Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.
Guerra Russia- Ucraina, giorno 4. Kiev è sotto assedio e l’invasione si allarga a tutte le città più importanti, la reazione con sanzioni economiche sembra sempre più forte così come il nervosismo di Putin, sempre più preso da sindrome di accerchiamento, che minaccia tutti i Paesi vicini che potrebbero aderire alla Nato. La situazione è sempre più delicata e pericolosa, se ce ne fosse ancora bisogno, mentre cresce l’esodo dall’Ucraina e ovunque nel mondo si moltiplicano le manifestazione per la pace. Cominciamo dalla guerra sul campo, che si allarga sempre di più. Le forze armate russe sono entrate a Kharkiv, la seconda città ucraina: lo ha reso noto il responsabile dell’amministrazione regionale, Oleg Sinegubov, veicoli militari leggeri “sono entrati nella città”. Il ministero della Difesa russo ha inoltre affermato che le sue truppe hanno accerchiato due grandi città del sud dell’Ucraina, Kherson e Berdiansk, che hanno rispettivamente 290 mila e 110 mila abitanti, ha reso noto il dicastero, citato dall’agenzia Tass. Continuano i bombardamenti e gli attacchi alla capitale ucraina Kiev, dove si combatte per strada.
Condivisibile quanto ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una intervista: “Hai davanti due opzioni: iniziare una terza guerra mondiale, entrare in guerra con la Russia, fisicamente. Oppure assicurarsi che un Paese che agisce in modo così contrario al diritto internazionale paghi un prezzo per averlo fatto. Tutto quello che so è che dobbiamo mantenere la rotta insieme al resto dei nostri alleati”. E poi un riferimento preciso che preoccupa ulteriormente: “I commenti da Paesi con status neutrale come Finlandia e Svezia sul loro possibile ingresso nella Nato mostrano quanto Vladimir Putin abbia fatto male i calcoli sulle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina”, ha aggiunto Joe Biden. “Non solo la Nato è più unita, ma guardate a cosa sta succedendo in Finlandia, guardate cosa sta succedendo in Svezia e in altri Paesi. Sta producendo l’effetto esattamente opposto a quello che voleva”.
Le parole di Biden ai due Paesi del Nord Europa sono un commento alle neanche tanto velate minacce della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un briefing: “Finlandia e Svezia non dovrebbero basare la loro sicurezza danneggiando quella di altri paesi.
Chiaramente l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato, che innanzitutto è un’alleanza militare, avrebbe gravi ripercussioni politico-militari che richiederebbero una risposta dal nostro Paese”, ha aggiunto. E ancora: “Consideriamo il corso intrapreso dalla leadership finlandese per continuare la politica di disallineamento militare come un fattore importante per garantire la sicurezza nel nord Europa, nel continente europeo in generale, ma allo stesso tempo non possiamo non notare i persistenti tentativi della Nato e alcuni Stati membri dell’alleanza, soprattutto dagli Stati Uniti d’America, per coinvolgere la Finlandia, così come la Svezia, nell’alleanza”.
E intanto, notizia freschissima, la Finlandia ha deciso di chiudere il proprio spazio aereo alla Russia. E ora le sanzioni. Sono andato sul sito della TASS, l’agenzia di stampa russa e mi sembra molto interessante tradurre per voi dall’inglese come racconta le decisioni della UE: “L’Unione europea è pronta a disconnettere diverse banche russe dal sistema internazionale SWIFT, ha affermato sabato il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Ci impegniamo a garantire che un certo numero di banche russe venga rimosso da SWIFT”, ha affermato. Nelle sue parole, la mossa bloccherebbe in modo efficiente le importazioni e le esportazioni russe. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, l’Italia, il Canada, la Francia e la Commissione europea hanno concordato di disconnettere diverse banche russe dal sistema interbancario internazionale SWIFT, hanno affermato i paesi in una dichiarazione congiunta. “Mentre le forze russe scatenano il loro assalto a Kiev e ad altre città ucraine, siamo determinati a continuare a imporre costi alla Russia che isoleranno ulteriormente la Russia dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie. Attueremo queste misure nei prossimi giorni”, si legge nella dichiarazione dice.”In particolare, ci impegniamo ad adottare le seguenti misure: in primo luogo, ci impegniamo a garantire che le banche russe selezionate siano rimosse dal sistema di messaggistica SWIFT. Ciò garantirà che queste banche siano disconnesse dal sistema finanziario internazionale e danneggino la loro capacità di operare a livello globale, ” dice il documento”. Stile asciutto, apparentemente asettico, ma quel condizionale “bloccherebbe” dice tanto sulla voglia di minimizzare la scelta della sanzioni.
Mi sembra importante aggiungere altre dichiarazioni delle presidente Ursula Von Der Leyen: “L’Unione europea e i suoi partner stanno lavorando per paralizzare la capacità di Putin di finanziare la sua macchina da guerra. Abbiamo deciso che la Russia dovrà pagare un prezzo senza precedenti per questa aggressione. Tutto ciò eroderà la loro economia, vogliono distruggere l’Ucraina ma quello che stanno facendo è distruggere anche il loro stesso paese. Lavoreremo per proibire agli oligarchi russi di utilizzare i loro asset finanziari nei nostri mercati”, ha annunciato. “Siamo determinati ad isolare ulteriormente la Russia dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie. Di concerto con i presidenti Biden, Macron ed i primi ministri Scholz, Draghi, Trudeau e Johnson abbiamo considerato un irrigidimento della nostra risposta internazionale. Tutte queste misure danneggeranno seriamente la capacità di Putin di finanziare la sua guerra e eroderanno in modo grave la sua economia. Putin vuole distruggere l’Ucraina, ma sta distruggendo il futuro del suo stesso Paese”, ha aggiunto.
