#Tanomattinale 22 marzo 2022: guerra in Ucraina: tra Russia e Usa è quasi rottura, summit virtuale tra Biden e gli alleati europei, nasce la “bussola strategica” difensiva dell’UE, oggi Zelensky parla al Parlamento italiano con varie assenze; Mattarella e le mafie; l’areo caduto in picchiata in Cina; donna fatta a pezzi nel Bresciano

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Guerra Russia-Ucraina, giorno 27. Oggi apro con quello che considero un pessimo segno per gli sviluppi della drammatica crisi internazionale che stiamo vivendo: i rapporti al limite della rottura tra Russia e Stati Uniti, anzi tra Biden e Putin. Traduco dall’inglese da Interfax, agenzia di stampa russa non governativa: “La Russia ha presentato una protesta con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Russia John Sullivan in relazione alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, affermando che tali osservazioni, come quelle fatte dal presidente degli Stati Uniti, hanno messo le relazioni bilaterali sull’orlo del collasso, ha affermato il ministero degli Esteri russo.

“Il 21 marzo è stata presentata una manifestazione all’ambasciatore statunitense John Sullivan, che è stato convocato al ministero degli Esteri della Federazione Russa, ed è stata depositata una nota di protesta, in relazione alle recenti inaccettabili osservazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sul presidente della Russia”, ha detto il ministero degli Esteri. “Tali dichiarazioni da parte del presidente americano non sono coerenti con una figura statale di così alto rango e mettono le relazioni russo-americane sull’orlo del collasso”, ha affermato il ministero. “Abbiamo fornito un avvertimento che le azioni ostili intraprese contro la Russia saranno contrastate in modo risoluto e fermo”, ha affermato. Inoltre, “nel discutere l’attuale agenda bilaterale, la questione di garantire condizioni normali per le operazioni delle missioni diplomatiche russe negli Stati Uniti, comprese le garanzie del loro funzionamento ininterrotto, è stata portata all’attenzione dell’ambasciatore con grande forza”, ha affermato il ministero”. Avvertimento e anche minaccioso.

Alla vigilia del suo arrivo in Europa per partecipare al consiglio Nato, il presidente americano ha parlato con i più importanti alleati europei in quello che, al di là dei toni diplomatici e anche molo retorici, sembra una specie di consiglio di guerra. Vi traduco il resoconto dal sito della White House, la Casa Bianca: “Il presidente Joseph R. Biden, Jr. ha parlato oggi con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro italiano Mario Draghi e il primo ministro Boris Johnson del Regno Unito. I leader hanno discusso le loro serie preoccupazioni per le tattiche brutali della Russia in Ucraina, compresi i suoi attacchi ai civili. Hanno sottolineato il loro continuo sostegno all’Ucraina, anche fornendo assistenza di sicurezza ai coraggiosi ucraini che stanno difendendo il loro paese dall’aggressione russa e assistenza umanitaria ai milioni di ucraini che sono fuggiti dalla violenza. I leader hanno anche esaminato i recenti sforzi diplomatici a sostegno degli sforzi dell’Ucraina per raggiungere un cessate il fuoco”.

Mi sembra molto interessante, in termini di comunicazione dei fatti che stiamo vivendo, confrontarlo con il resoconto del sito del Governo italiano, quasi uguale anche se più stringato e un po’ meno retorico: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi pomeriggio una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il Presidente francese, Emmanuel Macron, il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il Primo Ministro britannico, Boris Johnson, in preparazione del vertice NATO di giovedì prossimo e della partecipazione del Presidente Biden al prossimo Consiglio europeo. I leader hanno riaffermato l’importanza della unità di intenti e di azione dimostrata di fronte alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni. Di fronte alla grave emergenza umanitaria i leader si sono impegnati a coordinare gli sforzi per aiutare la popolazione ucraina in fuga dal conflitto o bloccata in patria”. Primi passi, ma molto piccoli e certamente sollecitati dalla gravità della crisi ucraina, per una difesa europea comune. Il Consiglio Affari Esteri e Difesa Ue riunito insieme ha formalmente approvato la cosiddetta “bussola strategica”. Nella nota ufficiale si spiega: “L’obiettivo della bussola strategica è rendere l’UE un fornitore di sicurezza più forte e più capace.

