#Tanomattinale 7 maggio 2022: guerra in Ucraina, il 9 maggio Biden firma l’’Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act’, per velocizzare l’invio di armi; il compromesso di Zelensky per la pace; l’Ucraina annuncia, “colpita fregata russa nel Mar Nero”; all’Onu la Russia va al contrattacco sui crimini di guerra; il presidente Mattarella all’aula bunker di Palermo per la commemorazione di Falcone, Morvillo, Borsellino e gli agenti di scorta; 22 morti per l’esplosione (di gas) dell’Hotel Saratoga di Cuba
Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Guerra Russia-Ucraina, siamo al giorno 73. Il presidente americano Joe Biden firmerà lunedì 9 maggio, giorno in cui in Russia si celebra la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale con la grande parata in Piazza Rossa, la legge che velocizzerà la fornitura di armi all’Ucraina. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Il provvedimento era stato approvato da Camera e Senato a fine aprile. La legge, che si chiama ‘Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act’, si ispira alla misura del 1941 che permise agli Usa di armare l’esercito britannico contro Hitler e consente di prestare equipaggiamento militare a qualsiasi governo straniero “la cui difesa sia valutata vitale dal presidente Usa”.
Come ricorda Ukrinform News, l’”Ucrain Democracy Defense Lend-Lease Act” è stato approvato il mese scorso da entrambe le camere del Congresso degli Stati Uniti. Il Senato ha approvato all’unanimità il documento il 6 aprile e la Camera dei Rappresentanti ha votato il provvedimento il 28 aprile. Secondo la procedura, il Presidente degli Stati Uniti ha 60 giorni di tempo per firmare il disegno di legge dopo averlo ricevuto.
Il documento consente al presidente degli Stati Uniti di utilizzare il programma militare di prestito per accelerare il trasferimento di armi, equipaggiamento militare, medicinali, cibo, ecc. in Ucraina. Il programma militare di prestito-affitto è stato utilizzato durante la seconda guerra mondiale. Ha permesso agli Stati Uniti di fornire rapidamente armi ai suoi alleati. Biden ha anche annunciato aiuti militari per altri 150 milioni di dollari. L’Ucraina sarebbe disponibile ad accettare un accordo di pace di compromesso con la Russia se le forze di Mosca si ritirassero “sulle posizioni del 23 febbraio”.
Il presidente Volodymyr Zelensky lo ha detto intervenendo in video alla Chatham House, importante think tank britannico con sede a Londra, lasciando intendere che almeno per ora Kiev non pretenderebbe la restituzione della Crimea, annessa dai russi nel 2014. “Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati”, ha sottolineato, senza avanzare richieste pure su quella parte del Donbass fra Donetsk e Lugansk sottratta a sua volta al controllo di Kiev dal 2014.
Per negoziati che portino a un accordo di pace, le truppe russe “devono ritirarsi nei confini pre-invasione, ritornare entro la linea di contatto precedente il 24 febbraio”. Alla domanda su quale sarebbe la condizione minima per un possibile accordo di pace con la Russia, Zelensky ha risposto: “Sono stato eletto dal popolo ucraino presidente dell’Ucraina, non presidente di una mini-Ucraina”, lasciando intendere che non farà concessioni territoriali a Mosca. “Non riusciamo a vedere nessuna intenzione da parte russa di mettere fine alla guerra” in Ucraina. E ancora, ha aggiunto Zelensky, i russi pensano di poter restare “impuniti” rispetto “ai loro crimini di guerra poiché hanno il potere di uno Stato nucleare”, definendo l’attacco delle forze di Mosca all’Azovstal di Mariupol come un qualcosa che “non è un’azione militare” bensì “un tortura” mediante il tentativo di prendere “per fame” gli assediati. Una strategia, ha rincarato, frutto “dell’atteggiamento bestiale” dei militari russi alimentato a suo dire da decenni di “odio” e di “propaganda anti ucraina”.Secondo quanto ha scritto su Telegram il deputato popolare Oleksiy Honcharenko citato dai media ucraini, la fregata russa Petrel 11356R starebbe bruciando vicino a Snake Island, nel Mar Nero, dopo essere stata colpita da un razzo ucraino Neptune. Un’esplosione si sarebbe verificata sulla nave, seguita da un incendio. Aerei russi stanno sorvolando quell’area del Mar Nero e navi di soccorso sono arrivate dalla Crimea in aiuto della fregata. Secondo i dati aggiornati dello Stato maggiore ucraino “i russi hanno perso una nave”.
