Tanomattinale

#Tanomattinale 3 maggio 2022: la Corte Suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto; guerra in Ucraina, Usa d’accordo con la Russia, “non ci possono essere vincitori nella guerra nucleare”; Mattarella e la cultura “che non si ferma di fronte alla guerra”; nuovo incendio ad Azvostal, nuovo attacco a Odessa; Lavrov a Rete 4, diluvio di polemiche; il Times scrive che la Russia avrebbe già deciso di attaccare la Moldova

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Oggi apro con una notizia notturna che ci dà il senso profondo di come nel mondo il tema dei diritti civili stia diventando sempre più complesso, con un fortissimo arretramento. Ci informa l’Ansa, con un flash da Washington delle 3,12, che la Corte suprema intende votare per annullare la legge del 1973 che garantisce il diritto all’aborto negli Stati Uniti. Lo rivela il quotidiano americano Politico, che ha ottenuto in esclusiva una bozza scritta dal giudice Samuel Alito sul parere della maggioranza dei saggi. Il documento è un ripudio “totale e fermo” della storica sentenza Roe vs Wade. “Riteniamo che ‘Roe e Casey’ debba essere annullata”, si legge nella bozza intitolata ‘Parere della Corte’. “È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo”, si legge ancora nel documento. La bozza è stata redatta a febbraio, riferiscono fonti informate. I quattro giudici nominati dai repubblicani – Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett – hanno votato con Samuel Alito, anche lui nominato da un presidente del Gran Old Party, George W. Bush, nel 2005, per abolire il diritto all’aborto. I tre giudici democratici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan stanno lavorando aduna contro-bozza, riferiscono le fonti. Non è chiaro come si schiererà il presidente della Corte suprema John Roberts, nominato sempre da Bush nel 2006 e che è considerato un moderato.

Guerra Russia-Ucraina giorno 69. Trovo molto importante questa dichiarazione dagli Stati riportata stanotte dalla Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa: “Gli Stati Uniti sono d’accordo con la Russia sul fatto che non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare, ha detto lunedì l’addetto stampa della Casa Bianca Jen Psaki in un briefing regolare. “Direi che gli stessi russi, nel tempo, anche di recente come l’anno scorso, hanno chiarito che nessuna guerra nucleare – una guerra nucleare non può essere vinta. Siamo d’accordo con questo. Ed è importante che ogni paese riaffermi e ogni funzionario eletto a riaffermare anche qui il paese”, ha detto. Psaki ha aggiunto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non è disposto a inviare truppe statunitensi in Ucraina.

“Rilevo il punto di vista del presidente e la sua posizione continua a essere che non stiamo mettendo le truppe statunitensi sul campo per combattere questa guerra. Ed è qualcosa che continueremo a ribadire per gli americani”, ha detto. Ha anche negato che la situazione intorno all’Ucraina si sia trasformata in un conflitto indiretto tra NATO e Russia. “… Non è una guerra per procura. Questa è una guerra tra Russia e Ucraina. La NATO non è coinvolta. Gli Stati Uniti non stanno combattendo questa guerra. Quindi, penso che sia importante e vitale per tutti noi non ripetere il Cremlino quando parla di argomenti su questo fronte”, ha detto”.

La cultura non si ferma neppure di fronte alla guerra: parole ancora una volta importantissime e che condivido in pieno quelle del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello”. Ecco la parte a mio avviso fondamentale del suo discorso, dal sito Quirinale.it: “Il cinema è un’arte che trasmette, preservandole, storia e memoria. Il cinema, come tutte le arti, mantiene perennemente presente il ricordo. Naturalmente il cinema non dimentica di essere immerso nella società del suo tempo, nei drammi e negli affanni del suo tempo. La guerra scatenata nel cuore d’Europa da un’aggressione inaccettabile scuote le nostre coscienze. Il cinema italiano oggi è protagonista nella solidarietà con artisti ucraini, da noi ospitati. La cultura non si ferma. Neppure di fronte alla guerra.