L’UE deve poter proteggere i suoi cittadini e contribuire alla pace e alla sicurezza internazionali. Ciò è tanto più importante in un momento in cui la guerra è tornata in Europa, a seguito dell’ingiustificata e non provocata aggressione russa contro l’Ucraina, nonché di grandi cambiamenti geopolitici”. Le prime iniziative: “Per poter agire rapidamente e con fermezza ogni volta che scoppia una crisi, con i partner se possibile e da sola quando necessario, l’UE: istituire una forte capacità di schieramento rapido dell’UE fino a 5000 soldati per diversi tipi di crisi; essere pronto a schierare 200 esperti di missione PSDC (Politica di Sicurezza e Difesa Comune, n.d.r.) completamente attrezzati entro 30 giorni, anche in ambienti complessi; condurre regolari esercitazioni dal vivo a terra e in mare; migliorare la mobilità militare; rafforzare le missioni e le operazioni della PSDC (Politica comune di difesa e di sicurezza) civili e militari dell’UE promuovendo un processo decisionale rapido e più flessibile, agendo in modo più solido e garantendo una maggiore solidarietà finanziaria; fare pieno uso del Fondo europeo per la pace per sostenere i partner”Mentre sul campo continuano i bombardamenti, suonano le sirene d’allarme in tutte le città, ma l’Ucraina annuncia di avere riconquistato Makariv cacciando i russi, dopo i video-collegamenti con Parlamenti d’Europa, Regno Unito, Canada, Stati Uniti, Germania e Israele oggi in tarda mattinata il presidente ucraino Zelensky parlerà da Kiev anche alle Camere italiane, riunite a Montecitorio.

Un discorso che, in linea con i precedenti, si preannuncia duro, probabilmente accompagnato come i precedenti da un appello a fare di più per difendere il suo Paese. Ad ascoltarlo, ci saranno Elisabetta Casellati, Roberto Fico, il premier Mario Draghi, l’ambasciatore ucraino, Yaroslav Melnyk, e i parlamentari italiani, ma con varie defezioni già annunciate e altre possibili. Sono almeno 925 i civili uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, secondo gli ultimi dati comunicati dall’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani (Unhchr). Un totale di 2.421 vittime civili sono state registrate nel paese, di cui 925 morti e 1.496 feriti. Tra i morti ci sono 11 ragazze, 25 ragazzi e altri 39 bambini. L’agenzia Onu spiega che è probabile che le cifre effettive siano “notevolmente più alte” soprattutto negli ultimi giorni “poiché la ricezione di informazioni da alcune località è stata ritardata e molti rapporti sono ancora in attesa di conferma”. La maggior parte delle vittime civili sono state causate dall’uso di armi esplosive con ampia area di impatto, compresi i bombardamenti di artiglieria pesante e sistemi di lancio multiplo di razzi, missili e attacchi aerei.Cambiamo argomento.

