#Tanomattinale 5 gennaio 2022: verso il Quirinale, così parlò Cencelli, boss preso grazie a Google Maps, Kazakistan nel caos, Kim si agita di nuovo, l’esenzione di Novax Djokovic, 38 anni fa l’omicidio di Pippo Fava
Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Alea iacta est. Il dado è tratto, il 24 gennaio alle15 le Camere riunite cominceranno a votare per l’elezione del 13esimo presidente delle Rapubblica italiana: ce lo ha fatto sapere ieri il presidente della Camera Roberto Fico, precisando che sarà un’elezione diversa dalle precedenti causa Coviddi, con votazioni a gruppi per evitare caos e assembramenti, che ricordiamo tutti nelle immagini delle precedenti elezioni e un solo scrutinio al giorno.
Mentre cominciano le grandi manovre, la campagna acquisti dei parlamentari peones o indecisi, il gioco a bruciare candidati – tutte cose vecchie, note, ripetute – , mi piace aprire oggi con la curiosa, interessante e a tratti divertente intervista di Adnkronos a Massimiliano Cencelli, 85 anni, storico funzionario della Democrazia Cristiana, l’autore nel 1967 dell’omonimo, celeberrimo e citatissimo manuale che definisce l’assegnazione di ruoli politici e governativi a partiti politici o correnti in proporzione al loro peso elettorale. Pare che esistano ancora 7, forse 8 copie cartacee del Manuale Cencelli, 8 pagine dattiloscritte (scritte probabilmente da Cencelli medesimo anche se rigorosamente anonime), copiate con carta carbone. Ecco le sue parole: “A tre settimane dalla prima convocazione è tutto un caos, un caos vero, uno si alza alla mattina e propone la sua candidatura, mai successo. A tutti piace comandare”. Cencelli, figlio di quello che fu l’autista di Pio XII, vede complicato il rebus Quirinale: “C’è una situazione ridicola – dice – a Roma si dice ‘brutto zozzo dammene un pezzo’, tutti vogliono qualcosa”. “Ai miei tempi – ricorda – quando ero nel giro, ci mettevamo intorno al tavolo, con il mio manuale, ci riunivamo dalle parti di Piazza Venezia, ci si scannava, si urlava, ma poi si raggiungeva l’accordo e si usciva con quello in mano, che rispettavano tutti”. Dall’ex portavoce di Adolfo Sarti e poi collaboratore di Nicola Mancino un auspicio preciso: “Io spero in Mattarella, certo, lui ha detto di no, e in tv era pure un po’ invecchiato, ma è un galantuomo, questi non si mettono d’accordo, e l’unica chance è che Mattarella possa accontentare tutti, permettendo una soluzione a tempo, magari per due anni”. Degli altri dice: “Draghi? Mah, è pure un po’ antipatico… e poi se è vera la storia dei soldi spesi per la divisa dei funzionari di palazzo Chigi…”. E su Berlusconi: “Non mi pare un’aquila”. Al Cavaliere forse non ha perdonato una piccola gaffe. “Quando l’incontrai mi parlò di mio padre, elogiandolo per il ‘manuale Cencelli’, fu Gianni Letta a correggerlo, dicendo che era farina del mio sacco”. Staremo a vedere, il gran curtigghio è aperto, nei prossimi venti giorni ne sentiremo delle belle: il timore è che certe ambizioni personali e conseguenti ricatti paralizzino la ricerca di soluzioni davvero condivise.Su Repubblica Palermo, il mio amico grande cronista Salvo Palazzolo racconta oggi la storia della cattura “tecnologica” a Galapagar, alle porte di Madrid, il 17 dicembre scorso di Gioacchino Gammino, boss agrigentino della “Stidda” su cui aveva indagato il dottor Giovanni Falcone negli anni Ottanta. “Si sentiva sicuro nei panni di un insospettabile commerciante e chef …Pensava di aver tagliato tutti i ponti col passato, nonostante una condanna all’ergastolo e quasi vent’anni in latitanza”, scrive Palazzolo. E invece per gli investigatori della Dia e i magistrati della procura di Palermo sono state determinanti alcune immagini su Google Maps: Gammino è stato intravisto davanti a un negozio di frutta e verdura di “Avenida de los Voluntarios”, l’insegna dice “El huerto de Manu” (la foto da Repubblica.it). “Come avete fatto a trovarmi? Da dieci anni non telefonavo più alla mia famiglia”, avrebbe detto il boss il giorno della cattura.