Il Cremlino, però, a quanto pare si era già preparato alla possibilità di essere tagliato fuori e dal 2014, dopo l’invasione della Crimea, temendo la misura di ritorsione, ha creato un sistema di trasferimento chiamato SPFS con cui nel 2021 ha gestito un quinto del volume di pagamenti russi.
Il bilancio delle vittime. Le Nazioni Unite hanno comunicato che almeno 240 civili sono rimasti coinvolti dall’attacco russo in Ucraina. Di questi, 64 persone sono state uccise, ma l’Onu ritiene che il “numero reale sia molto più alto”. I dati sono stati forniti dall’ufficio del Coordinamento degli Affari umanitari. I danni agli edifici civili hanno tolto a centinaia di migliaia di persone l’accesso a luce e acqua. La situazione più drammatica è nel nordest e nel sud dell’Ucraina. C’è anche un altro tipo i guerra, quella informatica, che oggi può creare danni incalcolabili.
Il ben noto collettivo Anonymous è entrato in guerra: dopo l’invasione il gruppo di abilissimi hacker con attivisti disposti in diverse parti del mondo ha deciso di agire contro Mosca. I primi attacchi sono stati registrati nelle ore dopo l’invasione, gli attivisti hanno reso irraggiungibile il sito del Cremlino e quello della Duma. Poi hanno cominciato ad attaccare altri obiettivi, compreso il sito del ministero della Difesa russo da cui sarebbero riusciti anche ad estrarre diversi dati. L’ultima azione riguarda la tv di stato russa: gli hacker sono entrati nel sistema dei canali e hanno trasmesso al posto dei programmi in palinsesto video con immagini della guerra e canzoni ucraine. Notevole davvero.
E poi, anzi soprattutto, c’è il dramma dei profughi e degli sfollati. Come racconta l’ANSA, da Kiev, Odessa, Mariupol, Kharkiv, le principali città, sono centinaia di migliaia sono le persone in fuga dalle città in guerra. Un esodo di massa in automobile, in treno, ma anche a piedi, con le stazioni ferroviarie prese d’assalto e le principali arterie stradali intasate dal traffico. Coda di oltre 15 chilometri per entrare in Romania passando dal valico di frontiera di Porubne-Siret; ma ci sono una quantità enorme di cittadini ucraini già arrivati in Polonia dall’inizio dell’invasione russa, Dunque nell’est del vecchio continente è già drammatica emergenza rifugiati, con l’Unione europea che oggi alle 15, con la riunione straordinaria dei ministri degli esteri a Bruxelles, è chiamata a gestire una vera e propria crisi umanitaria: in Romania come in Polonia si contano già oltre 100 mila rifugiati, mentre in Slovacchia ne sono entrati più di 10 mila in meno di 24 ore. E col passare delle ore cresce anche il flusso degli ucraini diretti verso l’Ungheria e la Moldavia.
“La situazione militare rende difficile stimare i numeri e fornire aiuti”, ha spiegato l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) Filippo Grandi. I testimoni alle frontiere ucraine parlano di scene dolorosissime e di disperazione, con molte famiglie che si separano proprio al confine: accompagnati i propri cari sono molti gli uomini e le donne che tornano indietro per combattere, aderendo all’appello alla cittadinanza lanciato dal governo: armarsi e resistere in tutti i modi e con tutte le forze all’invasore. Mentre al contrario sono migliaia gli ucraini che dalla Polonia e da altri Stati vicini decidono di tornare nel loro Paese per unirsi ai combattimenti contro le forze russe, arruolandosi volontariamente. Si lavora a quanto sembra a un piano europeo per stabilire come ripartire tra gli Stati dell’Unione gli ucraini in fuga e per stanziare le risorse necessarie per l’accoglienza. Il tutto sulla base del principio di massima solidarietà confermato da tutti i capi di stato e di governo della Ue nel corso dell’ultimo vertice straordinario. Tutto bello e buono: ma mi viene spontaneo chiedermi come mai tutto questo impegno dell’UE non ci stato e non ci sia per i migranti in fuga dagli orrori delle guerre e persecuzioni nel sud dell’Europa.
Chiudo con una storiaccia di cronaca nera. Ha confessato Fulvio Baule, muratore di 40 anni, di Ploaghe, comune in provincia di Sassari: è lui l’assassino del suocero Basilio Saladino, poliziotto in pensione. Ma ha ferito gravemente anche la suocera, la cui vita è appesa a un filo, e sua moglie Ilaria, anche lei in condizioni molto delicate. Entrambe si trovano all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Al termine di una lite familiare (Fulvio Baule e Ilaria Saladino erano separati da mesi, con 2 gemelli di 1 anno) il muratore ha perso la testa e con un’ascia, per strada, ha colpito alla testa suo suocero Basilio Saladino, caduto a terra senza vita in una pozza di sangue. Poi ha inseguito le due donne e ha infierito su di loro. Una furia cieca. Baule poco dopo l’omicidio si è consegnato ai carabinieri, ammettendo le sue responsabilità ma sostenendo di “essere stato aggredito per primo dal suocero”.
E’ tutto, buona domenica.
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