Amiche e amici del #Tanomattinale buon lunedì.
Ho sempre avuto l’idea che, nella cronaca nera, lo spirito di emulazione rispetto a fatti violenti resi noti all’opinione pubblica abbia un ruolo significativo in fatti successivi.Ne ho avuto conferma apprendendo la notizia del nuovo, tristissimo femminicidio di Casalbordino, provincia di Chieti, che segue di poche ore quello di Amelia, dove un ottantenne ha ucciso la moglie gravemente malata forse ispirato da lei o comunque non potendone più sopportare la sofferenza. E’ accaduto che un pensionato 74enne, di cui non è stato reso noto il nome, ha ucciso la moglie, malata da tempo di demenza senile o Alzheimer, buttandola giù da un ponte sul fiume Osento, nella frazione di Vidorni che si affaccia sul fiume zona boschiva, e si è poi consegnato ai carabinieri di Ortona. La donna di 72 anni è finita nel corso d’acqua, dopo un volo di circa 20 metri, ed è morta sul colpo. L’omicida è stato fermato. Il pensionato avrebbe poi confessato ai figli e quindi ai carabinieri. Secondo prima indiscrezioni, dietro l’omicidio la difficoltà da parte dell’uomo di gestire la grave malattia cui da tempo era affetta la moglie, da poco dimessa dall’ospedale di Vasto. Chissà se l’omicida, apprendendo le notizia da Amelia, non abbia sentito la spinta decisiva per la sua terribile e in ogni caso ingiustificabile decisione, che evidentemente ha posto fine a una lunga tragedia familiare. Omicidio di Santo Stefano nelle campagne di contrada Pegno, in periferia di Erice, dove ieri sera i carabinieri hanno trovato il corpo senza vita di Salvatore Martino, 37 anni, che secondo le prime ricostruzioni sarebbe stato brutalmente pestato a morte, tanto che il volto pare fosse quasi irriconoscibile. L’omicidio sarebbe maturato dopo una lite in un incontro «chiarificatore» con una o più persone. forse nell’ambito della sfera personale di Martino, che aveva avuto problemi di tossicodipendenza e viveva in un alloggio di fortuna. Sarebbero da escludere collegamenti con la criminalità organizzata, anche per le modalità del delitto.
Violenza sulle donne, un’altra brutta storia arriva da Novellara, provincia di Reggio Emilia. Dopo la denuncia nell’agosto del 2019 ai carabinieri del figlio 11enne per le violenze ripetute sulla madre 35enne, per un uomo si sono aperte le porte del carcere: dovrà scontare 5 anni, 11 mesi e 23 giorni di reclusione. Il ragazzino, stanco di assistere alle botte del genitore, aveva infatti chiamato i Carabinieri, intervenuti nell’abitazione di una famiglia residente nella bassa reggiana e portare alla luce una vicenda di violenza domestica che andava avanti da diversi anni. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo dal 2013 sottoponeva la moglie a costanti vessazioni fisiche e morali la moglie, insultata, minacciata anche con una ascia, colpita con pugni, schiaffi e calci anche di notte per impedirle di dormire. Nell’agosto del 2019 l’ultimo episodio che aveva spinto il figlioletto a chiedere aiuto: il marito prendeva a schiaffi e pugni la moglie e la costringeva a subire atti sessuali. Non pare una sentenza adeguata a reati così gravi e così continuati, però mi sembra importante e significativa come deterrente il carcere e la dolorosa, ma fondamentale denuncia del figlio.
Senza fine la strage in mare. I corpi di 28 migranti, trasportati dalle onde, sono stati ritrovati su una spiaggia della Libia, dopo che il barcone con il quale stavano cercando di attraversare il Mediterraneo è affondato: lo ha reso noto una fonte libica, aggiungendo che sono anche stati recuperati tre migranti sopravvissuti sulla spiaggia di Al-Alous.Continua in Sicilia l’offensiva delle forze dell’ordine contro i trafficanti di droga. Come ci informa un flash ANSA delle 6,27 di stamattina, un’altra operazione antidroga si è svolta tra le province di Agrigento e Caltanissetta, dove i carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno posto agli arresti domiciliari sette persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, cocaina e hashish. Ad altri 19 è stata applicata un’ordinanza di divieto di dimora. L’operazione, denominata “Piramide”, è stata realizzata fra Agrigento, Canicattì, Racalmuto, Grotte, Favara, e i comuni di Gela e San Cataldo nel nisseno. Chiudo con la notizia della morte a novant’anni di Desmond Tutu, l’arcivescovo simbolo con Nelson Mandela della lotta all’apartheid in Sudafrica. Lo ha annunciato con parole importanti il presidente, Cyril Ramaphosa: “La scomparsa dell’arcivescovo emerito Desmond Tutu è un altro capitolo del lutto nell’addio della nostra nazione a una generazione di eccezionali sudafricani che ci hanno lasciato in eredità un Sudafrica liberato”. I funerali si terranno a Città del Capo il 1° gennaio. Premio Nobel per la Pace nel 1984, Tutu è stato il primo arcivescovo anglicano nero di Città del Capo e ha sempre lottato per difendere gli oppressi e coloro che non avevano diritti. Molte le sue iniziative politiche rivolte ad abbattere le differenze tra bianchi e neri in Sudafrica. Sarebbe stata coniata da lui la frase Rainbow Nation, nazione arcobaleno, per descrivere il suo Paese.
Sul Coviddi oggi mi astengo, sto a guardare cosa accade con le nuove restrizioni, ma di questo passo – finisco con il dovuto ottimismo – finiremo per contagiarci tutti, senza rischiare più di morire o finire in ospedale se siamo plurivaccinati.
Buona giornata (le poche foto dal web)
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