Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato.
Oggi voglio essere monotematico: il mio sciocco e insulso esercizio quotidiano di raccolta e riflessione sulle cose più importanti che ci succedono intorno mette volutamente da parte tutte le megagalattiche notizie dall’Italia e dal mondo per dedicarsi all’approfondimento di un’unica notizia – che avevo già inserito nel mattinale di ieri – che per quanto mi riguarda, per la mia coscienza di convinto “buonista” come va blaterando costantemente un tipo becero e arrogante, è quella più importante di tutti: l’ultima spaventosa strage di migranti nel Mediterraneo. Alla memoria e all’onore delle sue vittime, le ultime almeno 100 ma sicuramente di più di un lunghissimo elenco, voglio dedicare tutta la mia attenzione e il mio pensiero.”È stato come navigare fra i cadaveri”.
La testimonianza diretta di Alessandro Porro, come riferisce l’ANSA, racconta l’ennesima tragedia del mare, sulla rotta delle migrazioni dal Nord Africa: con la Ocean Viking non è arrivato in tempo per salvare 130 persone annegate al largo della Libia, dopo due giorni su un gommone in balia dal Mediterraneo in burrasca, a lanciare invano richieste d’aiuto. Sarebbero state state ignorate, secondo la denuncia di Sea-Watch International e altre ONG, dalle autorità europee e da Frontex, che “hanno negato il soccorso”.
“Gli Stati si sono rifiutati di salvare i naufraghi”, accusa anche anche l’Organizzazione internazionale delle migrazioni dell’Onu, mentre secondo Alarm Phone, il contatto d’emergenza in supporto alle operazioni di salvataggio, che per primo ha lanciato l’allarme: “Potevano essere salvati ma tutte le autorità consapevolmente li hanno lasciati morire in mare”.Va ricordato che sono decine di migliaia i migranti annegati mentre cercavano di raggiungere l’Europa e una vita migliore, dopo avere subito di tutto nei campi-lager nel nord Africa e ad opera degli ignobili scafisti. Morti ignorati e dimenticati in un clima di sempre più grande indifferenza. Sono e restano la coscienza sporca del mondo, l’altra faccia della cosiddetta umanità. E lo spaventoso dramma della pandemia ha ulteriormente acuito l’indifferenza di fronte a questa grande tragedia.
Con l’aiuto della preziosa e imprescindibile fonte ANSA, ricapitolo i principali precedenti dal 3 ottobre 2013, quando il naufragio a Lampedusa nel meraviglioso mare azzurro della Tabaccara che si riempì del sangue dei migranti lasciò un segno indelebile con 368 bare allineate in un hangar.
* 3 ottobre 2013 – La tragedia di Lampedusa. A perdere la vita su un barcone naufragato al largo dell’isola sono 368 persone, tra le quali tante donne e tanti bambini; 155 i superstiti.
* 2 luglio 2014 – Affonda un gommone con 101 persone a bordo. Un mercantile ne salva 27, altre 74 sono disperse.
* 22 agosto 2014 – Oltre 200 vittime in un naufragio davanti alle coste libiche. Molti i cadaveri recuperati sulla spiaggia.
* 14 aprile 2015 – Naufragio al largo della Libia: circa 300 i morti, secondo le testimonianze dei sopravvissuti.
* 18 aprile 2015 – Il sovraffollamento e le manovre errate sono le cause del naufragio di “Barca Nostra” nel canale di Sicilia costato la vita ad almeno 700 persone (ma alcuni testimoni parlano di 900, forse 1000, la tragedia più grave di tutte). Solo 28 i superstiti.
* 5 agosto 2015 – Peschereccio si capovolge vicino alla Libia. A bordo 600 persone, 300 in salvo, recuperati solo 25 cadaveri.
* 18 aprile 2016 – Naufraga barcone con circa 500 migranti a bordo, quasi tutti dispersi nel Mediterraneo, partito dalla Libia e diretto verso l’Italia.
* 3 giugno 2016 – In Libia, nella città costiera di Zuwara, la spiaggia si ricopre di corpi di migranti lungo ben 25 chilometri. Sono almeno 117 i corpi ritrovati.
* 3 novembre 2016 – 239 migranti muoiono in due naufragi al largo della Libia.
* 23 marzo 2017 – Si temono almeno 240 morti in un doppio naufragio, sulla rotta tra Africa e Spagna.
* 13 aprile 2017 – Quasi 100 dispersi nell’affondamento di un barcone con 120 migrati a bordo al largo delle coste libiche.
* 7 maggio 2017 – Almeno 113 persone disperse in mare dopo l’affondamento di un gommone al largo di Al Zawiyah. Guardia costiera libica ed alcuni pescatori riescono a salvare solo 7 persone.
* 1 settembre 2018 – Più di 100 morti, tra cui 20 bambini, nel naufragio di due gommoni partiti dalle coste libiche.
* 27 agosto 2019 – Al largo di al Khums, ad est di Tripoli, sono 5 i cadaveri recuperati ma il bilancio dei dispersi è di 40 persone.
* 19 agosto 2020 – Almeno 45 migranti perdono la vita in un naufragio al largo delle coste della Libia. E’ il peggiore episodio dopo che la pandemia aveva rallentato le partenze.
* 12 novembre 2020 – Almeno 74 migranti annegano nello stesso tratto di mare al largo delle coste libiche. L’imbarcazione trasportava oltre 120 persone, tra cui donne e bambini.
* 20 febbraio 2020 – In un naufragio al largo della Tunisia, muoiono 41 persone, tra cui almeno un bambino.
La foto è una sola, l’ho scattata io qualche anno fa a Lampedusa al cosiddetto cimitero dei migranti, con croci su quelli che sono stati ritrovati, sono una minima parte: gli altri, tantissimi bambini, giacciono in fondo al mare. Nessun Recovery Plan e nessun vaccino potrà aiutarli a rivivere.
Buon sabato, scusate il mio buonismo cretino e la mia retorica, se non vi piace non leggetemi più. Ma oggi sentivo di onorare questi poveri esseri umani.
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