#Tanomattinale 8 novembre 2021: cresce la fame nel mondo, angeli custodi in azione per bimbi, immigrati, cani, “a spittizza” deleteria

Amiche e amici del #Tanomattinale buon lunedì nebbioso.
Oggi apro con una notizia battuta stamattina dall’AGI, l’Agenzia Italia, che evidenzia uno dei drammatici effetti dei cambiamenti climatici e, collaterali, della pandemia da SARS-Cov 2, in questo caso debbo per forza essere serio e non chiamarla Coviddi.

Quarantacinque (45) milioni sono le persone nel mondo che rischiano la fame, si trovano in 43 Paesi: lo stima il World Food Programme, il numero è aumentato di 3 milioni rispetto all’inizio dell’anno mentre nel 2019, mentre prima dell’inizio della pandemia le persone a rischio erano 27 milioni. Dunque sono addirittura 18 milioni in più, una immane tragedia. Lo comunica in una nota l’agenzia Onu con sede a Roma: il peggioramento si riscontra soprattutto in Afghanistan, Etiopia, Haiti, Somalia, Angola, Kenya e Burundi e dipende da conflitti, cambiamenti climatici e dal Covid-19. “Decine di milioni di persone sono sul bordo dell’abisso -dice il direttore esecutivo del WFP, David Beasley – Il costo del carburante, i prezzi del cibo e quelli dei fertilizzanti sono aumentati e questo alimenta nuove crisi come quella che si sta verificando ora in Afghanistan, così come le emergenze di lunga data come in Yemen e Siria”. Non bastano le risorse disponibili, non sono in grado di tenere il passo con la domanda. Un SOS che non può e non deve rimanere inascoltato.


E ora tre storie nelle quali, come ho scritto nel titolo, gli angeli custodi hanno fatto la loro parte alla grande. Non sono uomo di Chiesa, ma mi piace e affascina, mi ha sempre affascinato molto, l’idea che ci possa essere qualcuno che ci acciuffa per i capelli all’ultimo istante e ci salva la vita, è un’esperienza che per certi versi ho fatto anch’io.


La prima storia viene da Palermo, in un condominio del quartiere Villaggio Santa Rosalia e di fatto è la laurea sul campo per un aspirante infermiere. Un bimbo di due mesi stava soffocando, non riusciva più a respirare, era già cianotico; mamma e nonna sono uscite nel pianerottolo urlando. “Sta morendo, sta morendo, non respira”. L’angelo custode del piccolo si chiama Alessandro Di Franco, palermitano di 24 anni, è tornato per alcuni giorni nella sua città da Reggio Emilia, dove tra un mese completerà il corso di laurea in infermieristica. Circondato dai parenti e da tanti condomini in preda al panico ha preso il bambino e gli ha praticato la manovra di Heimlich, mosse studiate e ristudiate sui manichini che applicate bene sul bimbo sono riuscite a disostruire le vie aeree, salvandogli la vita “Il bambino non respirava – hanno raccontato i condomini – Se si fosse chiamato il 118, probabilmente anche pochi minuti di attesa sarebbero potuti essere fatali. Quando abbiamo visto il bimbo tornare a respirare siamo stati davvero tutti felici”.


Bellissimo lieto fine 1, dunque. Il secondo ha avuto come scenario il porto di Trapani, dove si sono svolte le operazioni di sbarco degli 847 migranti salvati in mare su barconi dagli angeli custodi della nave Sea Eye 4. A bordo c’erano anche 170 minori, tra cui diversi bambini, 53 donne di cui 2 in gravidanza. I migranti sono stati recuperati nello specchio d’acqua tra Libia e Sicilia in diversi interventi. Alcune delle persone salvate sono state 5 notti sulla nave. Il medico dell’ospedale di bordo la tedesca Daniela Klein ha curato oltre 200 persone per varie esigenze mediche”. “La nostra dottoressa di emergenza e l’intero equipaggio hanno realizzato cose inimmaginabili negli ultimi giorni: oltre 800 persone soccorse non solo hanno portato la nave stessa, ma tutti a bordo, al limite della sua capacità. È imperativo che i soccorsi possano ricevere cure mediche a terra. Siamo quindi incredibilmente sollevati che il Sea-eye 4 sia in un porto sicuro e che le persone siano portate in salvo dopo molti giorni di incertezza”, ha commentato Harald Kischlat, membro del consiglio di amministrazione di German Doctors e.V. Ovviamente non poteva mancare lo scontatissimo intervento scandalizzato del “patriota” selfi/felpista contro i nuovi “clandestini”.


Angeli custodi per il terzo lieto fine sono stati i componenti dell’unita’ di emergenza Lav, insieme a vigili del fuoco di Catania, polizia municipale e soccorso veterinario, che hanno salvato un povero cane con muso e zampe legate con lo scotch, che era stato segnalato in mezzo ai rovi. “Il cane, spaventato, è stato sottoposto alle prime cure veterinarie – ha spiegato Beatrice Rezzaghi, responsabile Unità di Emergenza LAV – Ci siamo trovati di fronte a una scena che mai avremmo pensato di vedere, di autentica crudeltà, perché se non fossimo intervenuti in tempo il cane avrebbe rischiato di morire soffocato. Ricordiamo che il maltrattamento di animali è un reato che prevede la reclusione da 3 a 18 mesi o multa fino a 30.000 euro”. Onore ai salvatori, a quel grandissimo e crudelissimo cornuto e bastardo che ha fatto una cosa del genere auguro di subire una crudeltà di pari livello.

Chiudo con il Coviddi, in particolare con un ottimo titolo di apertura di giornale: è quello, ancora una volta incisivo, de “La Sicilia” di Catania stamattina: “A spittizza”, riferito a quei catanesi “spetti”, cioè che si sentono più furbi degli altri e si assembrano, vanno in giro senza mascherine, fanno feste private. Insomma se ne strafottono degli altri e fanno rischiare nuove restrizioni alla città, in testa per contagi in Sicilia e inserita, insieme a Siracusa, tra le dieci più problematiche in Italia, dove il virus fa più paura, come confermano anche alcune dichiarazioni allarmate del dottor Cacopardo, primario di malattie infettive dell’Ospedale Garibaldi. Ma a loro, tanto, cosa gliene fotte ? Sono “spetti” e basta, fanno quello che gli pare. E se ci decidessimo a scendere in piazza, manifestando come provax contro tutte le “spittizze” che attentano alla nostra salute di vaccinati rispettosi delle regole ?


Meditate, gente, meditate. Buona giornata.