Tanomattinale

#Tanomattinale 23 giugno 2021: SOS riscaldamento globale, alla ricerca del piccolo Nicola, ciao mascherina, Ursula, Mario, i soldoni, Vaticano e Zan, la sfida di Wembley

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Tra tanti argomenti importanti, in una giornata ancora super caldissima apro il mattinale con una notizia battuta dall’ANSA stamattina che amplifica le preoccupazioni sul clima.

Un riscaldamento globale al di sopra della soglia fissata dall’accordo di Parigi sul clima avrebbe “impatti irreversibili sui sistemi umani”: se si raggiungeranno i +2 gradi centigradi anziché +1,5, circa 420 milioni di persone in più sulla Terra dovranno affrontare “ondate di caldo estremo” e fino a 80 milioni di persone in più nel mondo potrebbero essere minacciate dalla fame. E’ quanto afferma una bozza del rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) dell’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu). Carenza d’acqua, esodo, malnutrizione, estinzione delle specie: la vita sulla Terra come la conosciamo sarà inevitabilmente trasformata dal cambiamento climatico quando i bambini nati nel 2021 avranno 30 anni o anche prima. Qualunque sia il tasso di riduzione delle emissioni di gas serra, gli impatti devastanti del riscaldamento globale sulla natura e sull’umanità che da esso dipende accelereranno – assicura la bozza di rapporto – e diventeranno dolorosamente palpabili ben prima del 2050. “La vita sulla Terra può riprendersi dai grandi cambiamenti climatici evolvendosi in nuove specie e creando nuovi ecosistemi – osserva l’Ipcc- ma l’umanità non può”. Il rapporto di valutazione completo da 4.000 pagine, molto più allarmistico del precedente del 2014, mira a indirizzare le prossime decisioni politiche. Sebbene le sue principali conclusioni non cambieranno, non sarà pubblicato ufficialmente fino a febbraio 2022, dopo la sua approvazione per consenso da parte dei 195 stati membri.

“Lo stiamo cercando e lo continueremo a cercare, non ci fermiamo – sono le parole di Gian Piero Philip Moschetti, sindaco di Campanara di Palazzuolo sul Senio (Firenze), località isolata dell’Alto Mugello – Ci sono 200 persone che cercano questo bambino, lo cerchiamo coi droni, con i cani, con i cani molecolari”. “Sappiamo che è uscito di casa e non ha fatto ritorno”, ha concluso il sindaco confermando che i tempi di attivazione delle ricerche sono stati immediati: “L’allarme è stato dato dai genitori all’Arma dei carabinieri alle 10, l’Arma ha avvisato il Comune e ci siamo attivati subito”. Il bambino si chiama Nicola Tanturli, ha 2 anni, è scomparso durante la notte, grande è l’apprensione per la sua sorte. Il piccolo vive insieme alla sua famiglia nella comunità alternativa di Campanara, immersa nella natura. La comunità nacque nel 1984 quando un gruppo di persone di ritorno da un viaggio in India decise di dare vita a una piccola società più a contatto con la natura. La famiglia, che ha anche un altro figlio di 4 anni, vive in un casolare gestendo un’azienda di apicoltura. Il piccolo è scomparso la notte tra il 21 e il 22 giugno. La famiglia vive in una zona impervia, raggiungibile solo da una mulattiera. Lunedì sera babbo e mamma hanno messo a letto i due figli, anche Nicola. Quando sono andati a svegliarlo, hanno trovato un lettino vuoto. Hanno cercato per tutta la casa, poi nei terreni intorno. Hanno dato l’allarme ai carabinieri. Nicola è un bimbo che vive in campagna e ha sviluppato presto autonomia nei movimenti, abituato a muoversi da solo oltre i margini dell’abitazione e le immediate vicinanze. L’ipotesi ritenuta più probabile è che durante la notte, non è chiaro in quale orario, si sia svegliato, sia sceso dal letto e sia uscito di casa, dove non ha più fatto ritorno. Potrebbe aver camminato a lungo e si sarebbe perso, non riuscendo più a trovare la strada di casa. “E’ un bambino molto attivo – racconta il sindaco – molto vispo, potrebbe camminare per un chilometro all’ora, non sappiamo quanta distanza possa aver fatto. Era abituato ad uscire dalla casa, a vivere all’aria aperta. I genitori lo hanno messo a letto dopo cena. Al risveglio si sono accorti che non c’era più e hanno dato l’allarme”. Sul posto vigili del fuoco, con circa 40 uomini e un elicottero, carabinieri, soccorso alpino, volontari del soccorso alpino e volontari della protezione civile. Sono arrivati anche i sub dei pompieri, per ispezionare un laghetto artificiale ma l’esito è stato negativo. Per trovare Nicola sono state usate le unità cinofile, anche con i cani molecolari, al cui olfatto sono stati sottoposti alcuni vestiti. “L’area – aggiunge Moschetti – dove si concentrano le ricerche è estesa e impervia con boschi e fitta vegetazione. Stiamo setacciando la zona, le ricerche continuano con tutte le forze e i mezzi a disposizione. Un’intera comunità lo sta cercando”.

