Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.
Da cittadino etneo, da uomo che vive alle pendici del più grande vulcano attivo d’Europa, oggi non posso che aprire il mattinale con le scene pompeiane che arrivano dall’isola indonesiana di Giava, dove è cominciata ieri una violenta eruzione del vulcano Semeru, 3676 metri di altezza, conosciuto anche come Mahameru (La Grande Montagna) essendo il più alto dell’isola vulcanica famosa nell’immaginario collettivo per le eruzioni del più piccolo, ma devastante Krakatoa. Le notizie Ansa di questa notte ci dicono che il bilancio delle vittime è finora di 13 morti, bruciati dall’enorme nube piroclastica sprigionata dall’eruzione esplosiva. Lo ha reso noto l’agenzia nazionale per la gestione delle catastrofi, mentre i soccorritori continuano a scavare tra i detriti. Dieci persone sono state estratte vive. Almeno 57 sono rimaste ferite nell’eruzione, tra cui 41 ustionati. Il villaggio di Lumajang è stato ricoperto da uno strato di lava fredda e cenere, gli abitanti di una decina di altri villaggi sono fuggiti passando la notte in rifugi e moschee. L’ultima grande eruzione del Semeru risaliva a dicembre 2020. L’Indonesia fa parte della cosiddetta “cintura di fuoco” del Pacifico, dove l’incontro delle placche continentali provoca una forte attività sismica. 130 sono i vulcani attivi in questa zona del Sud Est asiatico. Non voglio ripetere anche stavolta concetti che ho spesso ribadito in questa rubrica a fronte di notizie analoghe in altri parti del mondo. E’ certo che l’imprudenza e strafottenza dell’uomo nel costruire abitazioni a distanza troppo ravvicinata ai grandi vulcani attivi, ignorandone la pericolosità, continua ad avere conseguenze devastanti.
Cronaca terribile dalla Germania. Sono stati scoperti da un vicino nel Brandeburgo, regione dell’est della Germania che confina con Berlino, cinque cadaveri tra cui tre bambini in un’abitazione monofamiliare. Le vittime sono due adulti di 40 anni e tre minori di 4, 8 e 10 anni. Una famiglia che pare fosse in quarantena dal Covid, come scrivono alcuni media locali, ma l’indiscrezione non ha però avuto conferma dagli inquirenti, che rispettano il più assoluto riserbo. Quello che si sa è che è stata aperta dalla procura di Cottbus un’inchiesta per omicidio plurimo. Ciò che è davvero accaduto a Senzig, piccola località di Koenig Wusterhausen, a sud di Berlino, è un giallo aperto. “Sui cadaveri sono state rilevate ferite da taglio e da colpi di arma da fuoco”, si è limitato a far sapere a Bild il procuratore Gernot Bantelon. “È stata attivata la commissione omicidi, perché si indaga sull’ipotesi di un delitto”. Non è ancora affatto chiaro se fra le vittime ci sia anche l’artefice del massacro o se il killer sia qualcuno arrivato da fuori. Oppure se siano state trovate le armi che hanno provocato le ferite mortali. Oltre ai rilievi nella casa, gli investigatori della polizia hanno ascoltato tutti i vicini della Birkenalle, la ‘strada delle betulle’. Un posto tranquillo, fra laghi, campi e radure, nel distretto di Dehme Spreewald, che conta 40 mila abitanti. La tragedia ha ovviamente sconvolto la piccola comunità locale, che si è chiusa nel silenzio.
