abbiamo fatto e quattro criminali piromani ci mettono la loro. Intanto qui l’Etna, come vedete nel mio scatto, ci ha dato il suo buon lunedì con un pò di lava e una sontuosa colonna si fumo nero che diventerà ancora pesante e fastidiosa cenere.

Come dire: io ci sono, non dimenticatelo mai.