Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato che buono è sicuramente perché, come vedete dal mio scatto, il cattivo Apollo o il molto più catanese Savvo (Salvo, cari nordici) , che mi piace di più, pare proprio che se ne sia andato altrove dopo avere lasciato altri disastri e rovinato altre vite, dopo essersene portare via tre, a Siracusa e Augusta. Ci sarà tempo per la conta dei danni, le polemiche, i buoni propositi e poi, in attesa della prossima tempesta subtropicale (che fu questo, uragano mi parve un tantino eccessivo), calerà il nostro silenzio di giornalisti dalla visione corta e soprattutto quello del potere che non sa mai e forse non vuole trarre lezione adeguata da questi eventi. Spero che il mio orrido cinismo sarà smentito da fatti e decisioni importanti.
Dovrei aprire con il megagalattico G20 di Roma, che oggi e domani renderà gloria internazionale all’Italia e certificherà ulteriormente la statura di leader mondiale del nostro Super Tutto Premier Mario dei Draghi fiammeggianti, ma il mio primo pensiero va oggi ai due poveri studenti ammazzati a Ercolano, senza motivo e senza alcuna colpa, da un pazzo fottuto che aveva deciso che fossero ladri.
La storia, a mio modesto avviso di uomo e di vecchio cronista, è veramente mostruosa, spaventosa e deve farci riflettere tutti, almeno tutti quelli che conserviamo un briciolo di buonsenso e di sensibilità d’animo, sui livelli di odio cieco e di paura degli altri che si è raggiunto nel nostro Paese grazie anche alle continue esternazioni di certi personaggi che dovrebbero davvero sparire dalla scena politica.
Giuseppe Fusella 26 anni e Tullio Pagliaro, 27 anni, studenti di Portici – paese vicino a Ercolano -, entrambi senza precedenti, erano in auto, chiacchieravamo tranquillamente dopo una serata passata in compagnia di amici, forse al termine di una partita di calcetto. In una villetta poco distante da dove avevano parcheggiato la vettura, c’era chi li spiava perché era convinto che quei due fossero lì per rubare. Via Marsiglia ad Ercolano, zona isolata di villette, è un bersaglio facile per i ladri. A settembre Vincenzo Palumbo, autotrasportatore di 53 anni, sposato e con due figli, si era visto portare via la sua auto nuova. Così ha deciso di impugnare la pistola che aveva nel comodino della stanza da letto, è sceso in strada e ha fatto fuoco scaricando tutto il caricatore, sei colpi con l’arma legalmente detenuta, sui due occupanti della macchina per lui sospetta. I poveri ragazzi innocenti sono morti sul colpo. Gisella e Pagliato, vedendolo arrivare di fronte con la pistola spianata, secondo la ricostruzione, hanno provato a scappare, ma la loro vettura ha fatto pochi metri, una carambola e perso una ruota. I proiettili hanno trapassato il parabrezza e due hanno raggiunto gli studenti. Ha chiamato i carabinieri lo stesso Palumbo, dicendo di avere sparato a ”due ladri”. Poi la scoperta che le vittime non erano tali. La sua posizione è ancora al vaglio del pm, che sta cercando di ricostruire nel dettaglio anche la serata delle due vittime e la dinamica esatta dell’accaduto, ascoltando tutti i residenti in zona.
Non aggiungo altro, penso solo al dolore immenso dei familiari di tutti i protagonisti. Anzi un’altra cosa voglio scriverla: mi angosciano ulteriormente certi commenti o titoli del tipo “uccisi perché scambiati per ladri”. Mi chiedo: allora sarebbe stato giusto ammazzarli a sangue freddo dentro la macchina se fossero stati ladri ? Io non credo.
E ora a Roma, alla grande parata di stelle del G20, prima riunione in presenza dei leader mondiali in oltre due anni a causa della pandemia. Mi sembra interessante dare uno sguardo al programma davvero importante. Oggi la prima sessione sarà dedicata a “Economia globale e salute globale”. Alle 19 è previsto per i leader e le consorti un evento culturale alle Terme di Diocleziano, quindi la cena al Quirinale ospiti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Domani, domenica 31, dopo un evento a margine sul ruolo del settore privato nella lotta ai cambiamenti climatici che avrà il principe come speaker il principe Carlo d’Inghilterra, i potenti della Terra riprenderanno i lavori alle 11.05 con la sessione su “Cambiamenti climatici ed energia”, quindi alle 13.50 la sessione su “Sviluppo sostenibile” e alle 15.40 la sessione conclusiva, con l’adozione della dichiarazione finale. Per le 16.15 è prevista la conferenza stampa del padrone di casa Mario Draghi e a seguire ci saranno quelle degli altri leader internazionali. Tutti presenti i big, tranne Vladimiro Putin e Xi JinPing che parteciperanno comunque in remoto.
