Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.
Stamattina scrivo la mia rubrichetta con molta fatica. Gli anni passano, mi commuovo più facilmente e ieri sera sono rimasto molto scosso, lo sono ancora e sono molto triste, per la tragica sequenza di notizie contradditorie che arrivavano minuto per minuto dal Marocco sulla sorte del piccolo Rayan: estratto vivo dal pozzo prima, per la felicità di tutti, poco dopo invece il terribile comunicato della Casa Reale che ha annunciato la morte del bambino e la fine di ogni speranza.Avevo provato, con buona volontà e curiosità ma senza troppa convinzione, a “sanremizzarmi” anch’io (brutto termine, ma ci sta) come sembra debba fare ogni bravo e normale essere social italiano, ma questa storia mi ha scombussolato e ho mandato a quel paese il Festival e l’irrefrenabile Amedeo.
Per me la notizia di apertura di oggi è proprio la tragedia di Rayan e sono contento di vedere, mentre scrivo in questi minuti, che il Tg1 delle 8 apre allo stesso modo, mentre all’alba Rainews24 cominciava con il Festivalone. D’altronde, di fronte alla super maratona canora nazional popolare e all’enorme giro di piccioli che ci gira intorno, cosa volete possa importare alla gente di un picciriddu di 5 anni che muore in modo così atroce? Dunque, dopo cinque giorni nel fondo del pozzo in cui era precipitato vicino casa e il tentativo di recupero che aveva tenuto con il fiato sospeso il Marocco e un po’ di mondo, il piccolo Rayan Awram è stato estratto senza vita dai soccorritori. “E’ morto in seguito alle ferite riportate”, si legge nel comunicato ufficiale della Casa Reale, che ha spento ogni entusiasmo, comunicando il decesso del bimbo. Il re Mohammed VI ha telefonato ai genitori di Rayan per porgere le proprie condoglianze. L’incidente era avvenuto martedì a Ighran, un villaggio sulle montagne nel Nord del Paese: Rayan, cinque anni, era con suo padre che cercava di riparare il pozzo, quando è caduto nel cunicolo profondo decine di metri. Le operazioni di soccorso sono state seguite in diretta da milioni di marocchini in patria e all’estero, in una situazione di copertura mediatica ha ricordato molto quella del nostro piccolo Alfredino Rampi, precipitato in un pozzo 40 anni fa e poi morto dopo tre giorni di angoscia collettiva indimenticabili per tutti noi che li abbiamo vissuti in diretta dal 10 al 13 giugno 1981. Non è riuscito a fare il miracolo neanche Alì El Jajaoui, arrivato da Erfoud, ormai divenuto l’eroe del deserto: un personaggio a quanto pare mitico in Marocco, di professione specialista di pozzi, che appena appresa la notizia del bimbo è subito partito dal sud del Paese per raggiungere il villaggio di Rayan. Ha scavato per ore e ore a mani nude dopo che l’enorme lavoro di cinque escavatori aveva aperto una voragine che ha permesso si arrivare alla profondità in cui si trovava il bambino. E permesso di realizzare una via di fuga attraverso la posa di tubi che, posizionati orizzontalmente, hanno creato quel passaggio che doveva rappresentare la salvezza. Ma purtroppo così non è stato e oggi il mondo piange Rayan così come 41 anni fa aveva, avevamo pianto il povero Alfredino.
Cambiando argomento, fanno molta impressione i dati di un rapporto del Centro Studi della Confcommercio sul Sud e il Pnrr sui dati al 2019. Il tasso di occupazione delle donne nella fascia 15-64 anni al Sud “è precipitato al 33%” contro un tasso di occupazione del 59,2% al Centro-Nord e del 63% nell’Ue, ossia 30 punti indietro al resto dell’Italia e dell’Europa. Si sottolinea che addirittura in Calabria il tasso di occupazione delle donne è sceso dal 31% del 2007 al 30,3%. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel Mezzogiorno è “assurdamente bassa”, conclude Confcommercio. Il commento di Mara Carfagna, ministra Fi per il Sud e la Coesione: “Lo studio di Confcommercio sul crollo dell’occupazione femminile al Sud conferma un’autentica emergenza di cui il governo è perfettamente consapevole: è per questo che stiamo investendo cifre mai viste prima nelle infrastrutture sociali, che al tempo stesso generano occupazione femminile e consentono alle donne di cercarsi o tenersi un lavoro”. E ancora: “Il crollo dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno – conclude la ministra- è il frutto della desertificazione dei servizi alla famiglia combinato con i bassi indici di sviluppo: il Pnrr ci offre l’opportunità di intervenire su entrambi i nodi del problema, sta a noi sfruttare fino in fondo l’opportunità e sta alle donne del Sud rivendicare con forza, in ogni sede e in ogni territorio, il diritto a essere cittadine “come le altre” e a beneficiare degli stessi servizi e opportunità che esistono per le donne delle regioni del Nord. Io le ascolterò sempre”.
Sul fronte Coviddi, guardando i titoli di oggi di sembra di capire che la parola d’ordine da diffondere sia: ottimismo. Titolo di Repubblica: “Figliuolo: “Il virus arretra. Ora negli ospedali torni la normalità”. Su La Stampa, SkyTg24 e TgCom24 le parole di fiducia del professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico: in merito alla pandemia Covid “ci stiamo avviando verso una situazione marcatamente favorevole. In questi mesi siamo riusciti a gestire la quarta ondata dovuta ad Omicron mantenendo tutto aperto, a differenza di altri Paesi come Germania, Olanda e Austria che hanno dovuto ricorrere a lockdown o a chiusure di attività grazie all’alto numero di vaccinati”. Possiamo già immaginare il copione: fine dell’inverno e del freddo, diminuzione dei contagi, allentamento delle restrizioni, primavera ed estate tranquille. Cose già viste negli ultimi due, con in più però il peso fondamentale delle vaccinazioni. I più ottimisti prefigurano già un futuro endemico e una “normalizzazione” del virus maledetto verso un tipico virus influenzale. Ma ci sarà sempre da fare i conti con eventuali nuove varianti che potrebbero cambiare di nuovo in peggio le carte in tavola. Staremo a vedere.
Di Sanremo sapete tutto, pilu pi pilu, sicuramente molto più di me che sono un eretico non snob, ma che non regge la lunghezze e il massacro mediatico del Festival e manco capisce le parole di tanti di quelli che cantano, comprese molte di quelle piene di Brividi dei vincitori, che ho sentito quasi per intero stamattina. Ieri sera, prima della sospensione causa Rayan, avevo visto e apprezzato la stupenda e magnifica Sabrinona Ferilli con il suo intelligente elogio della leggerezza; ho visto e apprezzato anche frammenti dell’altro elogio della gentilezza di Mengoni e anche questo mi piacque assai. E infine, avviandomi brillantemente ai 66 anni, un poco mi piacquero l’evergreen Giannino, come lo chiamano a Bologna, e la canzone sugli immigrati del grande Massimo, che invece ho visto molto invecchiato. Gli anni passano anche per le star, tranne che per Amedeo, che si muove sul palcoscenico per una valanga di ore come una taddarita, come un pipistrello amici nordici. Sulle altre cose sanremesi tanti di voi sanno molto più di me e mi sta bene così.
E’ tutto, buona giornata e un bacio in omaggio al grande Gustav Klimt a 104 anni dalla sua morte.
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