Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Apro con l’ora indimenticabile che abbiamo trascorso ieri sera con il nostro meraviglioso Papa Francesco, uomo e comunicatore straordinario, grazie a “Che tempo che fa” su Rai 3. Resteranno per sempre dentro di me, non frequentatore di chiese, la sua calma, il suo sguardo e il suo sorriso penetrante, il suo carisma da leader vero, le sue parole. Eccone alcune: “Che cos’è più importante oggi? La guerra, le persone vengono dopo”.“Un anno senza guerre e senza armi farebbe mangiare tutto il mondo”. “La guerra è l’antisenso della creazione, è la distruzione”. “Il migrante va accolto, accompagnato, promosso, integrato”. “Non basta vedere, si deve anche sentire, toccare le miserie. Farsi carico dell’altro, senza girarsi dall’altra parte”. “Il fiume non canta più perché il fiume non c’è più. Prendersi carico della Madre Terra, del creato è una cura che dobbiamo avere”. “L’aggressività è un problema sociale”. “Io posso guardare dall’alto in basso l’altro, rischiare di cadere, ma aiutarlo ad alzarsi”. “La capacità di essere perdonati è un diritto umano”. “Perché soffrono i bambini? Non c’è risposta, purtroppo”. “Tra i potenti della Terra ci sono uomini di buoni ideali e buona volontà, ma sono condizionati dalle pressioni politiche”. “Oggi il grande male della Chiesa è la mondanità spirituale, che genera il clericalismo e che porta posizioni rigide”. “Io non sono tanto santo come gli altri Papi, per questo preferisco abitare a Santa Marta. Ho buoni amici, servono tanto”. “Il senso dell’umorismo fa bene all’anima”Queste e tante altre parole straordinarie abbiamo ascoltato nella lunga, emozionante, bellissima, storica intervista a 360 grandi di Papa Francesco con Fabio Fazio ieri sera a “Che tempo che fa”.
E’ stata un’ora indimenticabile per tutti noi a tu per tu con quest’uomo eccezionale, faro sempre acceso a illuminare le nostre vite con il suo carisma semplice e potente, con la suo visione profondamente rivoluzionaria a partire dal contesto più conservatore del mondo. Grazie di cuore, con molta emozione e lunga vita al nostro meraviglioso Papa Francesco e grazie di cuore a Fabio Fazio che ci ha regalato quest’incontro unico e speciale con Lui.
Io non prego, ma come ha chiesto il Santo Padre gli rivolgo ogni giorno tanti buoni pensieri. Oggi 7 febbraio è la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo – il logo è un braccialetto con un nodo blu- e come ci racconta l’Ansa, i dati su questo grave problema non sono incoraggianti, certamente acuiti dalle enormi difficoltà psicologiche per i ragazzi causate dalla pandemia.
Senza studi e senza lavoro, molti ragazzi cercano nel branco e nella violenza della baby-gang l’orgoglio dell’appartenenza, la voglia di riscatto e la fuga da un presente senza prospettive. La criminalità di gruppo che lega gli adolescenti è motivo di grave allarme sociale in tante città come Bologna e Napoli, o Roma dove è avvenuto il drammatico stupro di gruppo a Capodanno che ha unito ragazzi di periferia a quelli dei quartieri ‘alti’ della capitale in nel consumo smodato di alcolici e droghe. I dati dell’Osservatorio nazionale sull’adolescenza, istituito presso il Ministero per la famiglia guidato dalla ministra Elena Bonetti, ci dicono che il 6,5% dei minorenni fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, mentre tre ragazzi su dieci hanno partecipato a una rissa.
Danneggiamenti, furti e ricettazioni, rapine ed estorsioni, risse e lesioni, diffusioni di immagini pornografiche sui social: sono i reati maggiormente commessi dai ragazzini, ha ricordato il procuratore capo dei minori di Brescia Giuliana Tondino, nella sua relazione all’anno giudiziario svolta lo scorso gennaio. Alcuni di questi adolescenti, ha spiegato, hanno “deficit cognitivi non riconosciuti o riconosciuti tardivamente”, oppure “hanno problemi psichici mai riconosciuti e mai curati. Sono ragazzi con deficit educativi o gravi problemi in famiglia riconosciuti troppo tardi e non efficacemente fronteggiati”. Ragazzi bocciati precocemente o che presto abbandonano la scuola e i libri senza poter contare su un ‘regolare’ inserimento nel mondo del lavoro. E’ una delle questioni più urgenti e importanti, insieme alla violenza sulle donne e la strage sul lavoro, di cui dovrà occuparsi con grande attenzione il Governo di questo Paese.
