Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica..
Guerra Russia-Ucraina giorno 88. Tra armi e diplomazia, tante parole.
Apro con importanti dichiarazioni del presidente ucraino diffuse da Ukrinform News, agenzia di stampa ucraina: “Stiamo facendo tutto il possibile per tornare il prima possibile alle regole del tempo di pace. Vorrei anche esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che stanno lavorando per rendere l’Ucraina parte di un’Europa unita. A tutti i nostri diplomatici, a tutti i nostri dipendenti pubblici che ora hanno poche settimane per completare il compito che altri paesi hanno superato per anni quando hanno aderito all’Unione europea”, ha affermato Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky in un discorso notturno. Ha sottolineato che il percorso di integrazione europea dell’Ucraina non riguarda solo la politica. Riguarda la qualità della vita e il fatto che gli ucraini vedono i valori della vita allo stesso modo della stragrande maggioranza degli europei, ha aggiunto. Zelensky ritiene che alla fine si svolgeranno negoziati di alto livello tra Ucraina e Russia, ma lo scopo del suo incontro con Putin dipenderà da quando si terranno tali colloqui. Zelensky lo ha affermato in un’intervista durante un telethon nazionale, rispondendo alla domanda su quale sia lo scopo dell’incontro con Putin. “Lo scopo dell’incontro con Putin dipende da quando avrà luogo questo incontro. Gli scopi cambiano. Così come c’è una guerra ibrida, ci saranno pace ibrida e incontri ibridi. Se ci incontrassimo oggi, la questione di Mariupol sarebbe all’ordine del giorno, ma se ci incontriamo tra due o tre mesi, la questione potrebbe non esistere o potrebbe essere discussa in parte. Se ci fossimo incontrati dopo lo scoppio della guerra, anche lo scopo sarebbe stato diverso. Se ci fossimo incontrati oggi, sappiamo cosa c’è occupato e cosa è disoccupato, quindi ne parleremmo. Tra due mesi non sappiamo come sarà la situazione”, ha detto il presidente. Secondo Zelensky, in ogni caso, ora è importante risolvere la questione dello scambio di prigionieri di guerra, della disoccupazione e della pace, per fermare la guerra. “Oggi, quando ci sono alcune specifiche in atto, comprendiamo le minacce e i rischi, quindi molto dipende da noi. Ma molto dipende anche dalla Russia. Abbiamo volontà e abbiamo i nostri obiettivi: vogliamo riconquistare i nostri territori e vogliamo per porre fine a questa guerra. Ma quando accadrà dipende dal momento in cui parleremo con Putin”, ha detto ancora Zelensky. Ha anche espresso fiducia che i colloqui tra Ucraina e Russia alla fine avranno luogo, ma il tempo e il formato rimangono poco chiari. “Non so come sarà il format: con o senza mediatori, in una cerchia ampia o meno, a livello di presidenti, colloqui bilaterali o meno – ma alla fine si svolgerà”, ha sottolineato il capo dello Stato”. Ieri sera il presidente ucraino ha parlato a telefono con il premier italiano Mario Draghi e lo ha ringraziato per il sostegno del nostro Paese.
Dalla Tass, agenzia di stampa ufficiale russa, arrivano in nottata notizie che sembrano smentire nettamente l’ipotesi di uno scambio di prigionieri che salvi la pelle ai combattenti di Azovstal che si sono arresi. “Il capo della fazione del partito LDPR nella camera bassa del parlamento russo, la Duma di Stato, e il presidente della commissione per gli affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky, ritengono che i membri del battaglione nazionalista Azov dell’Ucraina dovrebbero affrontare un tribunale per i loro crimini e il loro scambio dovrebbe essere escluso. “La mia opinione rimane invariata: non ci deve essere scambio di membri del [battaglione] Azov, che è fuorilegge in Russia. Il loro destino dovrebbe essere determinato da un tribunale”, ha scritto Slutsky nel suo canale Telegram sabato. Ha respinto i precedenti resoconti dei media, che lo citavano come se si stesse discutendo la questione dello scambio di militanti Azov con il leader dell’opposizione ucraino Viktor Medvedchuk. “Tutte le interpretazioni che vengono espresse ora sono sostanzialmente errate, vorrei sottolinearlo ancora una volta”, ha detto Slutsky. Nelle sue parole, tali questioni devono essere discusse “da coloro che sono investiti della debita autorità”.
