Tanomattinale

#Tanomattinale 8 giugno 2021: piazza di spaccio e arresti a Catania, l’orrore di Saman, Kim contro il “pensiero reazionario”, razzismo in Canada, Epifani

Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno.

Ieri le mie quattro minchiate quotidiane sono andate ben al disotto del minimo sindacale “manzoniano” di gradimento, ma io continuo a metterle insieme e a scriverle innanzitutto per me stesso, ormai lo faccio da quasi 5 mesi e ho messo insieme insieme un file che è davvero un diario del mondo in questo periodo. Grazie sempre di cuore a chi le gradisce e lo dimostra. Oggi apro con un flash ANSA delle 5,59, operazione antidroga siciliana. Eccolo: “Una ‘piazza di spaccio’ di nello storico rione San Cristoforo di Catania, che ‘fatturava’ 10mila euro al giorno, è stata sgominata da un blitz dei Carabinieri del Comando provinciale che hanno arrestato 25 persone. Militari, coadiuvati da reparti specializzati dell’Arma, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della locale Procura, che ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine, denominata ‘Piombai’ dal nome della strada in cui operavano gli indagati, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia etnea e condotta dal nucleo Operativo della compagnia Piazza Dante, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che gestiva una fiorente “piazza di spaccio” di cocaina e crack. Lo spaccio, è emerso dalle osservazioni dei carabinieri, avveniva principalmente nel cortile comune a abitazioni della famiglia del ‘capo piazza’ al quale si si poteva accedere soltanto da due portoni blindati. Il cortile era costantemente sorvegliato da ‘vedette’, e protetto da cani di grossa taglia oltre che da un avanzato sistema di videosorveglianza attivato per allertare gli spacciatori dall’eventuale arrivo delle forze dell’ordine”. Insomma, erano organizzatissimi come sempre: per questi non ci può niente, manco il Coviddi, anzi forse hanno potuto muoversi più facilmente.

E adesso due volti, uno bellissimo e l’altro molto meno, e due storie entrambe orribili a loro modo. Sulla tragica vicenda di Saman Abbas, la ragazza pakistana uccisa per non avere accettato il matrimonio combinatogli dalla famiglia, emergono altri terribili particolari. “Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”. E’ in questa testimonianza del fratello minorenne della ragazza la possibile modalità dell’uccisione di Saman ad opera dello zio Hasnain Danish, ricercato dai carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia. La notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, sempre secondo la testimonianza, lo zio avrebbe detto ai genitori: “Ora andate in casa. ora ci penso io”. Hasnain Danish, lo zio di Saman Abbas, ha confessato al fratello minorenne di lei di averla uccisa, ma non gli ha voluto dire dove ha nascosto il corpo. La testimonianza è ritenuta dal Gip “piena prova indiziaria” della responsabilità dello zio nell’omicidio e il giovane, ora in una comunità protetta, “particolarmente credibile”.

Il volto brutto assai è quello del dittatore Kim, che torna prepotentemente alla ribalta con un allucinante editto all’insegna del peggiore oscurantismo, che isola ancora di più dal mondo il suo disgraziato Paese. La Corea del Nord (fonte ANSA) ha lanciato una guerra a slang, jeans attillati, tagli di capelli e film stranieri, soprattutto alle soap opera sudcoreane, attraverso una nuova legge varata di recente per neutralizzare le minacce del “pensiero reazionario”. Kim Jong-un ha scritto lo scorso mese una lettera alla Lega della gioventù, riportata dal Rodong Sinmun, allo scopo di reprimere “comportamenti sgradevoli, individualisti e antisocialisti” tra i giovani per fermare il linguaggio straniero, le acconciature e i vestiti che ha descritto come “pericolosi” e veleni” per la tenuta della società. Il dittatore della Corea del Nord ha messo al bando i jeans attillati e pratiche, come il piercing, ritenuti simboli dello “stile di vita capitalista”: è necessario quindi fare di più per impedire alla “cultura capitalista” di conquistare il Paese, è stato il suo monito.

Ma l’intolleranza fa il giro del mondo molto velocemente, non si ferma nei luoghi dove il potere autocratico stronca ogni tipo di libertà e fa sentire la sua pessima voce anche in Paesi che godono di ben altra considerazione. Accade così che anche il Canada tollerante, accogliente e multietnico di Justin Trudeau torna a fare i conti con l’odio razziale. L’ultimo bersaglio è una famiglia musulmana che stava passeggiando domenica sera a London, città di quasi mezzo milione di abitanti nella provincia dell’Ontario. Improvvisamente è sbucato un pick-up che ha puntato dritto contro i pedoni, falciando l’intera famigliola: hanno perso la vita tre adulti e un teenager, mentre un bambino di nove anni è rimasto seriamente ferito ed è ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Il sospetto autore dell’attacco è stato arrestato in un centro commerciale a meno di dieci chilometri di distanza. E’ un ventenne residente a London, di cui non sono state ancora fornite le generalità. Gli investigatori hanno una convinzione. “Ci sono prove che si tratta di un atto premeditato, intenzionale, motivato dall’odio. Crediamo che le vittime di questo orribile episodio siano state colpite perché erano musulmane”, ha spiegato il sovrintendente di polizia Paul Waight in una conferenza stampa. Bruttissima storia anche questa.

Chiudo con un omaggio fotografico al compagno Guglielmo Epifani, scomparso ieri a 71 anni nell’elogio generale per una vita dedicata all’impegno per i più deboli. Se ne va con lui un altro pezzetto della storica sinistra italiana che ormai è solo un ricordo.

Buona giornata

Gaetano Perricone

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