Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Crisi Ucraina, il mondo è con il fiato sospeso ma c’è ancora qualche speranza che la ragione prevalga rispetto a una guerra pericolosissima nel cuore della vecchia Europa, che gioverebbe soltanto alle industrie belliche. La notizia che fa sperare arriva con un flash Ansa delle 2,31 di stanotte, amplificato sa Rainews24 all’alba. L’Eliseo ha annunciato che il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Joe Biden hanno “accettato in linea di massima” di incontrarsi a un vertice proposto dal presidente francese Emmanuel Macron, attivissimo ieri con una frenetica serie di colloqui telefonici per tentare di fermare la corsa verso il baratro, che “si potrà tenere – questa è la condizione anche ovvia – solo se la Russia non invaderà l’Ucraina”.
Il vertice sarebbe poi esteso a “tutte le parti in causa” e si concentrerebbe su “sicurezza e stabilità strategica in Europa”, ha precisato la presidenza francese, aggiungendo che la preparazione dell’incontro Usa-Russia inizierà questo giovedì. Una buona notizia, a cui aggiungo una semplice considerazione credo condivisa da tanti di noi: in questa situazione così delicara e complessa, un giorno in più per la diplomazia e la pace è un giorno in meno per quella che sembra un’assurda corsa verso la guerra.Le notizie di ieri, sempre più inquietanti, avevano creato un clima di angoscia per un attacco vicinissimo. Secondo David Martin, giornalista responsabile per la sicurezza nazionale della popolare emittente televisiva Cbs, l’intelligence degli Stati Uniti avrebbe informazioni di intelligence in base alle quali i comandanti russi hanno ricevuto gli ordini per procedere con l’invasione. Le stesse fonti ritengono che i russi “stiano facendo tutto quello che i comandanti americani farebbero se ricevessero l’ordine di procedere”.
Altre rivelazioni dalla Cnn: la Russia ora ha quasi il 75% delle sue forze convenzionali schierate contro l’Ucraina. Funzionari statunitensi hanno riferito che le truppe russe combinate con le forze separatiste potrebbero arrivare a dispiegare in Ucraina fino a 190.000 elementi. “La Russia può lanciare un attacco contro l’Ucraina in qualunque momento”, ha dichiarato nelle ultime ore la Casa Bianca, sulla base degli aggiornamenti che riceve dagli esperti del team per la sicurezza nazionale presenti sul territorio. Dagli States, dunque, si sono moltiplicati gli allarmi sempre più preoccupanti per una imminente inizio delle operazioni belliche. Ma il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov sostiene che parlare di un’invasione russa “nei prossimi giorni è inopportuno”. “A oggi – ha dichiarato all’emittente Ictv – la nostra intelligence non registra che truppe offensive russe siano preparate per un’invasione, ma questo non vuol dire che non lo possano fare se lo vogliono entro una-due settimane, dipende dai loro piani”. Adesso, dopo l’annuncio del faccia a faccia tra Biden e Putin con il coinvolgimento delle parti in causa, che dovrebbe essere preceduto giovedì da quello tra il segretario di Stato Usa Blinken e il ministro degli esteri russo Lavrov, si intravede un nuovo spiraglio per la pace, anche se non lasciano tranquilli le continue schermaglie nel Donbass tra filorussi e ucraini che si attribuiscono reciprocamente le colpe.
