#Tanomattinale 4 aprile 2022: guerra in Ucraina: orrore e fosse comuni a Bucha, l’UE indignata parla di crimini di guerra e di Corte dell’Aja, per Mosca sono immagini fake; Zelensky alla CBS parla di genocidio, eliminazione di un intero popolo; per il Cremlino l’incontro tra Putin e Zelensky solo dopo un accordo scritto tra i due Paesi; Ungheria e Serbia, vincono gli amici di Putin
Amiche e amici del #Tanomattinale buon lunedì.
Guerra Russia-Ucraina giorno 40. Oltre ai bombardamenti su Odessa, dove è stata colpita una raffineria di petrolio, ha inorridito il mondo la notizia con le relative immagini, molto crude e drammaticissime, dei morti per strada e dei corpi che sono stati trovati in una fossa comune a Bucha, vicino Kiev, come denunciato ieri dal capo dei soccorritori Serhii Kaplytchny. Una dozzina erano visibili, alcuni solo parzialmente sepolti. “Qui, in questa lunga tomba, sono sepolte 57 persone”, ha detto Kaplytchnyi, che ha organizzato come racconta l’ANSA il recupero dei corpi. Commenti a raffica, tutti profondamente indignati per quella che appare come una spaventosa e insensata atrocità. Twittano tutti. Il massacro di Bucha “dimostra che l’odio dei russi contro gli ucraini va oltre qualsiasi cosa l’Europa abbia visto dalla seconda guerra mondiale” ha detto in un Twitt il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. “La sola maniera di fermarlo è questa: aiutare l’Ucraina a liberarsi della Russia prima possibile. I partner conoscono i nostri bisogni, carri armati, aerei da combattimento, sistemi di difesa antiaerea”, ha aggiunto Kuleba. Durissimo l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, in un tweet si è detto “sconvolto dalle notizie delle atrocità commesse dalle forze russe.
L’Ue collabora con l’Ucraina per documentare i crimini di guerra. Tutti i casi dovranno essere giudicati dalla Corte internazionale” dell’Aja. Ha aggiunto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Sono sconvolta dalle notizie di indicibili orrori nelle aree da cui si sono ritirati i russi. Un’inchiesta indipendente è necessaria e urgente. Gli esecutori di crimini di guerra ne saranno ritenuti responsabili”. “Sono profondamente scioccato dalle immagini dei civili uccisi a Bucha, in Ucraina. È essenziale che un’indagine indipendente porti a una responsabilità effettiva” ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Il capo della diplomazia Usa Antony Blinken e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg hanno condannato intervenendo alla CNN le atrocità contro i civili attribuite ai russi a Bucha. “Quelle immagini sono un pugno allo stomaco”, ha reagito Blinken, ribadendo che gli Usa stanno documentando eventuali “crimini di guerra”, senza però dire se li considera crimini contro l’umanità o genocidio. Quelle di Bucha sono violenze “orribili”, ha detto Stoltenberg, una “brutalità inedita in Europa da decenni”. Per il presidente del Consiglio Mario Draghi “le immagini dei crimini commessi a Bucha e nelle altre aree liberate dall’esercito ucraino lasciano attoniti. La crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile. Le autorità russe devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto.
L’Italia condanna con assoluta fermezza questi orrori ed esprime piena vicinanza e solidarietà all’Ucraina e ai suoi cittadini”. E per Human Rights Watch ci sono “prove di crimini di guerra commessi a Bucha”, la cittadina a nordovest di Kiev a lungo occupata dalle forze armate russe. Ma Mosca ha respinto le accuse, bollando le foto ed i video sui morti di Bucha come ‘fake’ prodotti da Kiev e dai media occidentali. “Tutte le fotografie e i materiali video pubblicati dal regime di Kiev, che presumibilmente testimoniano una sorta di ‘crimini’ del personale militare russo sono un’altra provocazione”, ha osservato il dipartimento in una nota pubblicata da Ria Novosti in cui si sottolinea che i filmati di Bucha sono “una produzione di Kiev per i media occidentali”. Mosca ha aggiunto che la cittadina è stata bombardata dagli ucraini quando era ancora controllata dai russi, concetto ribadito anche dall’ambasciatore russo a Washington Antonov.
