Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Oggi scrivo di tre ritrovamenti importanti. Ho gioito molto, ieri sera guardando “Linea Notte”, quando ho appreso dalla nota diffusa dalla Farnesina che è stato liberato l’Ingegnere Giovanni Cali’, rapito il primo giugno scorso ad Haiti. Conosco da tempo il carissimo Vanni, ottimo professionista e persona squisita, avevo mantenuto sul desktop del mio computer per scaramanzia la sua foto dal giorno del rapimento, sperando di usarla presto per una lieta novella. Oggi lo faccio dunque con enorme piacere.”Il nostro connazionale era stato prelevato presso il cantiere dove lavorava da un gruppo criminale locale. La liberazione, dopo soli 22 giorni, è stata possibile grazie al lavoro quotidiano della nostra intelligence e dell’Unità di Crisi della Farnesina, che ha mantenuto giorno dopo giorno i contatti con la famiglia in Sicilia”, si legge nella nota. E il ministro degli Esteri Di Maio ha così commentato in un tweet: “‘grazie a intelligence e unità crisi”. Vanni Calì, 74 anni catanese, si trovava ad Haiti per conto della ditta di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma, e si stava occupando della costruzione di una strada. Gli indizi portarono subito gli inquirenti nella direzione delle diverse violente bande criminali che si dedicano ai rapimenti a scopo di ricatto, in particolare di funzionari stranieri e anche sacerdoti. In particolare si pensò alla gang 400 Mawozo, già nel mirino delle forze dell’ordine per il rapimento di sette religiosi cattolici a Port-au-Prince, la quale avrebbe chiesto un riscatto di 500 mila dollari di riscatto. Chiudo questo capitolo con una considerazione che credo abbiate già fatto in tanti: quel “soli 22 giorni”, pur comprendendone il senso di manifestazione di entusiasmo per la rapida conclusione della vicenda, la Farnesina poteva risparmiarselo, è ridondante e di pessimo gusto. Ci vuole sempre molta attenzione nella comunicazione su certi fatti che coinvolgono tante sensibilità.
Il secondo ritrovamento, che riempie le cronache, è quello del piccolo Nicola Tanturli, che dopo avere visto i suoi genitori è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze per effettuare controlli medici. “E’ già stato sottoposto a una prima visita che ha rilevato la presenza di escoriazioni superficiali, ma le sue condizioni generali non destano particolari preoccupazioni. Il piccolo verrà comunque trattenuto in osservazione in attesa di completare gli ultimi accertamenti”. Così in una nota l’ospedale. Nicola ha chiesto subito della mamma. Il piccolo è stato tratto in salvo dal comandante della stazione dei carabinieri di Scarperia, Danilo Ciccarelli, che si è calato a 25 metri. Lo stesso luogotenente, che abbiamo visto giustamente molto commosso nelle interviste televisive, lo ha riportato sulla strada serrata riconsegnandolo alla madre. “Ho provato una sensazione molto bella. Ho verificato subito se aveva qualche lesione: non aveva nulla, solo un piccolo bernoccolo e qualche graffio. Poi mi si è aggrappato al collo, e l’ho portato piano piano in strada, anche con l’aiuto del giornalista nell’ultimo tratto. E’ stata una gioia bellissima, è stato bellissimo riportarlo fra le braccia della sua mamma. Non ho avuto l’impressione che abbia trascorso lì la notte, secondo me c’è arrivato tramite il bosco, perché secondo me la strada da fare era più agevole”, ha raccontato Ciccarelli. Tutto è bene quel che finisce bene; senza volermi schierare con chi fa dietrologia spinta, credo tuttavia anch’io che in questa vicenda ci siano elementi non molto chiari.
Il terzo ritrovamento, dico quello che penso, è la dignità piena dello Stato italiano nei rapporti con la Chiesa, vissuti troppo spesso in modo molto reverenziale, diciamola così. Durante la replica in Senato, il premier Mario Draghi ha sgombrato il campo dagli equivoci sul ddl Zan. ” L’Italia è uno stato laico – ha ripetuto due volte in modo forte e chiaro – , non è uno stato confessionale. Il Parlamento è certamente libero di discutere e non solo. Il nostro ordinamento contiene tutte garanzie per rispettare gli impegni internazionali tra cui il concordato. Ci sono controlli preventivi nelle commissioni parlamentari. Ci sono controlli successivi nella Corte costituzionale”. E ancora: “Il governo non entra nel merito della discussione. Questo è il momento del Parlamento, non è il momento del governo”. Parole importanti che, almeno dal punto di vista del Governo italiano, mettono un punto su questa vicenda, che ha tutta l’aria di essere un’altra manovra interna di qualcuno nel Vaticano per destabilizzare Papa Francesco, che aveva fatto aperture importanti sulla questione.
Chiudo con una storiaccia siciliana. Otto fermi sono stati eseguiti da carabinieri del Noe, Guardia di finanza e Dia, in diverse province italiane, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Agrigento sulla governance della Girgenti Acque, l’ente gestore del servizio idrico integrato della provincia della Città dei Templi. 84 sono gli indagati, gente importante. I reati ipotizzati dalla Procura, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari e in materia ambientale. Secondo l’accusa, le indagini avrebbero “permesso di accertare l’esistenza di una associazione a delinquere che operava in seno alla governance della società Girgenti Acque Spa”. “Al vertice del sodalizio criminale – scrive la Procura di Agrigento – l’imprenditore Marco Campione, già presidente del Cda di Girgenti Acque e amministratore di fatto delle società ‘Gruppo Campione” Le indagini condotte dalla polizia giudiziaria hanno coniugato classiche procedure investigative d’intercettazione, telefoniche, ambientali e di servizi di osservazioni, controllo e pedinamento, ad un’attenta attività di verifica di bilanci societari e flussi finanziari.E’ tutto buona giornata.
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