Cinquantamila ieri a Napoli nella piazza principale, tanti altri nelle altre piazze italiane per la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera da 27 anni. Riporto integralmente, anche se è lungo vale la pena di leggerlo, il bellissimo messaggio di Mattarella dal sito Quirinale.it: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime innocenti delle mafie” ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Memoria è impegno. Onorare chi ha pagato con la vita il diritto alla dignità di essere uomini, opponendosi alla disumanità delle mafie, alla violenza, alla sopraffazione contro la propria famiglia, la comunità in cui si vive. Memoria è richiamo contro la indifferenza, per segnalare che la paura si sconfigge con la affermazione della legalità. Perché combattere le mafie significa adempiere alla promessa di libertà su cui si fonda la vita della Repubblica, e che la criminalità organizzata tenta, in ogni modo, di calpestare e opprimere. La Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie – fortemente voluta da Libera – risponde a un bisogno profondo di verità e di giustizia, e costituisce una chiamata preziosa per l’intera società, in particolare per i giovani, che hanno diritto a un futuro libero dalla aggressione della criminalità e che sono chiamati a costruirlo a partire dalla loro quotidianità. Pronunciare i nomi di coloro che sono stati uccisi dalle bande criminali mafiose perché si sono opposti alle loro prepotenze – fossero servitori dello Stato, difensori del bene comune, testimoni di valori minacciati, cittadini innocenti e inermi che si sono trovati sulla strada di assassini feroci – ricorda a tutti noi i rischi derivanti dalla presenza delle infrastrutture del male che veicolano ogni genere di reati, pretendendo di prendere in ostaggio la nostra vita. Sconfiggere le mafie è possibile: lo testimoniano i risultati dell’azione senza sosta delle Forze di polizia, della Magistratura, della società civile. Le mafie cambiano pelle, centri di affari, modalità organizzative. Si insinuano nelle attività legali, e ogni sottovalutazione può aprire varchi alla penetrazione criminale. Istituzioni, forze economiche e sociali, comunità territoriali, singole persone: tutti sono chiamati all’impegno per contrastarla e sconfiggerla a tutela degli spazi di civiltà. Desidero esprimere la mia vicinanza a quanti si ritroveranno nella manifestazione nazionale a Napoli e nelle altre piazze italiane per ripetere gesti insieme semplici e esemplari. Crescita civile e affermazione dei diritti si affermano con il consolidarsi della partecipazione dei cittadini».

Cronaca. Per non farci mancare nulla, ecco anche una nuova terribile sciagura aerea dai risvolti poco chiari. Un Boeing 737-800 della compagnia aerea China Eastern Airlines è precipitato vicino a Wuzhou, nel sud della Cina. C’erano a bordo 132 persone (123 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio), tutte morte. La compagnia China Eastern Airlines ha espresso le proprie condoglianze per le vittime e ha confermato di aver «immediatamente attivato il meccanismo di emergenza e ha invitato un gruppo di lavoro sul posto». Allo stesso tempo la compagnia ha deciso di lasciare a terra gli altri 101 Boeing 737-800 in attesa di capire cosa può aver portato all’incidente. L’aereo, partito da Kunming, si sarebbe preparato a scendere verso la destinazione finale di Guangzhou; i valori finali e le terribili immagini che abbiamo visto lasciano intendere che il velivolo sarebbe caduto in picchiata, per cause ancora da chiarire ma sulle quali iniziano a circolare le prime ipotesi, un grave problema tecnico ai comandi di volo oppure un gesto intenzionale. Ma saranno le scatole nere a fare chiarezza. Nell’ultimo pacchetto di dati raccolto dai dispositivi di Flightradar24 poco prima di far perdere le tracce il Boeing 737-800 stava scendendo a oltre 9.400 metri al minuto (cioè a 157 metri al secondo), valori che non fanno pensare a una normale discesa di quota. L’ultimo segnale lo colloca a 983 metri di quota, in un’area peraltro collinare. Il presidente cinese Xi Jinping, si è dichiarato “sconvolto” per l’incidente, ha chiesto di impiegare “tutti gli sforzi possibili” per «organizzare la ricerca e il salvataggio, gestire adeguatamente le conseguenze, rafforzare le indagini sui potenziali rischi per la sicurezza nell’aviazione civile e garantire l’assoluta sicurezza delle operazioni di aviazione”.

Orrore a Borno, in Valcamonica, nel Bresciano: in un dirupo in località Paline, nascosto in alcuni sacchi neri di plastica, è stato ritrovato il cadavere di una donna, fatto a pezzi e con il volto irriconoscibile. Si indaga per omicidio con i carabinieri, coordinati dal pm Lorena Ghibaudo che stanno provando a risalire all’identità della vittima in base alle denunce di scomparsa presentate negli ultimi tempi in alta Valle Camonica. Impossibile al momento stabilire l’età. Il cadavere era in quattro sacchi abbandonati in un dirupo sulla strada che dalla provincia di Brescia porta a quella di Bergamo. “E’ un’Indagine che parte da zero” si limitano a dire gli inquirenti.

E’ tutto, buona giornata.

(foto dal web)