#Tanomattinale 26 giugno 2021: muore per salvare la figlia, (mezza) giustizia per Floyd, attenti al virus, stasera Italia

Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato.

Apro con una di quelle notizie che colpiscono profondamente l’opinione pubblica, ma trovano poco spazio sulla stampa. Nella Marina di Arbus, un uomo di 60 anni insieme con altri bagnanti ha salvato la figlia e altre due sue amiche che stavano per affogare in uno dei tratti di costa più pericolosi della Sardegna. Ma poi, forse per la fatica, è morto per arresto cardiaco nonostante diversi tentativi di rianimazione e l’arrivo dell’elisoccorso. La vittima è Fernando Porcu, 60 anni di Villamar, centro a una quarantina di chilometri da Cagliari.Secondo le prime testimonianze, non ha esitato a buttarsi in acqua non appena ha visto le due giovani in balia delle onde. È riuscito a salvarle, ma il suo cuore non ha retto. Il sessantenne, rendendosi conto che la figlia e le sue amiche erano in difficoltà tra le onde, si è immediatamente gettato in mare. Ha lottato per diversi minuti in acqua per trascinare a riva le tre ragazzine. Sembrava la classica avventura a lieto fine. Ma l’uomo si è accasciato sulla battigia e non si è più ripreso nonostante i tentativi di rianimazione. La figlia è stata immediatamente portata in ospedale per accertamenti: non sarebbe grave. Mentre le altre due amiche- secondo le prime informazioni raccolte – starebbero bene. Onore a Fernando, eroe sfortunato: ha salvato una figlia che resta senza un padre.

Derek Chauvin, l’agente che ha ucciso George Floyd, è stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere, in una sentenza che lascia molti delusi e amareggiati perché la ritengono troppo debole. La famiglia e i legali di Floyd avevano chiesto la massima pena, ovvero 30 anni di carcere. Condivido l’idea che sia stata fatta “mezza giustizia” a fronte di quello che è stato un terribile atto di violenza omicida; ma per fatti simili negli Stati Uniti in precedenza altri poliziotti se l’erano cavata senza condanneChauvin, – racconta l’ANSA – presente in aula dopo due mesi trascorsi in cella di isolamento, è rimasto imperterrito. Giacca e cravatta grigio chiaro, ha avuto il volto coperto dalla mascherina per quasi tutta l’udienza. L’ha rimossa solo per parlare: dopo essere rimasto in silenzio per tutte e sei le settimane del processo, l’ex agente ha infatti preso brevemente la parola e si è rivolto alla famiglia di Floyd, presentando le sue condoglianze con la voce tremante e palesemente scosso. “Non sono a conoscenza di tutte le circostanze che sono state considerate ma” la sentenza “sembra appropriata”, è stato il commento del presidente Joe Biden.

E ora le parole sul Covid del Super Tutto Premier, che anche stavolta mi sento di condividere in pieno, trovando sempre più sorprendente sintonia con un personaggio che in passato non mi ha sinceramente mai ispirato molto. “La pandemia non è finita, non se siamo ancora fuori, va ancora affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza”, ha detto Mario Draghi in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue. In Gran Bretagna, ha avvertito, “La variante Delta sta creando incertezza anche sulla ripresa economica”. “A settembre – ha detto – non vogliamo trovarci nella stessa situazione dello scorso anno. In un anno avremo pure imparato qualcosa … In Italia” di fronte alla variante Delta “serve continuare con determinazione la campagna vaccinale, continuare e aumentare i tamponi, aumentare il sequenziamento”. E ancora, più in generale, “Occorre un rinforzo e forse una riforma dell’Ema”. Sui vaccini “la contestazione è stata che lo Sputnik non è riuscito ad ottenere l’approvazione dell’Ema e forse non lo sarà mai. Il vaccino cinese non è adeguato ad affrontare la pandemia”. Con l’Inghilterra di nuovo in crisi di contagi Delta, con il tanto decantato Israele che torna alle mascherine, con il capo del CTS Locatelli che ricorda la necessità della doppia dose per neutralizzare la variante indiana, c’è poco da essere euforici.

Per il calcio, stasera c’è Italia-Austria per gli ottavi di finale di Euro 2020: mi auguro che gli azzurri vincano e spero anche che s’inginocchino contro il razzismo, non capisco perché non debbano farlo. Sulla partita le parole di Mancini, ancora interessanti: “La maggior parte dei calciatori non ha la fortuna di giocare su quest’erba, e chi lo fa deve onorare uno stadio fantastico con una grande prestazione. L’Italia lo farà”, ha detto il Commissario tecnico della Nazionale, che sul prato londinese pianse nel ’92, per la sconfitta della sua Samp contro il Barcellona nella finale di Coppa Campioni. Mancini cambia volto: dalla fiducia e voglia di divertirsi delle prime tre partite, passa allo sguardo più fermo. “Mi sono divertito molto, e voglio divertirmi ancora da ct: ma ora cominciano le partite da dentro o fuori, dove non puoi sbagliare nulla. E dico che la prima a eliminazione diretta è anche più difficile, se passiamo questo impatto poi sarà più facile”. Speriamo bene, il gran gioco espresso dall’Italia nelle tre partite giocate finora induce alla fiducia. E poi, a fare sorridere noi anziani, contro gli austriaci c’è il bel ricordo di quel magnifico gol di testa vincente di Totò Schillaci il 9 giugno 1990 ai Mondiali delle notti magiche …Chiudo con un titolo he avrei fatto oggi lavorando in un giornale, parafrasando Franco Battiato: “Sul Conte sventola bandiera bianca” … Esprimo un libero pensiero e convincimento personale: per la politica italiana non sarebbe un bene se l’ex premier si tirasse completamente fuori. Ma non credo che alla fine succederà.

E’ tutto, buona giornata.