E sempre dalla Tass, una notizia che ha tutto il sapore di una prevedibile e prevista ritorsione, di controsanzioni: “Il ministero degli Esteri russo ha pubblicato una lista nazionale di stop di 963 cittadini statunitensi a cui, come misura per botta, è vietato venire in Russia. “Nel contesto delle misure di ritorsione alle sanzioni anti-russe continuamente imposte dagli Stati Uniti e in risposta alle richieste in arrivo sugli individui nella nostra lista di arresto nazionale, il ministero degli Esteri russo sta pubblicando un elenco di cittadini statunitensi a cui è permanentemente vietato l’accesso entrando nella Federazione Russa”, si legge nella dichiarazione pubblicata ieri sul sito web del ministero. Al documento è allegato un link all’elenco con i nomi di 963 persone. Tra loro ci sono il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il segretario di Stato Antony Blinken, il direttore dell’FBI Christopher Wray e altri funzionari statunitensi, i cui divieti d’ingresso sono stati annunciati in precedenza dal ministero degli Esteri russo (ma nella lista ci sono anche personaggi come MarK Zuckerberg e l’attore Morgan Freeman, n.d.r). “Sottolineiamo che le azioni ostili di Washington, che hanno fatto boomerang contro gli Stati Uniti, continueranno a ricevere una risposta in natura”, ha affermato il ministero degli Esteri. Il ministero degli Esteri russo ha sottolineato che le controsanzioni russe sono involontarie e mirano a “costringere il regime statunitense al potere, che sta tentando di imporre un ‘ordine mondiale basato sul governo’ neocoloniale al resto del mondo, a cambiare la sua condotta riconoscendo le nuove realtà geopolitiche”. Apertura per finire: “La Russia non cerca alcun confronto e rimane aperta a un dialogo onesto e rispettoso reciprocamente, distinguendo il popolo americano, che invariabilmente gode del nostro rispetto, dalle autorità statunitensi, che fomentano la russofobia, e da coloro che li servono. Sono questi individui che vengono attribuiti alla Russia ‘lista nera’”, conclude la dichiarazione.
L’agenzia di stampa russa diffonde notizie minacciose su potentissimi missili testati da poco: “I sistemi di combattimento strategico dei missili balistici intercontinentali (ICBM) Sarmat prodotti in serie dalla Russia saranno in servizio di combattimento questo autunno, ha affermato il capo della Roscosmos Dmitry Rogozin in un’intervista al canale televisivo russo Rossiya-24. “I lanci di prova si terranno durante tutto l’anno, ma stiamo pianificando di mettere in servizio i primi missili prodotti in serie nell’autunno di quest’anno”, ha detto Rogozin. Alla fine del mese scorso, Rogozin ha dichiarato che la società spaziale russa Roscosmos avrebbe presto prodotto 46 sistemi di combattimento strategico missilistici intercontinentali (ICBM) Sarmat. Il missile balistico intercontinentale Sarmat è stato sviluppato presso il Makeyev State Rocket Center (parte di Roscosmos) ed è prodotto presso l’impresa Krasmash. Secondo le stime degli esperti, l’RS-28 Sarmat è in grado di mandare una testata MIRVed del peso fino a 10 tonnellate in qualsiasi località del mondo sia al polo nord che al polo sud”.
Ancora un incidente drammatico per un ragazzo in fase di formazione lavorativa. Un ragazzo di 17 anni, durante un percorso di alternanza scuola-lavoro in una carrozzeria a Merano, è rimasto gravemente ferito a causa di un ritorno di fiamma. Ferito anche un operaio di 36 anni. Il ragazzo era in regime di Percorso per le competenze trasversali (Pcto), è stato trasportato all’ospedale San Maurizio di Bolzano, con ustioni in diverse parti del corpo, e poi trasferito in un centro specializzato in Baviera, a Murnau, dove è ricoverato in condizioni gravi. “Non staremo a guardare, ci saranno scioperi e mobilitazioni studentesche in tutto il paese”, ha annunciato l’Unione degli studenti. E’ Il terzo incidente grave, quest’anno, in alternanza scuola lavoro. Lo scorso 21 gennaio un incidente accaduto nell’ultimo giorno di stage in fabbrica (la Burimec di Lauzacco di Pavia di Udine) aveva ucciso un allievo dell’Istituto salesiano Bearzi, Lorenzo Parelli, 18 anni, di Morsano di Castions di Strada. Era stato colpito da una putrella, nel corso di un addestramento professionale previsto dal programma. Ancora, il 14 febbraio era morto in un incidente stradale un sedicenne in Pcto: Giuseppe Lenoci, in istruzione al Centro di addestramento Artigianelli di Fermo, uscito con la ditta con cui stava facendo esperienza per sostituire una caldaia. E sotto la pioggia il furgoncino, di cui lui era passeggero, era sbandato finendo contro un albero. “Il lavoro sugli Its è fondamentale perché è la scuola che serve a ricucire e alzare tutto il sistema delle competenze del nostro Paese. L’Italia è tutta da mettere in formazione, non si deve parlare solo di formazione dei ragazzi: riprendiamo intanto a pensare la scuola come una parte strutturata del Paese e non come un mondo a parte”, ha detto il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, intervenendo all’evento Didacta, in corso alla Fortezza da Basso di Firenze. “Voglio rivolgere un pensiero al ragazzo di Merano – ha affermato -. I morti sul lavoro in questo paese sono troppi, il numero tollerabile è zero, non di più”.
Chiudo con un pensiero pieno di tristezza. Palloncini bianchi coi nomi dei compagni e un grande cuore con su scritto Tommaso. Silenzio irreale nella basilica di Colle Maggio a L’Aquila per l’ultimo saluto al bambino scomparso nell’incidente dell’asilo Primo Maggio il 18 maggio, schiacciato da una macchina che è piombata nel giardino. Che riposi in pace, povero dolcissimo piccolo. Con un grande abbraccio virtuale ai suoi genitori.
E’ tutto, buona giornata, oggi è il giorno prima del trentennale della Strage di Capaci e ci saranno tante manifestazioni.
(le foto dal web)
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