Notizie notturne dal mondo, non tranquillizzanti. Il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev ha accettato le dimissioni del governo guidato dal primo ministro Askar Mamin con l’obiettivo di prevenire e in parte di spegnere le grandi proteste popolari di questi giorni per un forteaumento dei prezzi dell’energia. Il vice primo ministro Alikhan Smailov svolgerà il ruolo di premier ad interim fino alla formazione di un nuovo gabinetto.Kassym Jomart Tokayev ha imposto lo stato di emergenza nella più grande città Almaty, la capitale finanziaria, e nella provincia occidentale di Mangystau dopo che le proteste hanno visto migliaia di persone scendere in strada e chiedere le dimissioni del governo.Kim Jong Un si agita di nuovo, come ogni inizio d’anno fa scruscio (rumore) per attirare l’attenzione. La Corea del Nord ha lanciato in mare un “proiettile non identificato”, presumibilmente un missile. Lo hanno reso noto i militari della Corea del Sud. Il proiettile è stato sparato nel mare a est della penisola coreana, hanno dichiarato i capi di Stato maggiore di Seul in una nota, senza fornire ulteriori dettagli. Il nuovo test arriva dopo che la Pyongyang non ha risposto all’offerta di Washington per fare ripartire negoziati. In un incontro del partito di governo la scorsa settimana, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha affermato la sua volontà di rafforzare le capacità militari del suo Paese, che è ancora sotto sanzioni internazionali.
Dallo sport il caso del giorno, che sta suscitando molte polemiche. “Buon anno a tutti! Vi auguro tutta la salute, l’amore e la felicità e che possiate provare amore e rispetto verso tutti gli esseri su questo meraviglioso pianeta -ha annunciato ieri sui social Novax, ops Novak Djokovic, numero uno del tennis mondiale – Ho trascorso momenti fantastici con i miei cari durante la pausa e oggi sto andando in Australia con un permesso di esenzione”. Non si conoscono i motivi dell’esenzione, né il tennista serbo ha mai chiarito se è vaccinato contro il Covid o no. E’ possibile che sia recentemente risultato positivo e questo gli consentirebbe di posticipare la vaccinazione. Craig Tiley, direttore degli Open di Australia, ha spiegato che a Djokovic è stata concessa un’esenzione dopo “un rigoroso processo di revisione che coinvolge due gruppi indipendenti e separati di esperti medici. Sono stati stabiliti protocolli equi e indipendenti per valutare le domande di esenzione medica che consentiranno di garantire che l’Australian Open 2022 sia sicuro per tutti. Al centro di questo processo c’era che le decisioni fossero prese da esperti medici indipendenti e che ogni candidato fosse tenuto in debita considerazione”.
Prevale in ogni caso, in questa storia non bella, l’indecente immagine dell’Australia che dimentica improvvisamente la tolleranza zero contro il Coviddi.
Esperienza personale: una mia cugina e il marito, trivaccinati, non hanno ancora potuto vedere la loro nipotina, nata oltre un anno fa nel Queensland dove vive e lavora il figlio e chissà quando potranno vederla. Il numero uno del tennis mondiale, come il marchese del Grillo “io sono io e voi non siete un cazzo”, invece ottiene subito l’esenzione medica per giocare gli Open in uno dei Paesi più rigorosi. Tutto il mondo è paese nel fare schifo.
Chiudo con la memoria, con un omaggio a Pippo Fava, grande giornalista e uomo verso, assassinato da Cosa Nostra 38 anni fa, la sera del 5 gennaio 1984. Quel giorno che Catania scoprì che c’era la mafia …Buona giornata