Altro argomento, arriva una decisione molto attesa. “Ho appena firmato un’ordinanza che permette di non usare la mascherina all’aperto” dal 28 giugno. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto ieri sera a Cartabianca su Rai3.”La mascherina è e resta uno strumento fondamentale – ha detto -. Va indossata necessariamente solo quando non si può rispettare il distanziamento ma resta un punto fondamentale della nostra strategia. E’ vero che i nostri numeri sono migliori rispetto a un mese fa, ma – ha avvertito il ministro – non dobbiamo considerare chiusa la partita”. Come si dice dalle nostre parti, il nostro Super Tutto Premier dei Draghi fiammeggianti ha fatto letteralmente cinema con la signora Ursula Von Der Leyen per celebrare a Cinecittà sul Red Carpet l’assegnazione formale all’Italia dei piccioloni, i soldoni del Recovery Plan. “Spero che sia l’alba della ripresa dell’economia italiana – ha commentato con parole importanti il presidente del Consiglio, per il quale i soldi del Recovery dovranno essere “spesi tutti, ma soprattutto spesi bene, in maniera efficiente, efficace, ma anche con onestà. Nelle ultime settimane abbiamo già fatto importanti passi sulle riforme come quella sulla governance e sulle semplificazioni”

C’è dunque il via libera della Commissione Ue al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) italiano, che farà arrivare al Paese 24,9 miliardi di euro entro luglio, e in totale 191,5 miliardi entro il 2026. Di questi, 68,9 sono sovvenzioni e 122,6 sono prestiti. Ho fatto un conto con la calcolatrice: considerato un euro a 2000 delle vecchie lire, sono in totale 432.800 miliardi della vecchia valuta italiana, quella con la quale abbiamo vissuto noi della generazione di metà del secolo scorso del millennio scorso. Roba assolutamente da capogiro.Il piano “rappresenta una risposta completa e bilanciata alla situazione economica e sociale dell’Italia, contribuendo in modo appropriato a tutti e sei i pilastri del regolamento Recovery”, scrive Bruxelles. Il Pnrr contiene 190 misure, di cui 58 riforme e 132 investimenti. E 525 obiettivi da raggiungere per ottenere le tranche di fondi. Il 37,5% del piano contribuisce agli obiettivi climatici, il 25% a quelli digitali. Per la Commissione europea il Pnrr dell’Italia affronta “in modo efficace” le raccomandazioni Ue e “contribuisce a correggere gli squilibri, incluso l’alto debito e la debole produttività, in un contesto di alta disoccupazione e elevati crediti deteriorati”.

Scrivo poche parole sulla “rimodulazione” del DDL Zan chiesta dal Vaticano all’Italia perché la considero una pesantissima ingerenza e non mi piace per nulla. “La Nota Verbale della Segreteria di Stato è stata consegnata informalmente all’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede il 17 giugno 2021”, ha precisato la sala stampa Vaticana confermando all’ANSA l’intervento sul ddl Zan. L’intervento della Santa Sede sul governo italiano ha l’obiettivo “non di bloccare” il ddl Zan ma di “rimodularlo in modo che la Chiesa possa continuare a svolgere la sua azione pastorale, educativa e sociale liberamente”. E’ quanto spiegano fonti vaticane. Ma è una spiegazione che non placa la, per quanto mi riguarda sgradevole sensazione, di un intervento a gamba tesa della Chiesa su questioni che riguardano lo Stato. E dunque attendo con molto interesse la posizione che oggi verrà espressa sulla questione dal Governo.Chiudo con la questione Wembley sì, Wembley no per la fase finale degli europei di calcio. Mentre l’UEFA si è espressa per andare avanti e lo sbruffone arrogante di Boris Johnson ha parlato di 60.000 spettatori in un Paese che registra un’impennata di nuovi contagi da Covid (oltre 11.000 in tutto il Regno Unito, quasi 9000 nella solo Inghilterra), anche l’OMS mostra perplessità. So bene che il calcio ha un suo sistema di governo “a parte”, ma è lecito chiedersi: può una Nazione che è uscita dall’Unione Europea per libera scelta dei suoi elettori ospitare una finale europea dello sport più popolare, mettendo a rischio tanta gente ? Ai posteri di questo pazzo mondo l’ardua sentenza.

Buona ancora caldissima giornata.

Gaetano Perricone

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