La cultura unisce. Supera i confini – limiti che essa non contempla – ed è fondamentale per ricreare condizioni di pace. Una guerra insensata non può mettere in discussione i legami spirituali e culturali che, nei secoli, si sono fortemente intrecciati nel mondo della cultura d’Europa. La scelta sciagurata della Federazione Russa di fare ricorso alla brutalità della violenza e della guerra non può e non deve lacerare quei legami preziosi tra i popoli europei che la cultura ha contribuito a costruire e a consolidare. La doverosa indignazione e la condanna non possono certo riguardare la cultura, grandi spiriti del passato e le loro opere, che tanto hanno dato alla civiltà del mondo intero. Sarebbe grave e controproducente per la nostra Italia e la nostra Europa. Lacerare la cultura europea, significherebbe assecondare quella logica di aggressione”. Con i complimenti, più grandi, del presidente alla vincitrice del David alla carriera, Giovanna Ralli, e alla vincitrice del David speciale 2022, Sabrina Ferilli.Sul campo, scrive Interfax, “la situazione a Mariupol è estremamente difficile, ha affermato il portavoce del Ministero della Difesa ucraino Oleksandr Motuzianyk. “La situazione a Mariupol è estremamente difficile. Gli occupanti continuano a bloccare le nostre unità nell’area dello stabilimento Azovstal, a bloccare i corridoi umanitari.

L’unica cosa è che oggi ci sono alcuni accordi sull’organizzazione di un corridoio di evacuazione. Fondamentalmente, la città è sotto controllo controllo delle forze armate russe, dove i soldati russi commettono crimini, stanno cercando di attuare misure per filtrare la popolazione. Abbiamo rapporti secondo cui la popolazione è stata portata con la forza nel territorio della Federazione Russa”, ha detto Motuzianyk in un briefing a Kiev lunedì”. “Ritardi nell’evacuazione. I civili sono ancora in attesa dei bus”. A riportarlo è la Bbc spiegando che un consigliere del sindaco di Mariupol, che in mattinata aveva annunciato la partenza dei bus dalla città, ha successivamente corretto il suo commento con un messaggio che conferma un ritardo. I bus sarebbero dovuti arrivare al punto di prelievo alle 7 locali (le 6 in Italia).

Nel frattempo, secondo un funzionario ucraino, al mattino sono ripresi i bombardamenti sull’acciaieria di Azovstal ed è scoppiato un incendio. Un ragazzo di 15 anni è stato ucciso lunedì sera in un attacco missilistico sulla città di Odessa, riferisce Ukrinform.. Come riportato da Ukrinform, lunedì la Russia ha lanciato un missile contro le infrastrutture della città a Odessa. In particolare, uno degli edifici religiosi è stato danneggiato. A seguito dei bombardamenti, sono state riportate vittime.Nella giornata in cui si celebra nel mondo la libertà di stampa, per singolare coincidenza stanno suscitando enormi polemiche le parole di Lavrov nell’intervista a Rete 4: il ministro degli esteri russo, oltre ad attaccare l’Italia, ha detto, tra l’altro, che “anche Hitler aveva sangue ebreo. Non significa assolutamente nulla. Il saggio popolo ebraico dice che gli antisemiti più ardenti sono di solito ebrei”.

Durissima la reazione del premier Mario Draghi: “Prima di tutto parliamo di un Paese dove c’è libertà di espressione, e il ministro Lavrov appartiene a Paese dove non c’è liberta espressione. In Italia c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, è davvero oscena”. Scrive Ukrinform, agenzia di stampa ucraina: “Il ministero degli Esteri ucraino ha espresso la sua solidarietà al popolo ebraico sullo sfondo delle osservazioni antisemite del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e ha invitato i governi di tutti i paesi a isolare ulteriormente la Russia.

“Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo ebraico. Chiediamo ai governi di tutti i Paesi di dare una risposta risoluta alla Russia: isolarla ancora di più, imporre un embargo sul petrolio e gas russo, che priverà la macchina militare russa di risorse finanziarie e per aumentare gli aiuti militari, finanziari e umanitari all’Ucraina, il cui popolo sta ora resistendo eroicamente al male russo”, ha affermato il ministero degli Esteri ucraino. “La Russia è già troppo radicata nelle sue sciocchezze, giustificando la sua barbara aggressione contro l’Ucraina. Infatti, il ministro degli Esteri russo ha messo in dubbio l’esistenza non solo della nazione ucraina ma anche dell’Olocausto. Ha deliberatamente offeso la memoria di milioni di ebrei morti a nelle mani dei nazisti durante la seconda guerra mondiale”, si legge nel comunicato. Andriy Yermak, capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, ha osservato che l’antisemitismo russo sta diventando sempre più evidente e l’aggressione aperta e la mancanza di rispetto per la memoria storica di intere nazioni non possono rimanere senza risposta”.