Naturalmente la parte del leone mediatica l’ha fatta ieri il vecchio zio Joe Biden, super sorridente con la decisamente amabile first lady Jill di origine siciliana, che … in orgogliosa coerenza con la lotta all’inquinamento ha invaso la città eterna con la carovana dei potenti SUV neri del suo staff e della scorta, dalle 30 alle 40 macchinone secondo gli osservatori, difficilissime da parcheggiare.
Ma questi, mi rendo conto, sono dettagli insignificanti di fronte alle parolone del Potere mondiale. Riprendo qualche nota ufficiale su quelli che per adesso sono bla bla bla e che, sono il primo ad augurarmelo, diventino cose serie per il mondo e per chi verrà dopo di noi. Il colloquio tra Super Tutto Mario e vecchio Joe “si è incentrato sull’eccellente cooperazione fra la presidenza italiana del G20 e gli Usa nella gestione delle più importanti sfide globali: la lotta alla pandemia, il contrasto ai cambiamenti climatici, il rilancio dell’economia, il rafforzamento del sistema multilaterale basato sulle regole”. Al Quirinale, dopo l’incontro con Mattarella, Biden ha riconosciuto “l’ottimo lavoro” fatto dall’Italia sui vaccini. E avrebbe ricordato che gli Stati Uniti condividono la necessità di vaccinare i Paesi più fragili senza distinguere tra Paesi alleati e no. Biden ha ribadito a Mattarella come l’America sia “tornata” e che oggi, accanto all’Alleanza atlantica, perno fondamentale della politica Usa, ci siano per Washington i rapporti con la Ue.
Spettacolo al Vaticano, dove facce e o sorrisi erano ben diversi, come si vede dalle foto, da quelle degli incontri con Donaldo. “Nel corso dei cordiali colloqui ci si soffermati sul comune impegno nella protezione e nella cura del pianeta – informa la Santa Sede -, sulla situazione sanitaria e la lotta contro la pandemia di Covid-19, nonché sul tema dei rifugiati e dell’assistenza ai migranti. Non si è mancato di fare riferimento anche alla tutela dei diritti umani, incluso il diritto alla libertà religiosa e di coscienza”. E infine i siparietti e la commozione. “Lei è il più grande combattente per la pace che abbia mai conosciuto”, ha detto Joe Biden a Papa Francesco. Il presidente degli Stati Uniti ha regalato al pontefice una moneta con il sigillo degli Usa su un lato e dall’altro quello del Delaware, lo stato di cui Beau Biden, il primogenito morto di cancro a 49 anni, era stato procuratore. “Mio figlio avrebbe voluto che lei avesse questa moneta”. Chapeau e nessuna sottovalutazione, non mi sognerei, per questo importantissimo, anche e soprattutto sul piano del “contatto” fisico e degli sguardi tra persone dopo il troppo remoto della pandemia, incontro romano tra i leader del mondo. Spero solo, come tanti altri umili mortali, che dalla scintillante passerella venga fuori qualcosa di concreto, su certi tempi non si può più perdere tempo in chiacchiere.
Anche perchè, nel frattempo, il Coviddi è sempre lì e non ci lascia, anzi rilancia, come ci dicono i dati italiani di ieri. Sono 5.335 i positivi nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. In aumento rispetto al giorno precedente, quando erano stati 4.866. Sono invece 33 le vittime in un giorno, 17 in meno del giorno prima. Sono 474.778 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus. Il giorno prima erano stati 570.335. Il tasso di positività è all’1,1%, in aumento rispetto allo 0,85%. Sono 349 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, 2 in più. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.658, 49 in più del giorno prima. Non c’è da stare tranquilli.
E intanto, notizia fresca, l’intelligence degli Stati Uniti non è arrivata a conclusioni definitive sull’origine del Covid-19, con le varie agenzie degli 007 che restano divise ma la maggior parte crede “con un basso livello di fiducia che probabilmente non sia stato sviluppato come arma biologica”. E’ un passaggio del rapporto declassificato dal direttore della National Intelligence, secondo cui i dirigenti cinesi non erano a conoscenza del virus prima dell’epidemia iniziale, avvenuta a Wuhan, con il primo caso verificatosi “non oltre novembre”.
E’ tutto, mentre guardo dal mio balcone il cielo e il mare finalmente sgombri dalle nuvole nerissime di una intera settimana. E gioisco, anche perché ieri una grande collega, bravissima ed esperta giornalista per niente “duci di musso” (propensa a facili complimenti, cari nordici), me ne ha fatti a sorpresa tanti per il #Tanomattinale davanti ad altri grandi colleghi. E io sono davvero contento.
Buona giornata.
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