#Tanomattinale 4 febbraio 2022: il Gigante del Quirinale e la dignità degli italiani; OMS Europa ottimista: “cessate il fuoco” del Coviddi, verso “una pace duratura”: blitz Usa uccide il Capo dell’Isis; Rayan giù nel pozzo profondo come Alfredino, in Marocco cercano di salvarlo
Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Oggi sarò quasi monografico. Perché è stato un discorso altissimo, potente, emozionante, coinvolgente, straordinario, di un vero gigante e grande uomo con un applauso senza fine (ne hanno contati 55) delle Camere riunite, quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il giuramento e l’insediamento del suo secondo mandato in una giornata storica per il nostro Paese. Credo lo abbiate ascoltato quasi tutti anche più volte, ma mi sembra importante lasciarne qui, nella mia piccola rubrica quotidiana, una traccia significativa. E dunque riporto integralmente, dal sito Quirinale.it, la parte che più mi ha entusiasmato, le parole del Presidente sulla dignità: “La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno per ogni prospettiva reale di crescita. Nostro compito – come prescrive la Costituzione – è rimuovere gli ostacoli. Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società.
La dignità. Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere del nostro Paese. Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica o verbale, ma alla coscienza di ognuno di noi. Dignità è impedire la violenza sulle donne, piaga profonda e inaccettabile che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio. La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti dignità umana agli altri. È anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani. Dignità è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale. Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, e neppure possono essere privi di un ruolo che li coinvolga. Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone.
Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità. Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza. Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare. Confidiamo in un Paese capace di rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita. Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, libero anche dalla complicità di chi fa finta di non vedere. Dignità è assicurare e garantire il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente. La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile”.Importantissimo anche il passaggio sulle tensioni internazionali per la crisi in Ucraina: “Da molti decenni i Paesi europei possono godere del dividendo di pace, concretizzato dall’integrazione europea e accresciuto dal venir meno della Guerra fredda. Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale. Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei Paesi alleati e amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei suoi vicini”.
E poi tanto altro ancora: il ruolo della politica, dei partiti e il loro rapporto con i cittadini, di tutti le istituzioni, quello centrale del Parlamento, della giustizia tra rigore e garantismo, l’importanza della partecipazione, l’omaggio a Monica Vitti e David Sassoli. Emozioni e una iniezione di fiducia, con la consapevolezza di essere guidati da un grande Capo dello Stato. Auguri, tantissimi grazie dal profondo del cuore e lunga vita a #SergioMattarella, orgoglio palermitano, siciliano, nazionale.
Coviddi. Dopo due anni dall’inizio della pandemia, l’Europa presto potrebbe entrare in un “lungo periodo di tranquillità” a causa degli alti tassi di vaccinazione, della variante Omicron più debole, e della fine dell’inverno. Sono le parole del il direttore Oms per l’Europa, Hans Kluge. “Questo contesto, mai visto finora in questa pandemia, ci lascia la possibilità di un lungo periodo di tranquillità. Questo periodo di maggiore protezione dovrebbe essere visto come un ‘cessate il fuoco’ che potrebbe portarci ad una pace duratura”. Parole di ottimismo e di speranza, che avrei potuto mettere oggi in apertura; ma l’esperienza di questi due terribili anni in termini di comunicazione ci ha insegnato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spesso smentito se stessa nel giro di poche ore e in questo il direttore Tedros Gebreyesus sembra maestro. Dunque aspettiamo con cautela.
Dal mondo la notizia di un nuovo blitz statunitense e di una nuova vittima eccellente. Colui che è considerato l’attuale capo dell’Isis, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, è morto facendosi saltare in aria con una bomba che aveva con sé durante l’operazione Usa nel nord della Siria. Tredici le vittime. L’esercito Usa lo ha “eliminato dal campo di battaglia”, ha annunciato il presidente Joe Biden, che ha ordinato l’operazione. Il blitz di due ore, condotto dalle forze speciali Usa, ha interessato il villaggio di Atmeh, vicino al confine con la Turchia, in un’area costellata da campi profughi siriani. La Casa Bianca ha postato su Twitter una foto (la vediamo qui, fonte Ansa) che lo ritrae in camicia bianca insieme alla vice Kamala Harris e ai membri del team per la sicurezza nazionale mentre seguono l’operazione nella Situation Room. Tutti i soldati americani sono sani e salvi, ha precisato il presidente. Come ricorda l’Ansa, l’operazione Usa nel nord della Siria è la più importante dall’attacco americano dell’era Trump nel 2019 che portò all’uccisione dell’allora leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi. Il blitz, condotto dalle forze speciali Usa, è durato due ore e ha interessato il villaggio di Atmeh, vicino al confine con la Turchia, un’area costellata da campi profughi siriani. Il vecchio Joe Biden, evidentemente dal forte spirito militarista, ha aggiunto: “Lo abbiamo fatto per rendere il mondo più sicuro. Abbiamo preso ogni precauzione possibile per proteggere i civili. Il capo dell’Isis si è fatto esplodere in un “disperato atto di codardia. Vi verremo a prendere in ogni parte del mondo, ovunque vi nascondiate. Vi troveremo”. Gesto distensivo da parte della Russia, che ha dichiarato di sostenere gli sforzi degli Usa contro il terrorismo dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato che il capo dell’Isis, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, è morto durante un raid in Siria. “Sosteniamo gli sforzi di altri Stati, compresi i membri della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, nel campo dell’antiterrorismo”, ha affermato il ministero degli Esteri russo in un comunicato, aggiungendo che la Russia è “pronta a collaborare con tutti i Paesi interessati” per lottare contro questa minaccia. E adesso c’è da temere la risposta dei terroristi.
Chiudo con una notizia che ci ricorda moltissimo la terribile vicenda che ebbe come protagonista il piccolo Alfredino Rampi il 10 giugno 1981. E’ lotta contro il tempo per cercare di salvare Rayan, un bambino di 5 anni caduto martedì in un pozzo profondo 60 metri a Ighran, nel Nord del Marocco, in una zona rurale vicino Chefchauen I soccorritori stanno scavando per cercare di avvicinarsi, finora sono arrivati a una ventina di metri rispetto ai 32 dove si trova il piccolo e sono riusciti a fargli arrivare ossigeno e acqua zuccherata. Le immagini di una telecamera fatta scendere in profondità mostrano Rayan ancora vivo e in grado di muoversi. Un volontario ha provato a scendere nel pozzo con una fune ma è rimasto bloccato e ha dovuto rinunciare, dal momento che la cavità è molto stretta. La vicenda di Rayan, ha molto colpito il Paese: sui social si rincorrono foto e messaggi di solidarietà e speranza, con l’hashtag ‘salvate Rayan’.