E poi c’è la lunga intervista esclusiva di Zelensky all’emittente americana CBS, a mio avviso molto importante per i contenuti visto che accusa la Russia di genocidio, nel popolare programma “Face the Nation” condotto da Margaret Brennan. Ecco il resoconto integrale, che ho tradotto dalle news dell’emittente: “Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di aver commesso un genocidio in Ucraina tra le notizie secondo cui le forze russe stavano lasciando corpi brutalizzati e una distruzione diffusa sulla loro scia mentre si ritiravano dalla regione di Kiev. “In effetti, questo è un genocidio: l’eliminazione dell’intera nazione e del popolo”, ha detto Zelensky a “Face the Nation” domenica in un’intervista esclusiva. Il leader ucraino ha affermato che l’invasione della Russia, giunta alla sesta settimana, riguarda “la distruzione e lo sterminio” delle oltre 100 nazionalità nel suo Paese. “Siamo cittadini ucraini e non vogliamo essere sottomessi alla politica della federazione russa, e questo è il motivo per cui veniamo distrutti e sterminati”, ha detto Zelensky attraverso un traduttore, sottolineando che le presunte atrocità stanno accadendo “nell’Europa del 21° secolo”. Oleksiy Arestovych, un consigliere di Zelenskyy, ha affermato che le strade di Bucha e la periferia di Kyiv di Irpin e Hostomel sembravano una “scena di un film dell’orrore” poiché le strade erano ricoperte da decine di civili uccisi.
L’ufficio di Zelenskyy ha condiviso immagini con “Face the Nation” che mostrano almeno una fossa comune e quelli che sembravano essere corpi di civili lungo le strade. Le truppe russe sembravano riorganizzarsi e spostare l’attenzione sulle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina questo fine settimana, mentre le forze ucraine hanno ripreso il territorio a nord di Kiev, la capitale e la città più grande del paese. Il cambiamento arriva nel mezzo di una crescente crisi umanitaria nella città portuale di Mariupol, duramente colpita, dove le forze russe hanno bloccato le operazioni di evacuazione nonostante abbiano concordato giorni fa per consentire un passaggio sicuro dalla città. Zelenskyy ha definito la situazione a Mariupol e in altre città controllate dalla Russia un “disastro umanitario”, dicendo che hanno “molti corpi” nelle strade e nessun corridoio per cibo, acqua e rifornimenti.
Si ritiene che circa 100.000 civili siano ancora a Mariupol. Alla domanda se accetterebbe qualcosa di meno di un ritiro completo delle truppe russe, Zelenskyy ha detto che il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe ritirare tutte le truppe ai confini che esistevano prima dell’invasione del 24 febbraio. Ha detto che un cessate il fuoco dovrebbe essere il punto di partenza per qualsiasi discussioni su una soluzione alla guerra. “Prima il cessate il fuoco, poi possiamo avere un incontro con il presidente russo”, ha detto Zelenskyy. “Sediamoci semplicemente insieme – noi due – e discuteremo un momento in cui arriverà la fine della guerra”, ha detto insistendo sul fatto che l’Ucraina vuole preservare la sua sovranità e “il nostro forte esercito”. La scorsa settimana, il Cremlino ha accusato gli ucraini di aver lanciato un attacco in elicottero contro un deposito di carburante in Russia. L’Ucraina ha negato la responsabilità dell’attacco e Zelenskyy ha detto a “Face the Nation” che “non sta nemmeno prestando attenzione a questo tipo di insinuazione” da parte della Russia. Il leader ucraino ha continuato a sollecitare l’Occidente a fornire al suo paese attrezzature più pesanti e veloci, come aerei da guerra e più sistemi antimissilistici.
