Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno dal Nord Est.
Oggi due soli argomenti importanti nel mio mattinale, tralascio completamente le penose polemiche politiche sul green pass, sempre provenienti da un’unica parte rissosa del Governo di disunità nazionale. Lo zio di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni di origine pachistana scomparsa da Novellara in provincia di Reggio Emilia, è stato arrestato alla periferia di Parigi, nel quartiere Garges les Gonesse, Danish Hasnain, è stato bloccato in un’abitazione privata dalla polizia francese in coordinamento con il nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Emilia. L’identità dell’uomo, che è stato trovato senza documenti, è stata confermata dalle impronte digitali. Hasnain è stato catturato in esecuzione del mandato di arresto europeo, emesso già il 28 maggio scorso, ed è stato portato in un carcere francese in attesa dell’estradizione. Per il suo rientro in Italia ci vorranno una decina di giorni, la spiegato la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi. Lo zio di Saman è considerato l’esecutore materiale delitto ma anche la mente del progetto criminoso, in base alle accuse formulate dal fratello di Saman. Per individuare l’uomo a Parigi sono stati incrociati i dati di alcune utenze telefoniche con gli accessi a diversi social.
La Procura di Reggio Emilia accusa lo zio della giovane di averla uccisa e poi di aver seppellito il cadavere con la complicità dei genitori e di altri due cugini. Nessuna resistenza da parte dell’indagato, solo un ultimo tentativo di sviare gli investigatori fornendo false generalità. Ma un neo sul viso lo ha incastrato e l’identificazione è stata accertata con la comparazione delle impronte digitali. Nell’appartamento c’erano anche altre persone, forse connazionali, che non si esclude ne possano avere favorito la latitanza. Ha detto il procuratore capo reggente di Reggio Emilia, Isabella Chiesi: “Dagli accertamenti che abbiamo fatto ritengo che fosse sicuramente la mente di questo progetto criminoso pazzesco”. L’arresto di Hasnain “è fondamentale perché ci consente di poter avere una versione dei fatti e delle eventuali indicazioni in merito a dove si trova il corpo di Saman.
E avendo già un altro indagato in carcere potremmo anche mettere a confronto le due versioni dei fatti”. Vane fino ad ora, lo ricordiamo, le ricerche del corpo di Saman.Si è scavato in vari punti del terreno, cercato in serre, pozzi e porcilaie, anche con l’aiuto dei cani più addestrati messi a disposizione dalla polizia tedesca del land della Baviera: sono state usate tutte le ultime tecnologie, compresi due archeologi volontari. Ora invece le indagini dei militari dell’Arma sono diventate più ‘tecniche’ mentre si attendono risposte delle autorità del Pakistan dopo la richiesta di estradizione inoltrata per poter consegnare alla giustizia italiana i familiari ancora latitanti. Testimone coraggioso e fondamentale contro la famiglia è il fratello 16enne di Saman, che ha confermato davanti al gip quanto aveva già riferito agli inquirenti in precedenza: ovvero che a uccidere la sorella sarebbe stato lo zio. A non voler credere alla morte della giovane, resta solo il fidanzato: “Ho ancora la speranza che Saman sia viva”, ha detto prima di essere sentito come teste in tribunale il 23 luglio scorso. Una storia veramente terribile.
I clan di Cosa Nostra non riescono a ricostruire la Cupola , che decideva sulle questioni più delicate e hanno adottato “un coordinamento basato sulla condivisione delle linee di indirizzo e dalla ripartizione delle sfere di influenza tra esponenti di rilievo dei vari mandamenti, anche di province diverse”: è uno dei passaggi più importanti della relazione semestrale, la seconda del 2020, della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, nella parte relativa alla mafia siciliana. Riporto integralmente, dalle conclusioni dell’importantissimo documento, un altro passaggio che trovo significativo: “… in Sicilia coesistono organizzazioni criminali eterogenee che seguono dinamiche diversificate sia pure con la storica preminenza di cosa nostra che ultimamente sembra avere riaperto le porte ai c.d. “scappati” o meglio alle nuove generazioni di coloro i cui padri avevano dovuto trovare rifugio all’estero a seguito della guerra di mafia dei primi anni ‘80. Nell’area centro-orientale a cosa nostra si affiancano altre compagini di matrice mafiosa tra di esse un particolare rilievo è da attribuire alla stidda la quale è costituita da gruppi autonomi che operano secondo un modello di tipo orizzontale. Tali sodalizi sono inizialmente nati in contrapposizione a cosa nostra ma oggi ricercano con la stessa accordi funzionali alla cooperazione negli affari illeciti. Permane l’infiltrazione nei settori economici caratterizzati dall’erogazione di contributi pubblici come nel caso della produzione di energia da fonti rinnovabili, dell’agricoltura e dell’allevamento. Spesso ciò si realizza attraverso il condizionamento degli Enti locali anche avvalendosi della complicità di politici e funzionari infedeli. Si reputa inoltre opportuno sottolineare il crescente interesse criminale per il gaming che nelle aree di proiezione è utilizzato quale strumento di riciclaggio mentre in Sicilia è funzionale anche al controllo del territorio”.
E ancora: “Durante il perdurare dell’emergenza sanitaria, la tendenza ad infiltrare in modo capillare il tessuto economico e sociale “sano” si sarebbe dunque ulteriormente evidenziata. Si tratta infatti di una strategia criminale che in un periodo di grave crisi offrirebbe alle organizzazioni l’occasione sia di poter rilevare a buon mercato imprese in difficoltà, sia di accaparrarsi le risorse pubbliche stanziate per fronteggiare l’emergenza sanitaria.Con questa capacità imprenditoriale le mafie potrebbero rivolgere le proprie attenzioni operative verso i fondi comunitari che giungeranno a breve grazie alle iniziative del Governo per assicurare un tempestivo sostegno economico in favore delle categorie più colpite dalle restrizioni rese necessarie dalla nota emergenza sanitaria”. Parole e avvertimenti molto chiari.E’ tutto, forse anche troppo.
Buona giornata
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