La Russia ha perso un’altra nave della flotta del Mar Nero nella sua guerra contro l’Ucraina. “Le perdite della Russia tra navi e barche sono 11, ovvero più una per l’ultimo giorno, il 5 maggio”, si legge nella nota di Ukrinform news, dal titolo: “La Russia perde un’altra nave nella guerra in Ucraina”. Secondo i media, un’unità delle forze armate ucraine ha colpito la fregata russa Admiral Makarov, che è stata danneggiata e sta bruciando nel Mar Nero vicino all’isola di Zmiinyi (Serpente). La fregata russa era stata coinvolta in un attacco alla città di Odessa in aprile e sarebbe l’ultima e più moderna nave della sua classe. Tutte e tre le fregate della classe Admiral Grigorovich appartengono alla Flotta del Mar Nero, con base a Sebastopoli. Sono armate con 24 missili terra-aria a medio raggio Buk e otto missili da crociera Kalibr. Queste fregate possono scortare altre navi e anche attaccare obiettivi a terra. Dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva, la flotta russa del Mar Nero era scesa a soli tre grandi navi combattenti, la migliore è proprio la nuova fregata missilistica Admiral Makarov.Il battaglione Azov, asserragliato nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, ha accusato le truppe russe di aver lanciato un missile contro un suo veicolo nell’ambito dell’operazione di evacuazione dei civili, uccidendo un soldato. “Durante il cessate il fuoco sul territorio di Azovstal, un veicolo è stato colpito da un missile anticarro lanciato dai russi. Questo veicolo si dirigeva verso alcuni civili per evacuarli dal complesso” siderurgico, ha scritto su Telegram il battaglione precisando che “un combattente è stato ucciso e altri sei sono rimasti feriti”.
E intanto la Russia va al contrattacco sui crimini di guerra. Ha scritto stanotte in una nota la Tass, agenzia di stampa ufficiale di Mosca: “In una riunione informale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella cosiddetta “formula Arria” venerdì, i diplomatici russi hanno presentato vaste prove di crimini commessi dai gruppi nazionalisti e militari ucraini, che in particolare hanno ostacolato l’evacuazione della popolazione civile. L’ambasciatore russo Vasily Nebenzya ha sottolineato che le autorità ucraine ei loro sponsor occidentali stanno facendo del loro meglio per evitare che questa triste verità finisca sotto i riflettori. Nebenzya ha chiesto ai suoi omologhi stranieri di prestare la debita attenzione al fatto che l’esercito ucraino ha ripetutamente dispiegato armi pesanti nelle aree residenziali e ha utilizzato i civili come scudo umano, il che era una violazione del diritto umanitario internazionale. “Abbiamo ragioni sufficienti per credere che tutti questi principi siano sistematicamente violati dall’esercito e dai paramilitari ucraini. Ci sono molti resoconti di testimoni oculari su come l’esercito ucraino usa i civili come ostaggi e come scudo umano”, ha detto.
I presenti all’incontro sono stati informati sulla tattica dell’esercito ucraino di creare postazioni antincendio all’interno di condomini e infrastrutture civili. Carri armati e altri veicoli corazzati sono posizionati al piano terra, e cecchini, missili portatili e armi pesanti sono di stanza sul tetto, con civili pacifici letteralmente schiacciati tra di loro. I diplomatici russi hanno mostrato interviste video di civili ucraini che erano riusciti a fuggire dalla zona delle ostilità. Molti hanno testimoniato che l’esercito ucraino aveva aperto il fuoco sulle auto di coloro che cercavano di utilizzare i corridoi umanitari per l’evacuazione. Una donna residente a Mariupol ha respinto con enfasi le voci che l’esercito russo fosse responsabile dell’esplosione all’interno del teatro di Mariupol”.
