Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica, qui bella e soleggiata, almeno per adesso.
Oggi apro con cose belle e spettacolari, le cose tinte le lascio un po’ da parte: è stata a Las Vegas la notte dei Maneskin, i simpaticoni bordellari romani che a a quanto pare hanno spatuliato (menato fendenti con la spada, cari nordici) alla grande a Las Vegas, aprendo il concerto dei mitici Rolling Stones.”Hello Las Vegas! È un onore essere qui ed avere la possibilità di suonare sul palco della band più grande di sempre”, ha esordito Damiano, come ci racconta all’alba Repubblica.it. I Maneskin hanno cominciato con due brani in italiano, tratti dall’ultimo album Teatro d’Ira: In nome del Padre e Zitti e Buoni, con cui hanno vinto l’ultima edizione del festival di Sanremo. E ancora un’altra decina di pezzi con Damiano, Victoria, Thomas e Ethan, che hanno suonato, cantato e dato spettacolo facendo ballare la folla. Momento clou con Beggin’ – il famosissimo brano rivisitato de 1967 che li ha resi famosi negli Stati Uniti e grazie al quale hanno già ottenuto il disco di platino negli States – che ha incantato l’Allegiant Stadium. Molto apprezzata anche Mamma mia. Onore al merito per questa straripante, allegra, brillantissima band, che ci regala entusiasmo e gioia di vivere in tempi cupi e che porta in alto a suo modo il nome dell’Italia anche in scenari di interesse mondiale come quello della notte di Las Vegas.
Onore e applausi anche alle “decine di migliaia” di persone si tutte le età, centomila secondo il Guardina, che hanno partecipato sotto la pioggia alla colorata marcia di protesta proposta dal gruppo di Greta Thunberg, presente al corteo e da altre sigle ecologiste e politiche contro la CoP26, definita un fallimento dalla ragazza svedese. Pare che il totale sia di milioni, sommando tutte le presenze alle manifestazioni in numerose varie città del mondo. “Capisco totalmente la frustrazione e la rabbia dei giovani attivisti impegnati in piazza nella battaglia contro il cambiamento climatico, non senza polemiche nei confronti dei leader del mondo e della CoP26 in corso a Glasgow”, ha detto il presidente dell’evento, Alok Sharma, incalzato sulle parole di Greta, che ha denunciato la conferenza come un nuovo cumulo di “bla bla bla”. Sharma non ha risposto direttamente, ammettendo che la conferenza di Parigi del 2015 è stata solo una conferenza “delle promesse” e come Glasgow debba proprio per questo diventare una conferenza dei fatto: “di ‘attuazione” degli impegni.
Omicidio di Torino. La polizia ha fermato un 62enne siciliano di Piazza Armerina e residente a Torino, Luigi Oste, sospettato di avere ucciso per gelosia l’operatore della Croce Verde Massimo Melis con un colpo di pistola alla tempia il primo novembre. Oste si era invaghito di Patrizia Cataldo, dipendente di un bar della periferia nord di Torino, con cui Melis aveva ricominciato a frequentarsi dopo una precedente relazione, ma la donna aveva sempre respinto le avance del presunto assassino. La sera del delitto quando Melis ha accompagnato la donna a casa ed è rientrato in auto, Oste ha aperto la portiera e ha sparato a bruciapelo. Una folla numerosa ha accolto dinanzi la chiesa Sant’Antonio da Padova, l’arrivo del feretro di Massimo Melis, stimatissimo da colleghi e amici.
Pompei continua a riservare fantastiche sorprese. Dagli scavi della villa di Civita Giuliana a Pompei è emerso un nuovo ambiente in eccezionale stato di conservazione: la stanza degli schiavi, una stanza destinata agli schiavi che lavoravano nella villa. Nella villa suburbana, nella quale si scava dal 2017, sono già emersi nel quartiere servile un carro cerimoniale e una stalla con i resti di 3 equini, di uno dei quali è stato possibile realizzare il calco. Sono infatti stati portati alla luce letti e altri oggetti in materiali deperibili, che permettono di acquisire nuovi dati sulle condizioni abitative e di vita degli schiavi a Pompei e nel mondo romano. Sorvolo sulle dichiarazioni trionfalistiche, legittime ma stucchevolmente ciclostilate, sempre i stissi (uguali) dopo ogni scoperta, del ministro Dario Franceschini, che da quando qualcuno gli ha detto che potrebbe essere un candidato al Quirinale (tam tam per bruciare un poco di gente) mi sembra in fase di esaltazione. Scherzo, in modo acido.
Chiudo, oggi sono più ironico del solito, con la Freccia Bianca siciliana, il treno tanticchia più veloce di casa nostra che sarà presentato in grande stile martedì prossimo. Mi fa ricordare un poco la storia dei cugini ricchi che riciclano buoni regali per i cugini più scarsiceddi: carrozze che al nord erano nuove almeno dieci, forse venti anni fa, arrivano in Sicilia come strumenti di progresso, ma con i binari ancora più vecchi del cucco e costi comunque adeguati al marchio nobile che vedremo sul treno (da Palermo a Messina costerà circa 60 euro in seconda classe e 80 in prima classe, scrive il Gds). Apprezzo sinceramente e anche tanto la buona volontà e l’impegno (e anche la faccia) che il sottosegretario ai trasporti Cancelleri ci ha messo in questa e in altre imbarazzanti storie dei trasporti siciliani fermi in molti casi al secolo scorso, ma questa Freccia mi sembra ancora alquanto lenta. Certo, se riuscirà a farmi arrivare da Catania a Palermo davvero in 2 ore e un quarto di tranquilla passiata con bello sguardo sulla natura siciliana invece che tre ore e mezza di grande incazzamento e frustrazione come adesso, mi sentirò proiettato in una fantascienza reale.
Buona giornata
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