Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno e buona domenica.
So che qualcuno di voi mi aspetta, sono in ritardo perché stanotte mi sono arruspigghiato (svegliato, please) all’una – dormivo già come i veri anziani – e mi è venuta l’irresistibile curiosità di vedere e sentire il finale del Festival di Sanremo. Succede sempre, ogni anno: mi siddio a seguirlo, non lo reggo, ma poi mi vedo sempre come finisce.
E così mi è venuta l’idea di cambiare l’apertura del mattinale domenicale, rima baciata, che avevo già solennemente e con serietà pensato di dedicare allo strepitoso e più che mai storico viaggio del Papa in Iraq: dal sacro ho deciso di passare al profano, più che mai profano anzi “rivoluzionario”, come la giovanissima band rock dei Maneskin ha definito in un tweet il proprio trionfo, a quanto pare clamoroso e inatteso, al 71esimo Festival di Sanremo.
Devo dire la verità: questi quattro ragazzacci, Damiano, Victoria, Thomas e Ethan, pittati e scumminati (dipinti e poco presentabili), anche sessualmente ambigui al punto giusto per suscitare ulteriore curiosità, mi hanno fatto una gran simpatia. Con quel ritornello spettacolare e sufficientemente significativo, da vero tormentone – “Siamo fuori di testa, ma diversi da loro” -, con quel gran bordello delle chitarre accompagnato da salti scatenati sul palcoscenico della Sanremo più surreale di tutti i tempi, si sono guadagnati la pagnotta e la vittoria alla grande, riuscendo con furbizia e bravura a cogliere il momento giusto per rompere gli schemi in un Paese (e in un mondo) dove schemi non ce sono più. Sorvolo sulla canzone, ho letto per curiosità il testo perché a parte il ritornello non capivo cosa cantavano: è vastasa e piena di parulazze e anche un poco scemotta, come tante altre.
Però dico: viva i Maneskin e la formidabile carica di energia che ci hanno regalato e anche un pò trasmesso.E ora il Papa, il nostro meraviglioso Francesco, uomo coraggioso, leader della pace e degli uomini di buona volontà che oggi servono infinitamente. Riporto integralmente dal sito Vatican News: “L’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, “coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità”, è stato uno dei temi sottolineati da Papa Francesco nel suo incontro privato a Najaf con il Grande Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani, leader della comunità sciita nel Paese”.
Emozionante vedere nelle immagini così vicini questi due vecchi così lontani, emozionante sapere che il leader spirituale sciita per la prima volta si è alzato ed è andato incontro ad un ospite venuto a casa sua davvero da un altro mondo, ma evidentemente meritevole di tale accoglienza. Soprattutto apre ancora il cuore alla speranza, in questo terribile momento storico in cui tante speranze muoiono insieme alle persone, sapere che dal dialogo tra gente così diversa può venire fuori qualcosa di prezioso per l’umanità intera.Sul fronte Coviddi, a un anno meno due giorni dall’inizio del primo lockdown che ha stravolto le nostre vite spaventa moltissimo l’ascesa che sembra inarrestabile dei contagi, anche a causa dell’incalzare scatenato delle varianti, e l’allarme che arriva dalle terapie intensive di molti ospedali italiani, di nuovo in via di saturazione.
Attendiamo come unica speranza concreta l’arrivo dei vaccini e l’avvio operativo del “piano di guerra” per la somministrazione che la coppia Figliuolo-Curcio sta mettendo a punto con attenzione, buona volontà, coinvolgimento di tutti.A fronte di tutto questo, guardo con un sentimento a due facce le favolose, affascinanti immagini che arrivano da Marte, 200 milioni di chilometri di distanza, con il rover Perseverance che va passeggiando sul pianeta rosso.
Da un lato sono stupefatto e ammaliato come un picciriddo curioso, dall’altro la mia anima razionale mi sollecita una domanda: perché spendere tutti questo soldi per una impresa del genere quando avremmo potuto utilizzarli al meglio per contrastare il virus maledetto ? Immagino che la risposta sia la supremazia nella corsa allo spazio, il prestigio internazionale, eccetera. Ma io resto perplesso, mi perdonerete.Finisco con la simbolica occupazione del Nazareno, inavvicinabile e pericoloso in questi giorni per i velenosi effluvi che ammorbano l’aria in casa del Partito Democratico, da parte delle Sardine, non a beccafico.
Se iniziative come questa possono servire a smuovere le acque e a stimolare dibattito aperto e maggiore coinvolgimento, siano le benvenute. Non si può regalare l’Italia in questo modo, senza cercare di trovare la strada e le persone giuste, alla destra fascio-sovranista e populista.
Buon proseguimento di domenica e scusate il ritardo
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