Cambiamo argomento. La regina Elisabetta II, ha fatto sapere Buckingham Palace, è risultata positiva al Covid-19. La novantacinquenne sovrana britannica sta riscontrando “sintomi lievi simili ad un raffreddore” e continuerà comunque con tutta probabilità ad adempiere ai suoi compiti meno impegnativi da Windsor questa settimana. Elisabetta II è risultata positiva dopo il contatto diretto con il principe Carlo nella settimana in cui quest’ultimo risultava per la seconda volta contagiato dal virus. Pioggia immediata di messaggi augurali, dal Regno Unito e dal mondo, alla regina Elisabetta. Nel frattempo il ciuffone Boris ritiene che per il Regno Unito sia arrivato il momento di andare oltre ‘l’obbligatorietà’ nel contrasto alla pandemia. Il primo ministro britannico Johnson si appresta ad annunciare la fine dell’obbligo anche dell’autoisolamento degli infetti: è infatti attesa per oggi la conferma della revoca per l’Inghilterra di tutte le misure che limitano le libertà pubbliche. Con Downing Street che conferma: “I positivi non saranno obbligati a autoisolarsi”. Johnson ha detto alla Bbc che serve un cambiamento di approccio spiegando che d’ora in poi va incoraggiata la responsabilità individuale.Ancora Coviddi, con un ricordo drammatico di due anni e un giorno fa. Fu l’anestesista Annalisa Malara a scoprire, il 20 febbraio del 2019, il primo paziente positivo in Italia all’ospedale di Codogno. Grazie al suo intuito di medico, decise di sottoporre quel giovane uomo di 38 anni, sano e sportivo, a un tampone anche se il protocollo non lo prevedeva. Le sue parole all’ANSa per ricostruire la giornata in cui ufficialmente cominciò la pandemia in Italia: “Ricordo tanta tensione e tanta concentrazione nel curare questo paziente e al contempo c’era anche tanta paura per quello che stava succedendo. Mi sono chiesta se questo ragazzo che lavorava in un’azienda in cui i viaggi all’estero erano all’ordine del giorno ed era in contatto con colleghi che viaggiano fosse entrato in contatto col virus. Quindi mi sono detta che avrei dovuto fare questo tampone”. Fu il “tampone zero” che dette esito positivo e fece diventare Codogno la prima zona rossa d’Italia. “Rispetto a due anni fa mi sento molto meglio – ha detto la dottoressa Malara tracciando un bilancio di questi due anni di pandemia -, quella fu una giornata difficile da tutti i punti di vista. Oggi sono molto più serena e tranquilla, anche per quanto riguarda la salute dei famigliari e delle persone a me più care perché sono tutte vaccinate”.
Chiudo, dal sito Quirinale.it, con le belle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata Nazionale del personale sanitario che si celebrava ieri: «Desidero sottolineare ancora una volta il ruolo cruciale svolto da tutto il personale del comparto sanità e del volontariato nella tutela della salute collettiva. Da quando il nostro Paese è stato duramente colpito dall’insorgere, repentino e inatteso, di una emergenza sanitaria di così vasta portata, gli operatori di tali categorie si sono trovati all’improvviso in prima linea a fronteggiare un nemico per molti versi sconosciuto. E’ grazie alla loro preparazione professionale e al loro spirito di sacrificio che è stato possibile arginare il rischio di perdite ancor più ingenti di quelle, già dolorosissime, che abbiamo dovuto patire. Sono in programma investimenti e nuove strategie per garantire una migliore qualità della cura e dell’assistenza, per accrescere la capacità di prevenzione, per ridare centralità alla persona e al territorio nel quale vive: ma l’efficacia delle riforme, come sempre, è legata alla qualità e all’impegno di chi concretamente la fa vivere con il proprio lavoro e con la propria passione. Quanto è avvenuto in questi anni difficili è motivo di rassicurazione per gli italiani.
Oggi è, pertanto, occasione per me e per tutto il popolo italiano di rendere omaggio all’impegno del personale sanitario e del volontariato e di unirci nel ricordo, grato e doloroso, di quanti hanno pagato con l’estremo sacrificio la propria inclinazione all’altruismo». Nulla da aggiungere a questo riconoscimento così importante per un lavoro straordinario.
E’ tutto, buona giornata.(foto dal web)
Ps: non mi sono dimenticato del nuovo imbarazzante sgarbo subito dalla povera presidente della commissione UE Von Der Leyen dopo quello di Ankara con Erdogan dell’aprile 2021 e della nuova vastasata allucinante del presidente del Consiglio Charles Michel, volevo sorvolare ma la notizia sta facendo parlare tutti ed è emblematica del livello di alcuni personaggi che guidano politicamente l’Unione Europea. Giovedì scorso, durante l’arrivo dei leader africani a Bruxelles per il vertice Ue-Africa, il ministro degli esteri ugandese Odongo Jeje, come si vede nell’ultima foto ha saltato la stretta di mano con la numero uno dell’esecutivo europeo dopo la foto di rito con von der Leyen, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel e il presidente francese Emmanuel Macron. Michel è rimasto fermo, Macron ha subito ricordato al poco gentile ospite l’esistenza di Von Der Leyen.
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