Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno.
Oggi tutti fattacci meno uno nella mia rubrica quotidiana, ma è il mondo pieno di fattacci, non ci possiamo fare niente. Comincio con una notizia fresca fresca da ANSA Sicilia. Ecco il flash integrale: “Un ‘cartello della droga’ costituito da due gruppi criminali, di cui facevano parte siciliani, colombiani e albanesi, è stato disarticolato dalla Guardia di finanza di Catania che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 persone. Il reato ipotizzato è di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente. Il provvedimento dell’operazione ‘Cocorito’ è in corso di esecuzione da parte del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania, con la collaborazione e il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico). Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catania, il ‘cartello della droga’ che operava in città riusciva a commercializzare ingenti quantitativi di stupefacenti. Durante l’inchiesta sono stati sequestrati 365 chilogrammi di sostanza stupefacente, tra marijuana e cocaina.
Importantissima, il “mio” giornale L’Ora ci avrebbe fatto una bella apertura, la cattura del boss della ‘Ndrangheta Rocco Morabito, arrestato in Brasile in un’operazione congiunta dei carabinieri del Ros e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia, con la collaborazione di Dea, Fbi e dipartimento di giustizia statunitense. Morabito, ricercato dal 1994, era inserito al secondo posto dopo Matteo Messina Denaro nell’elenco dei 10 latitanti più pericolosi del Viminale. Era già stato arrestato nel 2017 in Uruguay dopo 23 anni di latitanza, ma due anni dopo era riuscito a fuggire dal carcere di Montevideo dove era in attesa di estradizione in Italia. Con Morabito è stato preso anche Vincenzo Pasquino, latitante originario di Torino, anche lui inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi. Morabito deve scontare 30 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti. Il padrino di Africo era considerato il re della cocaina già negli anni ‘90 a Milano, dove gestiva il traffico degli stupefacenti dal Sud America.
E passiamo alla notizia, per me sempre più incredibile con il passare delle ore, del dirottamento a Minsk dell’aereo Ryanair, in un’azione che qualche osservatore ha correttamente definito “terrorismo di stato”. A Bruxelles, i leader dei 27 discutono di “possibili sanzioni” dell’Ue contro la Bielorussia – richieste con forza anche dal presidente degli USA Joe Biden – che ha costretto un aereo di linea della Ryanair ad un atterraggio di emergenza a Minsk, per un falso allarme bomba la motivazione, ma di fatto hanno arrestato il giornalista oppositore in esilio Raman Protasevich e la sua compagna Sophia Sapega, che erano a bordo.Sono 5 in totale i passeggeri dell’aereo Ryanair partiti da Atene e mai arrivati a Vilnius. Lo rende noto la Reuters sul proprio sito, citando un portavoce del premier lituano sulle ultime informazioni fornite dalla compagnia aerea che parlano di 126 passeggeri partiti dalla Grecia e di 121 arrivati in Lituania. Questo significa che, oltre al dissidente bielorusso Roman Protasevich e alla fidanzata russa Sofia Sapega, altre tre persone sono sbarcate a Minsk, forse agenti del servizio di sicurezza bielorusso, e suggerisce che l’operazione sia stata probabilmente coordinata da agenti segreti in Grecia. Il capo dell’aeronautica bielorusso sostiene che è stato il capitano a decidere di fare atterrare il volo a Minsk senza pressioni esterne dopo essere stato avvertito di un allarme bomba. “La decisione è stata presa dal comandante dell’equipaggio senza interferenze esterne”, è la versione ufficiale di Igor Goloub, comandante dell’aeronautica. La decisione di far atterrare a Minsk il volo Ryanair partito da Atene e diretto a Vilnius sarebbe stata presa dopo che all’aeroporto nazionale di Minsk sarebbe arrivata una mail di minaccia di Hamas. “Chiediamo l’immediata liberazione” del giornalista e attivista Raman “Protasevich. Nell’attuare questo atto coercitivo, le autorità bielorusse hanno messo a repentaglio la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio”, ha affermato l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell.
Aggiornamenti sull’ultima tragedia italiana. Il sistema frenante di sicurezza della funivia del Mottarone “non ha funzionato”, ha detto il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. Oltre alla rottura del cavo, l’inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina precipitata dalla funivia dello Stresa-Mottarone. “Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema – dice il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini -: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato”. La mancata attivazione del freno, spiega, “ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno”. C’è il cauto ottimismo dei medici per le condizioni del bimbo di 5 anni sopravvissuto e ricoverato all’ospedale Regina Margherita. “La risonanza magnetica non ha evidenziato danni neurologici sia a livello celebrale sia a livello del tronco encefalico: questo ci autorizza nella giornata di domani a cominciare un cauto risveglio del bambino”, ha dichiarato il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle.
Dalla Cina con orrore, ma più che una notizia è una conferma di quanto si pensa universalmente da tempo. Tre ricercatori dell’istituto di virologia di Wuhan, in Cina, si sono ammalati nel novembre 2019 e hanno cercato assistenza sanitaria. Lo riporta il Wall Street Journal, citando un report dell’intelligence americana che rischia di accendere nuovamente il dibattito sulle origini del Covid e sulla possibilità che il virus sia sfuggito dal laboratorio.
Chiudo con un pò di rosa. Egan Bernal ha vinto per distacco la 16/a tappa del 104/o Giro d’Italia, da Sacile (Pordenone) a Cortina d’Ampezzo (Belluno), frazione accorciata a 153 chilometri a causa delle cattive condizioni del tempo. Gli organizzatori, hanno eliminato le scalate sul Passo Fedaia e del Passo Pordoi, dov’era stata posta originariamente la ‘Cima Coppi’, che venne istituita nel 1965. Il 24enne colombiano ha incrementato il proprio vantaggio nella classifica generale ed è sempre più maglia rosa, le sue dichiarazioni (fonte ANSA) sono proprio belle, da ciclismo di altri tempi. “Amo giornate da ‘duri’, ciclismo è spettacolo. Ho voluto fare un pò di spettacolo perché questo è il ciclismo che amo, mi piacciono queste giornate da duri. Freddo e pioggia mi sono sempre piaciute. Per questo ho deciso di attaccare. Magari mi sono preso dei rischi, ma è andato tutto bene e sono molto contento”. Poi, confessa: “Avevo tanta voglia di vincere con la maglia rosa, per questo all’arrivo mi sono tolto la mantellina, per far vedere la maglia, che è bellissima, e alla quale tengo tantissimo”. E ancora: “Durante la salita in tanti tifosi urlavano Pantani, Pantani. E’ stato bello, perché Pantani è un ciclista che ho amato, anche perché sono nato il suo stesso giorno. E’ l’unico corridore di cui ho una sorta di caricatura nella mia casa, mi è sempre piaciuto per come correva e per quello che ha vinto. E’ bello che i tifosi lo ricordino ancora”. Bravissimo Bernal e viva il grande ciclismo, sport sempre meraviglioso e affascinante. E’ tutto per il mattinale di oggi.
Buona giornata
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