Riportate anche testimonianze di giornalisti di vari Paesi. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato a Palermo alla cerimonia di commemorazione dei giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti della scorta che si è tenuta nell’Aula Bunker dell’Ucciardone. Nel corso della cerimonia, introdotta dalla proiezione di un filmato sulle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, sono intervenuti il Presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo, Lia Sava, il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, il Vice Presidente del CSM, David Ermini, il Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova e il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić.
La cerimonia commemorativa dei giudici Falcone e Borsellino si inserisce nell’ambito della prima conferenza internazionale dei Procuratori generali (5 e 6 maggio), iniziativa promossa dalla Procura generale della Corte di Cassazione, dal Ministero degli Esteri e dal Ministero della Giustizia in occasione del semestre di Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. ” Falcone e Borsellino sono stati certo isolati ma non sono mai stati soli. Coloro che progettarono gli attentati e li eseguirono sono stati processati e condannati ma la verità è ancora incompleta manca il quadro per definire le complicità” ha detto il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, aprendo la cerimonia ha letto tutti i nomi delle vittime delle due stragi.
“La ricerca della completa verità non si è fermata e non si fermerà a dispetto del tempo che trascorre. Nei funesti giorni di 30 anni fa indussero a ritenere che fosse calato drappo scuro sulla speranza degli onesti, ma a dispetto di putride strategie criminali il sacrificio dei nostri eroi segnò l’inizio di un percorso che la magistratura ha portato avanti fino a oggi. Abbiamo reagito alle stragi. Abbiamo provato a far camminare le loro idee sulle nostre gambe”, ha detto il procuratore generale di Palermo Lia Sava. “Grazie ai nostri morti – ha aggiunto – abbiamo compreso l’importanza dello studio della carte, l’equilibrio, il rispetto delle regole del processo, la capacità di riconoscere i nostri errori. Noi proseguiremo nel nostro impegno”.
Almeno 22 persone, secondo l’ultimo bollettino dalla Tass, sono rimaste uccise venerdì in un’esplosione all’Hotel Saratoga nel centro della capitale cubana L’Avana, come risulta dall’ultima dichiarazione che il governo ha caricato sulla sua pagina Twitter. In precedenza, sono state segnalate 18 vittime. Secondo le autorità, “21 adulti e un bambino” sono morti. Ci sono 64 sopravvissuti negli ospedali. Quattordici di loro sono 14 minorenni. Nessun cittadino straniero è stato danneggiato. Non ci sono state dichiarazioni ufficiali ancora le operazioni di ricerca e soccorso sono terminate.
Si ritiene che la causa principale della tragedia sia stata un incidente. Presumibilmente, si è verificata una perdita di gas durante il processo di messa a punto dell’attrezzatura. Una nuvola di fumo e polvere si è levata dal Prado, il viale principale nel centro dell’Avana dove si trova l’hotel, vicino al Campidoglio, che secondo le prime informazioni era in corso di restauro. I primi quattro piani sono stati completamente spazzati via.La strada è disseminata di detriti e schegge di vetro. Nei pressi dell’hotel diversi veicoli sono stati distrutti a causa dell’esplosione. I soccorritori giunti in gran numero hanno chiuso il perimetro mentre i soccorritori cercano possibili vittime tra le macerie ai piedi dell’hotel Saratoga, noto anche per aver ospitato diverse celebrità negli ultimi anni, tra cui Madonna e Beyoncé.E’ tutto per oggi. Buona giornata. Il mio mattinale si ferma per due giorni e ritorna martedì.
Ma non è detto …(le foto dal web)