Amiche e amici del #Tanomattinale buon lunedì.
Alle 15 di oggi, il Parlamento a Camere Riunite comincerà a votare per l’elezione del 13esimo presidente della storia della Repubblica Italiana. Come credo sia noto a tutti voi, si vota ancora al buio, almeno apparentemente, senza un candidato/a condiviso che possa raggiungere l’altissimo numero di voti (673), i due terzi dei votanti, che saranno necessari nelle prime tre votazioni, poi dalla quarta di giovedì – causa Coviddi ci sarà una sola votazione al giorno – ne basteranno 505, cioè la maggioranza semplice. Stamattina ci saranno febbrili consultazioni, il nipote con lo stesso cognome dello zio incontrerà il selfi/felpista per vedere di quagliare qualcosa. E intanto emerge un nome di donna che, stando agli ultimi rumors, potrebbe essere la candidata gradita più o meno bipartisan sia per la presidenza della Repubblica che per quella del Consiglio, lasciando via libera al Super tutto Mario Draghi per il Quirinale: è Elisabetta Belloni, 63 anni, diplomatica, 35 anni di carriera all’interno del ministero degli Esteri, 8 mesi fa nominata da Draghi a capo del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza (Dis), in pratica il capo degli spioni italiani. Una figura di rilievo che a quanto pare metterebbe d’accordo quasi tutti e sbloccherebbe la situazione su tutti i fronti, a meno che non sia un altro nome da bruciare insieme all’altro di grande spessore e prestigio di Andrea Riccardi. Staremo a vedere.
Intanto è stata una domenica serena a Palermo in famiglia, lontana dalle fibrillazioni romane per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giunto agli ultimi giorni del suo mandato (forse). In mattinata la messa nella chiesa di Santa Maria Maddalena, alle Legione dei Carabinieri di Sicilia, in compagnia dei figli Laura e Bernardo. All’uscita dalla sua casa di via Libertà un gruppo di cittadini, tra cui alcuni runners, lo hanno a lungo applaudito, gridandogli: “Grazie, Presidente”. Un altro ha detto a gran voce: “Contiamo su di lei”. Un altro ancora ha gridato: “Presidente, faccia pulire la città, per favore”. Il capo dello Stato, accompagnato da una donna della scorta e altri uomini della sicurezza, ha risposto con un sorriso e il saluto con la mano.
Coviddi. L’Organizzazione Mondiale delle Sanità, che sulla situazione della pandemia nel Pianeta ne sa più di tutti ed è comunque il principale punto di riferimento per le informazioni sul virus, sembra volere continuare con l’ambigua politica del bastone e della carota. Con la variante Omicron è plausibile che l’Europa “si stia avviando alla fine della pandemia”, sono state così da un lato le parole del direttore dell’Oms Europa Hans Kluge, che lasciano per la prima volta spazio alla speranza. Per Kluge Omicron, che potrebbe contagiare il 60% degli europei entro marzo, ha avviato una fase della pandemia nella regione europea che potrebbe concludersi con la sua fine. Ma ha anche precisato: «Non si deve abbassare la guardia a causa delle possibili mutazioni del virus». Il bastone lo ha invece usato in una intervista alla BBC l’autorevole funzionaria mondiale dell’Oms Maria van Kerkhove: “Omicron non sarà l’ultimo ceppo di Sars-CoV-2 di cui sentiremo parlare – ha spiegato – La variante Omicron, malgrado sia meno grave rispetto alla variante Delta, rappresenta comunque un virus pericoloso. Le persone che si contagiano con Omicron possono risultare asintomatiche, ma possono anche sviluppare sintomi severi, persino mortali». E ancora per la Van Kerkhove “anche i Paesi come il Regno Unito, dove la popolazione ha raggiunto un alto livello di immunità, stanno entrando in una fase diversa della pandemia, ma non è finita». A livello mondiale la pandemia potrebbe non esaurirsi con la variante Omicron, perché la pandemia «è un problema globale e va affrontato con soluzioni globali: ci sono ancora tre miliardi di persone che aspettano la prima dose di vaccino». E dunque la mancata immunizzazione della popolazione a livello globale, in realtà il problema più grave, potrebbe innescare nuove mutazioni del virus: non è detto che queste siano più o meno contagiose, diffusive o letali. Se dunque non si riuscirà a interrompere la trasmissione del Covid con le vaccinazioni e le misure anti-contagio, Sars-COV 2 continuerà a circolare e a mutare ancora, mettendo ancora in crisi anche i Paesi che pensano di aver archiviato la diffusione del virus. Un bagno di realismo, dopo l’iniezione di speranza del direttore Kluge: sarà ancora molto dura prima di uscire dall’incubo.
Cronaca. Un altro tragico incidente sul lavoro è accaduto nella bellissima Lorica, perla della Sila nel Cosentino. L’ingegnere Alessandro Marcelli, sessantenne, direttore dell’impianto, investito accidentalmente da una cabina, sarebbe scivolato e avrebbe battuto la testa morendo sul colpo. Il fatto è avvenuto alla stazione di partenza degli impianti, durante dei controlli di routine. Marcelli era il direttore delle infrastrutture e patrimonio delle Ferrovie della Calabria ed aveva assunto anche l’incarico di direttore di esercizio degli impianti di risalita di Lorica e Camigliatello Silano. L’incidente è avvenuto prima dell’apertura al pubblico degli impianti di risalita. I Vigili del Fuoco sono ancora impegnati nel recupero di sei addetti alla gestione dell’impianto, rimasti bloccati in due cabine, tra alcuni piloni, dopo che gli impianti di risalita erano stati fermati.
Ancora il grido di dolore e le urla nel silenzio di Papa Francesco. Nella sua omelia durante la messa nella Basilica di San Pietro, ha usato parole molto dure contro la mancata accoglienza dei migranti. “Quanto dolore sentiamo – ha detto a braccio – nel vedere fratelli e sorelle nostri morire sul mare perché non li lasciano sbarcare. E questo, alcuni in nome di Dio!”. Parole importanti e preoccupate anche nell’Angelus: “Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste. Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli …Per questo e con preoccupazione, viste le tensioni attuali, propongo che mercoledì prossimo 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace”. Sul fronte diplomatico, mentre oltre 100mila soldati russi sono ammassati al confine con l’Ucraina, dove ci si prepara alla guerra, suonano sinistre le parole del segretario di stato americano Antony Blinken alla Cnn: “Se la Russia aggredirà l’Ucraina ci sarà una risposta dura degli Stati Uniti e di tutti i suoi alleati europei … Qui in gioco c’è la difesa dei principi che sono alla base del diritto internazionale e non possiamo transigere”, ha aggiunto il capo della diplomazia americana.Notizie inquietanti anche da un altro dei fronti più delicati e pericolosi per la pace nel mondo.
L’aviazione militare di Taiwan sarebbe stata mobilitata ieri di fronte a una incursione di 39 jet da guerra cinesi nella zona di difesa aerea di sudovest dell’isola, la più grande fatta da Pechino da ottobre 2021. Secondo il ministero della Difesa, l’Esercito popolare di liberazione (Pla) ha inviato 34 caccia (dieci J-10 e 24 J-16), più 4 aerei da guerra elettronica (due Y-8 ELINT e Y-9 EW) e un bombardiere H-6. Taiwan avrebbe a sua volta dispiegato i suoi caccia, lanciato messaggi radio e monitorato le attività coi sistemi di difesa antiaerea. Pechino, va ricordato, considera Taiwan una sua provincia da riunificare, se necessario anche con la forza.
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