Crisi ucraina, tra paura reale e indiscrezioni catastrofiche. Il New York Times ha scritto che l’amministrazione Biden avrebbe informato nei giorni scorsi i parlamentari americani e i partner europei che la Russia ha messo insieme il 70% delle forze necessarie per una invasione completa dell’Ucraina, che potrebbe causare fino a 50 mila morti civili e 23 mila militari ucraini (oltre a 3000-10.000 soldati russi), far cadere Kiev in due giorni e scatenare una crisi umanitaria con fino a 5 milioni di rifugiati in Europa. L’intelligence Usa non ritiene che Putin abbia ancora preso la decisione finale, ma la finestra diplomatica si starebbe chiudendo. Sarebbe la più imponente operazione militare in Europa dal 1945, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. In ogni caso, secondo il rapporto degli alti funzionari Usa, è improbabile che la Russia si muova prima della seconda metà di febbraio. Fonti militari e dell’intelligence americana in riunioni con membri del Congresso ed alleati europei avrebbero spiegato che la Russia ha notevolmente aumentato la sua presenza militare sul confine, avvicinandosi a completare la preparazione per un’invasione dell’Ucraina. Secondo le ultime stime Usa, fonte Adnkronos, sono 83 i battaglioni tattici russi, ognuno di 750 militari, dispiegati dai russi sul confine, con un netto aumento rispetto ai 60 di due settimane fa. Questo rappresenta il 70% delle forze necessarie a Vladimir Putin per condurre un’invasione in larga scala. Oltre ai 62mila effettivi schierati, vi sono decine di migliaia di altri militari russi che forniscono supporto logistico, aereo e medico, portando ad un totale di oltre 100mila, secondo alcuni 130mila truppe. Per quanto riguarda i tempi di un’eventuale invasione, si prevede che il suolo raggiungerà il picco di congelamento intorno al 15 febbraio, consentendo il transito meccanizzato fuoristrada da parte delle unità militari russe. Queste condizioni favorevoli si manterrebbero fino alla fine di marzo.
Mosca risponde parlando di speculazioni e giudicando “una follia” le informazioni Usa sui tempi in cui potrebbe cadere Kiev in seguito ad un potenziale attacco russo. “La follia e l’allarmismo continuano”, ha dichiarato, secondo quanto riporta la Tass, il viceambasciatore russo all’Onu, Dmitry Polyanskiy aggiungendo: “E se dicessimo che gli Stati Uniti potrebbero impadronirsi di Londra in una settimana e causare la morte di 300.000 civili? Tutto questo sulla base delle nostre fonti di intelligence che non riveleremo”. Da parte sua, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba su Twitter getta acqua sul fuoco: “Non credete alle previsioni apocalittiche. Capitali diverse hanno scenari diversi, ma l’Ucraina è pronta a qualsiasi sviluppo. Oggi l’Ucraina ha un forte esercito, un sostegno internazionale senza precedenti e la fiducia degli ucraini nel loro Paese” Insomma la delicatissima partita a Risiko continua e la guerra di nervi pure, con una forte partecipazione dei poteri mediatici tra rivelazioni e smentite e in una sorta di angoscioso e ormai lunghissimo conto alla rovescia per questa invasione solo ipotetica. Con il costante rischio dell’incidente che scatenerebbe una guerra vera e pericolosissima. Per quanto riguarda i tempi di un’eventuale invasione, si prevede che il suolo raggiungerà il picco di congelamento intorno al 15 febbraio, consentendo il transito meccanizzato fuoristrada da parte delle unità militari russe. Queste condizioni favorevoli si manterrebbero fino alla fine di marzo.
Per chiudere, riprendo oggi le importanti notizie pubblicate da “Il resto del Carlino” sulle ultime ore di vita di Marco Pantani, l’amatissimo pirata del ciclismo italiano, morto il 14 febbraio 2004 per un devastante mix di cocaina e farmaci antidepressivi in una stanza dell’hotel Le Rose di Rimini. Secondo Tonina Belletti, la mamma del campione di Cesenatico, Pantani non sarebbe stato solo in quella stanza d’albergo quando il suo cuore del Pirata ha smesso di battere per sempre. “Cercate le due escort che sono salite nella sua stanza la mattina in cui Marco è morto”, dice adesso ed è tornata a raccontare la sua verità ai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Rimini. Accompagnata dal suo avvocato, Fiorenzo Alessi, Tonina è rimasta per tre ore e mezzo nella sede del comando provinciale di viale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Ha risposto a tutte le domande, ha offerto ai carabinieri nuovi elementi e depositata un’altra memoria. È la seconda volta in pochi mesi che Tonina viene sentita dagli inquirenti, da quando la Procura di Rimini ha avviato la terza inchiesta sulla morte di Pantani.
I carabinieri hanno parlato con lei del racconto fatto da un autista (in un’intervista a “Le Iene”) che quella mattina avrebbe accompagnato due ballerine ed escort nell’hotel Le Rose. Le due ragazze sarebbero salite da Pantani, per poi scendere dopo un po’ con un maglione verde e un marsupio. Si erano incontrare con Marco? Nel marsupio c’erano forse quei 20mila euro che il Pirata aveva prelevato, ma che non sono stati più trovati? Dubbi e domande che restano ancora senza una risposta certa. Ma mamma Tonina, ieri ai carabinieri, ha fornito altri elementi ritenuti dai suoi legali “molti utili per l’indagine in corso”, insieme alla nuova memoria. “Voglio solo giustizia, per mettermi finalmente il cuore in pace. Vogliamo sapere com’è morto Marco e se c’era qualcuno con lui, come crediamo”, ha commentato Tonina Belletti. E’ tutto, sono stato un po’ lungo ma valeva la pena.
Buona giornata
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