Andando in altra parte del mondo, è più che mai attesa l’annunciata videoconferenza annunciata per martedì 7 dicembre tra i presidenti di Stati Uniti e Russia, Joe Biden e Vladimir Putin, con al centro le sempre più alte tensioni in Ucraina. La Casa Bianca ha sottolineato che il colloquio toccherà “un vasto arco di temi”. Il Cremlino ha riferito che la videochiamata avverrà “di sera” e la sua durata “sarà determinata dai presidenti”. “Le relazioni bilaterali, ovviamente l’Ucraina e la realizzazione degli accordi stretti a Ginevra saranno i principali temi in agenda”, ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce della presidenza russa. Biden, secondo fonti statunitensi con la Reuters, confermerà il sostegno di Washington all’integrità territoriale ucraina e affronterà il tema delle offensive informatiche che partono dal territorio russo. Il faccia a faccia virtuale, che segue l’unico incontro dal vivo in Svizzera lo scorso giugno, avviene pochi giorni dopo la riunione ministeriale della Nato che ha visto gli Stati membri dell’alleanza interrogarsi sul crescente dispiegamento di truppe russe (ormai oltre 94 mila, c’è chi dice che arriveranno presto a 175mila) al confine orientale dell’Ucraina. Mosca ha smentito più volte di preparare un’invasione e ha accusato da parte sua l’Occidente di azioni destabilizzanti e provocatorie nel Mar Nero, più volte solcato nei mesi scorsi da navi da guerra statunitensi e britanniche. Le tensioni si sono ulteriormente acuite dopo che il ministro della Difesa di Kiev, Oleg Reznikov si è detto convinto che la Russia prepari un’offensiva su larga scala per il mese di gennaio. Vedremo che cosa verrà fuori da questo virtuale “summit”, definizione che non mi piace per niente, tra i due potenti della Terra; non sono molto fiducioso, anche se mi rendo conto che in tempi di pandemia globale si può fare solo così credo che questi incontri a distanza abbiano un valore umano e una conseguente efficacia infinitamente minore dei faccia a faccia in presenza.
Bella e davvero suggestiva l’iniziativa di Giuseppe Zambito, sindaco di Siculiana, paese siciliano dell’Agrigentino, che ha inaugurato ieri un monumento che è un omaggio alle donne vittime di violenza: una grande panchina rossa in ferro battuto, alta 2 metri e larga 3. accanto al palazzo comunale. Il sito prescelto per la collocazione del monumento è stato denominato proprio Piazzale della panchina rossa. “In uno spazio che era stato abbandonato – ha detto il sindaco – abbiamo inaugurato un monumento che rappresenti un simbolo dell’impegno delle istituzioni contro questo drammatico problema. Una panchina gigante obbligherà tutti quelli che da oggi passeranno da qui ad assumere superiore consapevolezza su un problema che non si può certo fare finta di non vedere”.
Su Super Green Pass e elezioni al Quirinale vi risparmio le mie parole, ne state leggendo e sentendo di tutti i colori. Sull’imminente elezione del nuovo presidente della Repubblica, spicca il sibillino avvertimento di mister Tajani, evidentemente in nome e per conto del suo principale vecchio B: “Se Draghi va al Colle si va subito ad elezioni”. Il resto intuitelo da voi. Sulla “rivoluzione del certificato verde” (mah e poi ancora mah), attendo con curiosità di vedere, al primo controllo del mio nuovo Green Pass da tre dosi vaccinali, come faranno a distinguerlo da quello del signore che fino a un paio di giorni fa è entrato nello spogliatoio di una piscina senza mascherina, irridendo noi fessi che la portiamo sempre. Da ignorante di tecnologia mi chiedo: sarà in grado la app di controllo di valutare rapidamente situazioni differenti ? Ripeto. mah …
Chiudo questo lungo mattinale, non me ne voglia soprattutto un carissimo amico napoletano che mi segue con affettuosa attenzione e che ieri sera si sarà preso un bel dispiacere, con l’elogio di un bravissimo allenatore italiano che si chiama Giampiero Gasperini, eccellente guida tecnica di una brillantissima squadra che si chiama Atalanta, la “Dea” del pallone bergamasca che ormai da qualche anno onora il gioco del calcio con tanto spettacolo e tanti gol, fino al 3-2 appunto di ieri sera allo stadio Maradona contro un più che battagliero Napoli. Conobbi Gasperini, che oggi ha 63 anni ed è poco più giovane di me, alla fine degli anni Settanta, giocava abbastanza bene da ala destra nel Palermo. Era un ragazzo affabile, non particolarmente estroverso, sicuramente molto intelligente; fummo buoni interlocutori, direi amici e dunque mi fa davvero gran piacere vederlo oggi ottenere questi grandi successi.
Buona giornata
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