Ha ringraziato gli Stati Uniti e l’amministrazione Biden per il loro sostegno finora, ma ha affermato che l’Ucraina ha bisogno di garanzie di sicurezza sulla carta. “Come presidente, non sono soddisfatto delle sole assicurazioni”, ha detto Zelenskyy. Ha anche esortato gli americani a continuare ad aiutare la sua nazione dilaniata dalla guerra”. Fin qui il presidente ucraino. Ma due notizie diffuse ieri pomeriggio dalla TASS, l’agenzia di stampa ufficiale russa, sembrano allontanare nel tempo la possibilità di un incontro tra i due presidenti per discutere la soluzione della crisi. Ecco quella delle 15,04: “Il presidente russo Vladimir Putin può incontrare il suo omologo ucraino Vladimir Zelensky solo quando verrà elaborato uno specifico accordo scritto tra i due paesi, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “No, Putin non ha mai rifiutato (un possibile incontro con Zelensky – TASS).
Putin non ha mai escluso un tale incontro e questo incontro, sì, ipoteticamente è possibile“, ha detto domenica il funzionario del Cremlino al canale televisivo Russia-1. “Eppure perché ciò (l’incontro) avvenga, è necessario che un determinato documento venga generato dalle due delegazioni. Non un insieme di idee ma un documento scritto specifico. Poi verrà il momento per un tale incontro”, ha sottolineato. Rispondendo alla domanda se la Russia può essere certa che l’Ucraina attuerà il nuovo accordo bilaterale, l’addetto stampa di Putin ha dichiarato: “Abbiamo questa esperienza (dell’Ucraina che non adempie ai suoi obblighi – TASS), la ricordiamo, la ricordiamo molto bene e agiamo di conseguenza”, ha assicurato. Ultimamente, la Turchia parlava di piani per organizzare un incontro tra Putin e Zelensky. Il 1° aprile, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che l’organizzazione di tale incontro resta una priorità per la Turchia.
Eppure, lo stesso giorno, il portavoce presidenziale turco Ibrahim Kalin ha affermato che è difficile stabilire una data specifica per un tale incontro, poiché la situazione è in continua evoluzione”E in precedenza, alle 10,53, la TASS scriveva: “Una bozza di trattato tra Russia e Ucraina non è ancora pronta “per essere presentata alla riunione di alto livello”, mentre l’Ucraina è diventata più realistica nell’affrontare la questione del suo status neutrale e non nucleare, l’aiutante presidenziale russo Vladimir Medinsky che dirige pensa la delegazione russa. “La parte ucraina è diventata più realistica nell’affrontare le questioni relative allo status neutrale e non nucleare dell’Ucraina, ma la bozza dell’accordo non è pronta per essere presentata alla riunione di alto livello”, ha scritto domenica sul suo canale Telegram. Commentando le osservazioni di David Arakhamia, un membro della delegazione ucraina, che ha affermato che la Russia ha accettato la posizione dell’Ucraina ad eccezione della Crimea, ha osservato che il punto di vista della Russia riguardo allo status della Crimea e del Donbass è rimasto invariato. Medinsky ha aggiunto che Mosca ha cercato di ottenere lo status neutrale e non affiliato dell’Ucraina, nonché garanzie di sicurezza per essa dal 2014. Ha affermato che i colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina continueranno lunedì mentre i lavori sul testo dell’accordo e tra i capi delegazione proseguiranno in remoto venerdì e sabato. Il 29 marzo a Istanbul si sono svolti i primi colloqui faccia a faccia in oltre tre settimane tra le delegazioni di Mosca e Kiev. La parte russa ha valutato i risultati di questo round come “progressi positivi”.
Dopo i colloqui, Medinsky ha affermato che la Russia ha ricevuto le proposte scritte dell’Ucraina contenenti disposizioni sullo status dell’Ucraina non nucleare e non affiliata”.
Insomma dopo già quaranta giorni di questa guerra infame siamo ancora in alto, anzi altissimo mare. Oltre che drammatica sul campo, la situazione sembra complicatissima dal punto di vista degli spiragli diplomatici. E mentre in Ungheria e Serbia sono stati rieletti Viktor Orban e Alexsandar Vucic, che di Putin sono amici, la pace è dunque lontana, anche se oggi, come 40 anni fa esatti per protestare contro i missili Cruise, saranno in tanti a chiederla nella manifestazione indetta a Comiso da un cartello di associazioni. Allora io c’ero e, voglio ricordarlo, il corteo fu guidato da Pio La Torre, che sarebbe stato ucciso 26 giorni dopo a Palermo.
E tutto, buona giornata.(le foto dal web)