Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Guerra Russia-Ucraina, giorno 8. Oggi mi sento ispirato alla speranza, anche se non ho sufficienti ragioni per esserlo, e comincio con due notizie positive di seguito, è un record di questi tempi. Per tante vite che già sono finite sull’altare di una guerra ancora una volta stupida e terribile, altre vite vengono alla luce. All’ospedale di Rho, nel Milanese, è nata Nikole, la prima bimba rifugiata ucraina in Italia. La mamma al nono mese di gravidanza ha viaggiato dalla città di Ternopil dove vive con il compagno e l’altra figlia di 8 anni, fino a Rho dove già vive la nonna. Il compagno è stato chiamato alle armi e decide subito di fare partire la moglie e la prima figlia. Il 28 febbraio la giovane mamma è stata ricoverata all’ospedale di Rho, già in travaglio, e poco dopo la mezzanotte è nata una bellissima bambina di 3 chilogrammi, che il papà ha visto in videochiamata. Benvenuta al mondo alla piccola, bellissima Nikole che vedete qui sotto in foto con la mamma, con l’augurio dal profondo del cuore che possa crescere in pace e serenità. Seconda nota di speranza, con tantissima prudenza. Il secondo round dei colloqui tra Russia e Ucraina si svolgerà stamattina nella foresta Belovezhskaya Pushcha, la più antica riserva naturale d’Europa, della regione di Brest, in Bielorussia, al confine con la Polonia: sul tavolo il cessate il fuoco in Ucraina.
Scrive la TASS, la più importante agenzia di stampa russa: “Le questioni relative a un cessate il fuoco e alla necessità di un corridoio umanitario saranno discusse nei prossimi colloqui russo-ucraini, ha detto ai giornalisti mercoledì l’assistente presidenziale russo Vladimir Medinsky, a capo della delegazione russa. “Abbiamo discusso le nostre posizioni nei nostri precedenti incontri, la Russia ha presentato una serie di iniziative relative a un cessate il fuoco immediato”, ha sottolineato quando gli è stato chiesto se l’agenda del secondo round di colloqui includesse un cessate il fuoco e questioni relative ai corridoi umanitari”. Aggiungo un particolare storicamente interessantissimo: la foresta è la stessa dove nel 1991 furono firmati gli accordi di Belovezh, il trattato, noto anche come Accordo di Minsk, che portò alla fine dell’Unione Sovietica.
Lo firmarono l’8 dicembre 1991 in una dacia il presidente russo Boris Eltsin, quello ucraino Leonid Kravchuk e il presidente del Soviet Supremo della Bielorussia Stanislav Shushkevich. Sul campo la pressione russa si è paurosamente intensificata. E’ stata annunciata la caduta della città di Kherson, bombardamenti a martello su Kiev e Khrarkiv. La notizia più inquietante, a mio avviso, è la violazione da parte di quattro caccia russi dello spazio aereo svedese, avvenuta – secondo l’aereonautica del Paese scandinavo – a est di Gotland. “Alla luce della situazione attuale, prendiamo molto sul serio l’incidente”, commenta il capo dell’aeronautica Edstroem. A violare lo spazio aereo svedese sarebbero stati due caccia russi del modello SU 27 e altrettanti del modello SU 24. Michael Claesson, capo delle operazioni della Difesa, ha definito la violazione “un atto deliberato dei russi”.
