Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato.
Oggi apro, come spesso mi è successo in questa mia rubrica, con le parole ancora volta potenti di Papa Francesco a Cipro, urla nel silenzio del mondo menefreghista e impotente sul dramma delle migrazioni.
Ecco, dal sito Vatican.va, uno stralcio della preghiera ecumenica nella Chiesa parrocchiale di Santa Croce, con la quale Francesco ha concluso la sua visita nell’isola assieme a una rappresentanza delle migliaia di migranti approdati nel Paese: “Noi ci lamentiamo quando leggiamo le storie dei lager del secolo scorso, quelli dei nazisti, quelli di Stalin, ci lamentiamo quando vediamo questo e diciamo: “ma come mai è successo questo?”. Fratelli e sorelle: sta succedendo oggi, nelle coste vicine! Posti di schiavitù. Ho guardato alcune testimonianze filmate di questo: posti di tortura, di vendita di gente. Questo lo dico perché è responsabilità mia aiutare ad aprire gli occhi. La migrazione forzata non è un’abitudine quasi turistica: per favore! E il peccato che abbiamo dentro ci spinge a pensarla così: “Mah, povera gente, povera gente!”. E con quel “povera gente” cancelliamo tutto … Coloro che hanno dato tutto quello che avevano per salire su un barcone, di notte, e poi… senza sapere se arriveranno… E poi, tanti respinti per finire nei lager, veri posti di confinamento e di tortura e di schiavitù. Questa è la storia di questa civiltà sviluppata, che noi chiamiamo Occidente. E poi – scusatemi, ma vorrei dire quello che ho nel cuore, almeno per pregare l’uno per l’altro e fare qualcosa – poi, i fili spinati. Uno lo vedo qui: questa è una guerra di odio che divide un Paese. Ma i fili spinati, in altre parti dove ci sono, si mettono per non lasciare entrare il rifugiato, quello che viene a chiedere libertà, pane, aiuto, fratellanza, gioia, che sta fuggendo dall’odio e si trova davanti a un odio che si chiama filo spinato. Che il Signore risvegli la coscienza di tutti noi davanti a queste cose”. Ancora un messaggio straordinario, ancora destinato a restare inascoltato.
Proseguo con una notizia a mio avviso molto importante e con una foto che resterà probabilmente storica: tutte le ministre del governo presieduto dal Super Tutto Mario Draghi (Elena Bonetti, Mara Carfagna, Marta Cartabia, Fabiana Dadone, Mariastella Gelmini, Luciana Lamorgese e Erika Stefani) insieme a presentare il nuovo DDL approvato dal Consiglio dei Ministri per rafforzare le misure per prevenire e contrastare la violenza contro le donne.
Il provvedimento, elaborato con il contributo delle ministre ciascuna per quanto di propria competenza, mette in campo una serie di misure per proteggere le vittime. In sintesi, come spiega l’Ansa, si va dall’estensione dei casi di procedibilità d’ufficio, senza cioè bisogno della denuncia, al fermo immediato di stalker e violenti in caso di imminente pericolo per la donna, all’aggravamento delle pene per chi è già stato ammonito per violenza domestica. E ci sarà anche l’arresto obbligatorio in flagranza per chi viola il divieto di avvicinamento alla vittima, per cercare di prevenire più efficacemente il rischio di condotte violente. E ancora: viene potenziato l’uso dei braccialetti elettronici (e chi li manomette finisce in carcere), giro di vite sulla sospensione della pena e si potranno applicare ai violenti le misure di prevenzione previste per i mafiosi. Inoltre ci sarà subito il sostegno economico e la tutela da parte delle forze di polizia per le donne che denunciano e sono in una situazione di rischio concreto. E gli orfani non dovranno aspettare l’esito del processo per l’indennizzo. E ancora dell’uscita dal carcere del condannato o dell’indagato saranno informati subito anche Questore e Prefetto, per valutare eventuali misure di prevenzione e/o protezione della vittima. Adesso il DDL passerà in Parlamento, dove si spera che deputati e senatori abbiano sulla questione maggiore interesse e rapidità d’azione rispetto a quelle dimostrate finora.
Cambio argomento. Come annunciato, il volo Ryanair con a bordo il piccolo Eitan, i suoi zii e le due cuginette è atterrato ieri sera all’aeroporto di Orio al Serio. Dopo 84 giorni dal suo rapimento da parte del nonno materno Shmuel Peleg, il bambino sopravvissuto all’incidente del Mottarone, è tornato in Italia. Felicità e commozione tra i familiari per quella che sembra la fine del calvario per il bambino di 6 anni che, dopo aver perso i genitori e il fratellino nella tragedia del Mottarone, si è ritrovato in mezzo a una bruttissima, inqualificabile controversia tra le famiglie da parte di padre e madre e a vivere in un Paese che aveva lasciato quando aveva poco più di un anno e dove poi ha trascorso le vacanze.
“Guardando al futuro – dice l’avvocatessa Cristina Pagni, legale della zia Aya e io condivido in pieno queste parole – auspichiamo che si spengano i riflettori sulla vita privata del bambino a tutela della privacy e della riservatezza e si apra una nuova fase che permetta a Eitan un percorso di crescita più sereno, ancora più necessario se si considera la terribile tragedia che lo ha coinvolto. Sin da ora impegniamoci tutti per permettere a Eitan di riprendere la sua vita di bambino di sei anni”. Sono d’accordissimo, il picciriddo va lasciato in pace, nessuno scoop sulla sua pelle e sulla sua anima già provatissima.
Fa impressione la notizia dell’omicidio di Davide Giri, 30 anni, ricercatore italiano della Columbia University ucciso a coltellate a New York non lontano dal campus universitario. Originario di Alba (Cuneo), Giri studiava negli Stati Uniti per conseguire un dottorato. È stato aggredito all’altezza della 123ma strada e Amsterdam Avenue, nei pressi di Morningside Park. L’assalitore, il 25enne Vincent Pinkney, membro della gang ‘Every Body Killer’, già arrestato almeno 11 volte dal 2012 per rapine e altri reati, fermato dalla polizia a Central Park. Poco dopo aver assalito lo studente, ha accoltellato anche un turista di 27 anni, identificato dal New York Times come Roberto Malastina, turista italiano arrivato a New York da pochi giorni. Il ferito non sarebbe in pericolo di vita, le sue condizioni sono stabili e si trova in ospedale.
Concludo con una notizia che ha dell’incredibile, ma che in realtà è solo squallida. È un medico odontoiatra biellese di 57 anni sospeso dalla professione perché non vaccinato, l’uomo che due giorni fa ha cercato di ingannare un’infermiera al lavoro in uno dei centri vaccinali di Biella, indossando una protesi in silicone di un braccio per ottenere il green pass senza ricevere effettivamente il vaccino. E’ un libero professionista e non un dipendente dell’Asl né dell’Ospedale degli Infermi. Il no vax protagonista dell’episodio è stato denunciato per truffa ai carabinieri, con un verbale sottoscritto oltre che dall’operatrice che ha svelato l’inganno, anche dal medico di turno. “Cosa ho provato? Sgomento…”, ha commentato Filippa Bua, l’infermiera che ha sventato il tentativo dell’uomo di ottenere il Green pass senza vaccino. L’Asl segnalerà il caso anche in Procura.
E con questa schifezza per oggi è tutto, buona giornata.
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