Ondata d’indignazione in Israele per le affermazioni di Lavrov: “Lo scopo di queste bugie è accusare gli ebrei stessi per il più terribile crimine della storia, che è stato commesso nei loro confronti, liberando così dalle loro responsabilità gli oppressori d’Israele”, ha detto il primo ministro Naftali Bennett, in un comunicato diffuso dal suo ufficio e citato dai media israeliani. “L’uso dell’Olocausto del popolo ebraico come strumento politico deve cessare immediatamente”, ha aggiunto. E il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid ha definito la dichiarazione di Lavrov “imperdonabile e scandalosa e un orribile errore storico per il quale ci aspettiamo delle scuse. Gli ebrei non si sono assassinati da soli nell’Olocausto. La forma più bassa di razzismo contro gli ebrei è accusare gli stessi ebrei di antisemitismo”.

Grandi polemiche nel nostro Paese contro l’intervista a Rete 4 senza contradditorio. Adolfo Urso, presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), ha detto all’Adnkronos: «Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai. L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni … Lo avevamo evidenziato nelle nostre relazioni al Parlamento sulla modalità con cui la Russia agisce per condizionare le democrazie occidentali, di cui la disinformazione è uno dei principali strumenti, come la guerra cibernetica e lo spionaggio».

Giuseppe Brindisi, autore dell’intervista “incriminata” su Rete 4, ha detto la sua ad Adnkronos. Alcune sue parole: “L’intervista a Lavrov è ovviamente uno scoop, senza se e senza ma. Sarei stato anch’io invidioso di chiunque avesse portato Lavrov in televisione. Detto ciò, io credo da giornalista di aver fatto il mio mestiere, perché il mio mestiere non è quello di dichiarare guerra alla Russia, ma di portare a casa il maggior numero di notizie, e alla fine dei 40 minuti di intervista mi sembra di averne portate un bel po’ e anche importanti”, ha dichiarato. Il mio pensiero, ce l’ho chiaro, su tutta questa storia preferisco tenerlo per me: sul mio Mattinale mi limito a raccontare, riportando tutte le voci. Traduco infine dal Times, importante quotidiano britannico solitamente molto bel informato, una notizia che sta creando in queste ore nuove preoccupazioni: “La Russia tenterà di aprire un nuovo fronte contro l’Ucraina dalla Moldova, secondo fonti militari ucraine. Le sostengono che ci sono “una serie di indicatori” che lasciano pensare a un attacco nel prossimo futuro all’ex stato sovietico, che ha solo 3.250 soldati nel suo esercito.

Un’acquisizione riuscita porterebbe le truppe russe a trasferirsi nel porto di Odessa, in Ucraina, sul Mar Nero, da ovest. “Riteniamo che il Cremlino abbia già preso la decisione di attaccare la Moldova. Il destino della Moldova è molto cruciale. Se i russi inizieranno a prendere il controllo, militarmente, saremo un bersaglio più facile e la minaccia per l’Ucraina sarà esistenziale”, ha affermato la fonte. Una certa attività si sta già osservando nell’aeroporto di Tiraspol, capitale della non riconosciuta repubblica della Transnistria. I russi potrebbero tentare di trasferire le sue truppe su aerei ed elicotteri Il-76 che decollano dalla Crimea occupata. Allo stesso tempo, nella capitale della Moldova, Chisinau, sarebbero organizzate proteste e rivolte. “La Moldavia non ha bisogno di un’altra prima linea in Transnistria, l’Ucraina non ha bisogno di questa prima linea. Sono convinto che nemmeno l’Europa ne abbia bisogno. Pertanto, insieme fermeremo l’escalation e terremo la situazione sotto controllo”, ha commentato su Ukrinform il ministro egli esteri ucraino Dmytro Kuleba.

E’ tutto anche per oggi. Buona giornata. (le foto dal web)

Gaetano Perricone

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