#Tanomattinale 24 febbraio 2021: Pertini, Draghi e salme, Astrazeneca ridotta, protesta spettacolo, Etna e cenere a Palermo, Turi bocca cucita

Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno ai meravigliosi fedelissimi sul mio profilo e agli altri, spero tanti, che da ieri mi leggono sul sito #sicilianews24.

Oggi voglio cominciare con il mio personale e indelebile ricordo del Presidentissimo #SandroPertini, trentuno anni dopo la sua morte: è la storica visita che lui fece al giornale L’Ora, ii “mio” giornale, quando venne a Palermo all’inizio di novembre del 1985, il giorno 6 se non ricordo male. Avevo 29 anni. Fu un onore, un privilegio, una enorme emozione stringere la mano a un personaggio straordinario e una figura così amata, un esempio ancora oggi per tutti gli italiani. Non l’ho mai dimenticato, mi piace sempre molto raccontare quel momento come uno dei ricordi speciali della vita.

Ed eccolo, in questa bellissima foto dall’archivio storico de L’Ora custodito presso la Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, il presidente Sandro Pertini nella redazione del giornale. Alla sua sinistra un giovanissimo Leoluca Orlando, alla destra Rita Bartoli Costa (vedova del procuratore Gaetano, assassinato da Cosa Nostra a Palermo il 6 agosto 1980), alle spalle Nino Buttitta, di fronte il direttore de L’Ora, il carissimo e indimenticabile Bruno Carbone.Ma bando ai ricordi, che per fortuna continuano ad accarezzarci il cuore, e andiamo all’attualità.

Ieri sera, per il Super Tutto Mario Draghi c’è stato il primo doloroso momento istituzionale: all’aeroporto di Ciampino il presidente del Consiglio ha accolto nel tristissimo rito del ritorno a casa le bare dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, vittime del brutale agguato in Congo. Come prevedevamo, su questa bruttissima vicenda è già cominciata la girandola delle indiscrezioni, rivelazioni, mezze verità; spero molto di sbagliarmi, ma in uno dei quei luoghi della Terra dove comandano tutti e nessuno la ricerca della verità vera non sarà per niente facile.Così come si profila molto complicato e irto di ostacoli il percorso del Governo di (finta) unità nazionale: il presidente Super Tutto, il re del “quantitative easing” monetario del quale ha forse già nostalgia, è tirato per la giacca da un lato dai fautori delle riaperture (capeggiati dal rozzo selfista), dall’altro dal Comitato Tecnico Scientifico della pandemia, che continua a suggerire prudenza, così come la suggeriscono i dati e soprattutto le brutte notizie che arrivano da Astrazeneca, che ammette addirittura un dimezzamento delle forniture di vaccini in tutta Europa nel secondo semestre dell’anno, anche se assicura un super impegno nella produzione. Ah, a proposito di giacca tirata, i partiti non si smentiscono mai mettendo in croce il presidente del Consiglio anche sulla vicenda dei sottosegretari.

Mi sa che una bella botta di decisionismo e concretezza del nuovo grande capo forse è già necessario, per mettere le cose in chiaro. Colpisce molto, rattrista ed è mediaticamente assai efficace la variegata e originale protesta in tutta Italia dei lavoratori dello spettacolo, davanti a teatri e luoghi della cultura. E’ il grido di dolore di un pezzo del Paese importante, di uomini, donne, famiglie che rischiano la povertà, mentre a noi tutti manca sempre di più, soprattutto in queste condizioni psicologiche così complesse, un pezzo della vita importante, fatto di cinema, teatri, musica, nutrimento per l’anima.

Per la nostra amata Etna quella da poco finita è stata una notte di quiete dopo i ripetuti spettacoli dell’ultima settimana, dei quali riporto qui ulteriore testimonianza con una strepitosa foto del mio amico Vincenzo Greco, bravissima Guida vulcanologica. Da alcuni amici palermitani arriva notizia che il vento ha portato anche sui loro balconi la cenere piovuta dalla Muntagna in eruzione. Mi viene spontaneo commentare con un sorriso: beccatevela pure voi.Chiudo con una notizia di mafia, interessante. A Torino i carabinieri hanno arrestato per porto e detenzione illegale di armi il 70enne boss catanese di Cosa Nostra Turi Ercolano, famoso per essersi platealmente cucito la bocca con una spillatrice durante il maxiprocesso di Palermo. Pare che girasse l’Italia tranquillamente armato di pistola. Non so se mi spiego.

Foto dall’Ansa.it e Repubblica.it

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Pubblicato da Gaetano Perricone su Martedì 23 febbraio 2021