Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Oggi scrivo con molta fatica mentale: non mi piace per niente quello che penso di scrivere, mi sono piaciuti molto poco i numeri veramente minimi del gradimento ricevuto ieri dal mattinale. Poi però ci sono anche le belle parole che mi hanno detto ieri sera alcune amiche e la commovente attenzione dei fedelissimi tra voi che mi spingono a continuare con le mie stupidate quotidiane.
Oggi gli argomenti sono due, entrambi pessimi e battutissimi dagli organi di informazione e dal popolo social, ma non si scappa, non posso essere originale. Comincio dalla nostra povera Sicilia non perché credo, come tanti miei corregionali, che sia al centro del mondo, ma semplicemente perché trovo piuttosto triste il fatto che stasera sarà la prima regione italiana a tornare ufficialmente in zona gialla, che non è sicuramente un primato di cui andare fieri. Ma i dati rendono inevitabile il passaggio di colore: soltanto il 55,2% della popolazione siciliana risulta immunizzato con doppia dose di vaccino rispetto a una media italiana del 62,2%, mentre il dato che spicca di più e che dovrebbe preoccupare maggiormente è quello delle persone senza neanche una dose: il 36,3%, contro una media italiana del 29,3%. In sostanza più di un siciliano su tre non è ancora vaccinato.
Sono anch’io tra coloro che pensano che il giallo Sicilia non cambierà nulla e che, se non interverranno fatti nuovi che per il momento non intravedo, da lunedì partirà la corsa verso la prossima tappa a colori, l’arancione. Il no vax continuerà liberamente a non vaccinarsi e a sbummicare quotidianamente le sue teorie più o meno complottiste; l’appoi vax continuerà ad aspettare non so cosa per vaccinarsi; lo strafottente continuerà a strafottersene assembrandosi e trasgredendo; i cretini come me continueranno a rispettare le regole in nome di un’etica mai così strapazzata e calpestata nella notte dei tempi.
Ieri ho commentato su questo mio profilo una dichiarazione dell’assessore regionale alla salute Ruggero Razza: “La Sicilia è stata invasa dal flusso di turisti arrivati da ogni parte d’Italia e del mondo e, quindi, paghiamo l’effetto di una grande circolazione del virus ma abbiamo il dovere di chiedere a quella percentuale di cittadini siciliani che non ha fatto il vaccino, di fare come la maggioranza, perché la minoranza non può consentire né consentirsi di decidere le sorti di tutti gli altri siciliani”.
La prima parte mi sembra una implicita ammissione di colpevolezza, perché “l’invasione” di turisti doveva essere in qualche modo controllata e governata, ma così non fu. La seconda parte, dietro un appello certamente condivisibile, mi sembra una esplicita dichiarazione di resa; la fortissima minoranza di un oltre un terzo di siciliani senza una dose sta assolutamente decidendo le sorti della maggioranza, è evidente agli occhi di tutti. Un po’ come nella nostra bizzarra politica, nella quale il manipolo di parlamentari guidati dal noto toscanello ha fatto e disfatto le sorti degli ultimi governi nazionali. Così è se vi pare.
Il secondo argomento, che poi dovrebbe essere il primo ma io sono riverso, è l’Afghanistan che ieri si è tinto di rosso sangue, com’era piuttosto prevedibile che accadesse, E’ salito a 90 morti e almeno 150 feriti, tantissimi bambini, il bilancio delle esplosioni all’esterno dell’aeroporto internazionale di Kabul. Lo ha detto alla Cbs un funzionario del ministero della Sanità afghano. Il Pentagono ha confermato che 13 militari americani sono morti e 18 sono rimasti feriti nelle esplosioni Nel corso di un briefing, il comandante del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), il generale Kenneth McKenzie, ha spiegato che sono entrati in azione due kamikaze “ritenuti dell’Isis” e che dopo le esplosioni “uomini dello Stato islamico” hanno aperto il fuoco.
Ricompaiono le tristi sigle e le facce coperte dei martiri del terrorismo islamico o di chissà cosa, io non lo so con certezza e credo nessuno di noi lo abbia mai saputo davvero. La Provincia del Khorasan, la filiale afghana del sedicente Stato islamico (Isis), ha rivendicato i sanguinosi attacchi a Kabul. La rivendicazione è arrivata attraverso Amaq, l’organo di propaganda dell’organizzazione terroristica. E’ stata inoltre pubblicata sul web l’immagine di un uomo identificato come Abdul Rehman Al-Loghri, indicandolo come il “martire” che si è fatto saltare in aria nei pressi dell’aeroporto di Kabul. Il personale italiano che si trova a Kabul, fonte Adnkronos, sarebbe al sicuro, al riparo nei bunker dello scalo afghano. “Nessun italiano è stato coinvolto nell’esplosione presso l’aeroporto di Kabul. La deflagrazione è avvenuta in un’area distante da dove stanno operando i militari italiani per le ultime fasi dell’operazione ‘Aquila’ per l’evacuazione dei cittadini afghani”, conferma il Ministero della Difesa.
Lacrime e rabbia del vecchio Joe, il capo della Casa Bianca sempre più in difficoltà. “E’ stato un attacco dell’Isis. La pagheranno”. Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha preso la parola dopo l’attacco all’aeroporto di Kabul. “Questi soldati americani che hanno dato la vita, in una missione per salvare vite di altri, sono eroi. Sono la spina dorsale dell’America, sono il meglio che il paese può offrire”, ha detto Biden. “A coloro che hanno compiuto questo attacco: non perdoneremo, non dimenticheremo. Vi daremo la caccia e ve la faremo pagare. Difenderò i nostri interessi e la nostra gente con ogni mezzo a mia disposizione. Abbiamo motivo di credere che sappiamo dove si trovino i leader che hanno ordinato” l’attacco, ha detto riferendosi ai membri dell’Isis-k, lo Stato islamico della provincia di Khorasan. Biden ha ordinato ai vertici militari di “sviluppare piani operativi per colpire obiettivi dell’Isis-K, la leadership e le strutture. Risponderemo con forza e precisione, quando decideremo, in un luogo che individueremo e in una maniera che definiremo”. Sangue chiama altro sangue: prima o poi ci saranno le bombe americane di rappresaglia, mentre in patria il vecchio Joe ha già chi chiede la sua testa.
Una nota significativa in questo quadro tristissimo: tanti feriti dell’attentato di Kabul sono curati nell’ospedale di Emergency, chiamato “l’ospedale centrale”. Un omaggio nei fatti a tutto quello che ha costruito Gino Strada, mentre in Italia pare che nessuna personalità delle alte sfere politiche si sia recata a rendere omaggio alla camera ardente del grande medico.
Non spendo mezza parola di commento sulla dimissioni di Durigon, quello che voleva dedicare al fratello del duce una piazza intitolata ai dottori Falcone e Borsellino, per me non esisteva già prima. Mi conferma soltanto che Cesare Lombroso ha sempre avuto ragione.
Buona giornata
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