Intanto l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che condanna l’invasione russa dell’Ucraina.141 Paesi che hanno votato a favore, 5 i contrari e 35 gli astenuti. I contrari sono stati Russia, Siria, Corea del Nord, Bielorussia ed Eritrea. Di conseguenza, l’assemblea dell’ONU ha chiesto alla Russia di cessare le operazioni militari. Tra i 35 Paesi che si sono astenuti ci sono tra gli altri l‘Algeria, la Bolivia, la Cina, Cuba, l’India, Iran e Iraq, Nicaragua, Sudafrica e poi Tagikistan, Kirgizistan e Kazakistan. L’Italia, invece, è stata tra i 19 paesi che hanno lavorato alla stesura della risoluzione “Aggressione contro l’Ucraina”. Mi sembra interessante riportare qui integralmente il messaggio di commento per la stampa del segretario generale Antonio Gutierres, che spiega con chiarezza la posizione delle Nazioni Unite: “Signore e signori dei media. L’Assemblea Generale ha parlato. In qualità di Segretario generale, è mio dovere sostenere questa risoluzione ed essere guidato dalla sua chiamata. Il messaggio dell’Assemblea Generale è forte e chiaro: Porre fine alle ostilità in Ucraina, ora. Metti a tacere le pistole – ora. Apri la porta al dialogo e alla diplomazia, ora. L’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina devono essere rispettate in linea con la Carta delle Nazioni Unite. Non abbiamo un momento da perdere. Gli effetti brutali del conflitto sono evidenti. Ma per quanto grave sia la situazione per le persone in Ucraina in questo momento, minaccia di peggiorare molto, molto peggio. Il ticchettio dell’orologio è una bomba a orologeria.
Sono anche profondamente preoccupato per le sue potenziali conseguenze per la pace e la sicurezza regionali e globali e per un mondo che lotta per riprendersi dal COVID. La risoluzione odierna riflette una verità centrale. Il mondo vuole porre fine alla tremenda sofferenza umana in Ucraina. Questa stessa verità era chiara nella rapida mobilitazione di fondi per le nostre operazioni umanitarie salvavita in Ucraina e nei paesi vicini. Il nostro appello flash globale è stato accolto con generosità record. Sono profondamente grato ai donatori per il loro sostegno. Con quel finanziamento in mano, saremo in grado di aumentare la fornitura di forniture mediche e sanitarie vitali, cibo, acqua potabile sicura, riparo e protezione. Guardando al futuro, continuerò a fare tutto ciò che è in mio potere per contribuire all’immediata cessazione delle ostilità e ai negoziati urgenti per la pace. La gente in Ucraina ha un disperato bisogno di pace. E le persone in tutto il mondo lo richiedono. Grazie mille”.
Le Nazioni Unite hanno anche reso noto che finora sono all’incirca 836mila i profughi che sono fuggiti dal conflitto in Ucraina: un esodo davvero biblico. Il cerchio della condanna internazionale sembra stringersi intorno a Vladimir Putin, che appare sempre più isolato. L’attacco all’Ucraina potrebbe costargli l’accusa di crimini di guerra e il deferimento alla Corte penale internazionale, che aprirà un’inchiesta su possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi dalla Russia nell’invasione. Lo ha reso noto Karim A. Khan, uno dei giudici istruttori della Corte, mi sembra molto interessante riportare tradotte dall’inglese le sue parole dal sito della Corte dell’Aja: “Desidero annunciare che ho deciso di procedere all’apertura di un’indagine sulla situazione in Ucraina, il più rapidamente possibile. Ho esaminato le conclusioni dell’Ufficio emerse dall’esame preliminare della situazione in Ucraina e ho confermato che esiste una base ragionevole per procedere con l’apertura di un’indagine. In particolare, sono soddisfatto che vi sia una ragionevole base per ritenere che sia presunti crimini di guerra che crimini contro l’umanità siano stati commessi in Ucraina in relazione agli eventi già valutati durante l’esame preliminare dell’Ufficio. Data l’espansione del conflitto negli ultimi giorni, è mia intenzione che questa indagine riguardi anche eventuali nuovi presunti reati che rientrano nella giurisdizione del mio Ufficio, commessi da qualsiasi parte in conflitto in qualsiasi parte del territorio dell’Ucraina”.
Poi ci sono storie incredibili, che rientrano nella sfera molto ampia e impossibile da verificare che sta tra informazione, disinformazione e propaganda dalle parti in conflitto. Come quella sull’arresto di cinque bambini a Mosca, denunciata dalla ricercatrice Aleksandra Arkhipova che su Facebook ha scritto: “Erano andati a deporre dei fiori davanti all’ambasciata ucraina. I bambini avevano disegnato un poster. Sono stati tutti stati arrestati dalla polizia, prima sono stati tenuti dentro a un van della polizia, poi sono stati portati al dipartimento di polizia di Presnenskoe. I telefoni dei genitori sono stati sequestrati, non si riesce più a comunicare. I genitori hanno ricevuto urla e minacce e sarebbero stati privati della patria potestà”. La riporto con tutti i dubbi del caso. E’ decisamente vera, purtroppo, la notizia che riguarda un’anziana signora, Yelena Osipova, scesa in piazza a San Pietroburgo come tanti altri per dire no alla guerra, anche lei fermata e arrestata dalla polizia. La scena, come vedete nella foto, è stata ripresa dai tanti presenti, anche diversi giornalisti, che hanno poi diffuso il video sui social. Yelena è nota in patria per essere sopravvissuta all’assedio nazista di Leningrado, oggi San Pietroburgo e per questo le immagini hanno, vista anche l’età della donna, suscitato un’ondata di sdegno in tutta la Russia. Cifre molto diverse anche quelle diffuse dalle diverse parti sui bilanci del conflitto. Il ministero della Difesa russo ha fornito ieri per la prima volta un bilancio ufficiale delle perdite dall’inizio dell’invasione: 498 soldati russi morti e altri 1.597 feriti.
E invece il bilancio pubblicato su Facebook dallo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine parla di 5.840 russi morti e segnalava anche la distruzione di 211 tank, 30 velivoli e 31 elicotteri, 862 mezzi blindati, due unità navali e tre droni. Ma anche la Russia parla delle perdite da parte ucraina. Secondo Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa, ci sono stati 2.870 morti e circa 3.700 feriti. L’Ucraina non ha sinora fornito un bilancio per quanto riguarda le perdite tra le sue fila e si tratta di un bilancio che non può essere verificato in modo indipendente. Ma la cifra si avvicina a quella dichiarata dai servizi di emergenza ucraini: oltre 2mila i civili ucraini uccisi dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio. Inoltre sono state distrutte centinaia di strutture, fra cui case, reti dei trasporti, ospedali, asili d’infanzia.
Ancora una notizia che riguarda il mondo del calcio ma con riferimenti alla guerra. Il popolare proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, ha confermato che il club di Premier League è in vendita. L’oligarca russo, che starebbe svolgendo un ruolo di mediazione nella crisi e che ancora non è stato colpito dalle sanzioni che il governo britannico ha imposto ad altri magnati ritenuti vicini a Vladimir Putin, ha dichiarato che “tutti gli utili” della cessione, al netto dei costi, “verranno interamente devoluti ad una fondazione di cui beneficeranno le vittime della guerra in Ucraina”. La cosa gli fa certamente onore.
Chiudo con una considerazione che ho già fatto ieri sul mio profilo Facebook. Ma il signore o i signori – il ministro degli esseri russo Lavrov e non silo – che in questi giorni e in queste ore si divertono a evocare continuamente la “terza Guerra Mondiale nucleare”, giocando sporco a terrorizzare il mondo e soprattutto i bambini che sentono certe cose in tv, se le ricordano le immagini di Hiroshima e Nagasaki? O fanno finta di dimenticarle? Ma lo sanno che una guerra nucleare oggi non la vincerebbe nessuno e la perderebbe solo l’umanità o fanno finta di non saperlo? Oppure sono tanto accecati dall’odio insensato da dimenticarlo? Lo sanno che se anche si salvassero nei loro bunker antiatomici già belli e cunsati nel day after non troverebbero più nessuno o quasi da tiranneggiare e terrorizzare? A cosa servirebbe e a chi gioverebbe la guerra atomica? Ma che cazzo di diplomatici da quattro soldi, schiavi dei loro padroni invasati, sono costoro che parlano in questo modo? Ma in che razza di mondo di bestie senza cervello e senz’anima stiamo vivendo? E mi taccio.
Buona giornata
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