Amiche e amici del #Tanomattinale buon lunedì.
Guerra Russia-Ucraina giorno 68. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca da Giuseppe Brindisi su Rete 4, ha definitivamente certificato che la Federazione Russa ce l’ha parecchio contro l’Italia. “Alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche …L’Italia è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all’idea che l’Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero”. Lavrov ha anche ribadito che i Paesi europei importatori del gas russo, come l’Italia, dovranno pagarlo in rubli perché, ha affermato, “hanno rubato” a Mosca le sue riserve valutarie in dollari e euro depositate presso le banche europee imponendo un congelamento nell’ambito delle sanzioni. “Voi pagherete comunque nella valuta prevista dai contratti, ma le forniture verranno considerate pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno stesse somme previste dai contratti”. Sull’invasione dell’Ucraina, Lavrov ha detto: “Non vogliamo rovesciare (il presidente ucraino) Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall’Ucraina non vengano più minacce per la Russia”. Nell’incontro di Istanbul il 29 marzo tra delegazioni russa e ucraina, ha sottolineato Lavrov, Kiev si era dichiarata pronta ad “accettare la neutralità” e il fatto che un accordo “non dovesse riguardare il futuro della Crimea e del Donbass”. Cosa che la Russia aveva “apprezzato”.
Poi “ha cambiato posizione e ora cerca di condurre le trattative in direzione diversa”. Il ministro degli esteri russo ha negato di fattio che Mosca preveda di dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale: “I nostri militari non pianificano le azioni in base a una data. I ritmi dipendono dalle necessità di minimizzare i rischi per la popolazione civile e per i militari russi”.
Ecco i dati dell’ultimo rapporto dell’ufficio del Procuratore Generale, fonte l’agenzia di stampa Ukrinform, quelli che ci rattristano di più: “In Ucraina, a seguito dell’aggressione armata su vasta scala lanciata dalla Russia, 219 bambini sono stati uccisi e 404 feriti. “Finora 623 bambini sono stati colpiti in Ucraina a seguito dell’aggressione armata della Federazione Russa. Alla mattina del 1 maggio il numero ufficiale dei bambini uccisi non è cambiato. È 219. Il numero dei feriti è aumentato – ora è 404”, si legge nella dichiarazione.
La procura rileva che queste cifre non sono definitive. Il maggior numero di bambini colpiti è stato registrato nelle regioni di Donetsk (139), Kiev (115), Kharkiv (95), Chernihiv (68), Kherson (44), Mykolaiv (43), Luhansk (37), Zaporizhia (27). ), Sumy (17), la città di Kiev (16) e la regione di Zhytomyr (15). Il 29-30 aprile, a seguito dei bombardamenti russi di Dobropillya, comune di Drobysheve nel distretto di Kramatorsk, e del villaggio di Vremivka, distretto di Volnovakha, regione di Donetsk, cinque bambini sono rimasti feriti. Il 28 aprile a causa dei bombardamenti di artiglieria di Liubymivka, distretto di Beryslav, regione di Kherson, una ragazza del posto, 12 anni, ha riportato ferite A seguito dei bombardamenti quotidiani e dei bombardamenti di città e villaggi ucraini da parte delle forze armate russe, 1.570 strutture educative sono state danneggiate, di cui 111 completamente distrutte.
Dal sito ufficiale del Governo ucraino: “Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy ha incontrato il presidente della Camera dei rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti Nancy Pelosi, in visita in Ucraina.Il Presidente ringrazia il Presidente per la sua visita. “Le sono grato per questo segnale di forte sostegno da parte degli Stati Uniti, del popolo e del Congresso: sostegno bicamerale e bipartisan. Io, in qualità di Presidente, il nostro team e il popolo ucraino apprezzo molto questo segnale. Ciò dimostra che il Gli Stati Uniti oggi sono un leader nel forte sostegno all’Ucraina durante la guerra contro l’aggressione della Federazione Russa”, ha affermato. Il Presidente ha ringraziato personalmente gli Stati Uniti e Nancy Pelosi per gli sforzi volti a proteggere la sovranità e l’integrità territoriale del nostro Paese. “I segnali che gli Stati Uniti e il presidente Biden stanno dando oggi sono molto importanti. Questi sono recenti passi avanti nella difesa e nel sostegno finanziario all’Ucraina, così come le decisioni sul Lend-Lease – ne siamo grati”, ha affermato Volodymyr Zelenskyy. Ha sottolineato l’importanza del discorso del presidente degli Stati Uniti d’America Joseph Biden al Congresso per fornire all’Ucraina un’assistenza finanziaria per un importo di 33 miliardi di dollari.
Da parte sua, il Presidente della Camera dei Rappresentanti ha portato i saluti del Congresso e del popolo degli Stati Uniti al Presidente dell’Ucraina. Nancy Pelosi ha osservato che oggi l’Ucraina sta lottando eroicamente per la libertà e gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare il nostro Paese fino alla fine di questa lotta. Secondo lei, l’Ucraina è la frontiera della libertà. Il presidente Volodymyr Zelenskyy ha conferito l’Ordine della Principessa Olga al presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi per il suo significativo contributo personale al rafforzamento della cooperazione interstatale ucraino-americana e al sostegno dell’Ucraina sovrana, indipendente e democratica”.
La Tass conferma che “Altri 40 civili, tra cui otto bambini, sono stati evacuati domenica dal territorio dello stabilimento Mariupol Azovstal, secondo quanto riferito dal corrispondente della Tass. Le persone sono state portate fuori su tre autobus. Il gruppo comprendeva anche 14 donne. In precedenza, il 1 maggio, il ministero della Difesa russo ha riferito ai giornalisti che il 30 aprile due gruppi di civili hanno lasciato edifici residenziali adiacenti al territorio dell’impianto metallurgico Azovstal lungo il corridoio umanitario. “Il 30 aprile, a seguito di un regime di cessate il fuoco e dell’apertura di un corridoio umanitario, due gruppi di civili hanno lasciato edifici residenziali adiacenti al territorio dello stabilimento metallurgico Azovstal.
Nel pomeriggio sono partiti 25 residenti locali. Con l’inizio della nell’oscurità, un secondo gruppo di 21 persone se m’è andato e fu portato all’insediamento di Bezymennoe”, ha affermato il ministero”. Conferme anche dal presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensk: circa 100 civili sono stati evacuati dall’acciaieria di Azovstal, nella città assediata di Mariupol. “È iniziata l’evacuazione dei civili da Azovstal. Il primo gruppo di circa 100 persone si sta già dirigendo verso l’area controllata. Domani li incontreremo a Zaporizhzhia. Grati al nostro team. Ora, insieme all’Onu, stanno lavorando all’evacuazione di altri civili dall’impianto”, ha twittato il presidente. E questa è sicuramente una buina notizia tra tante brutte.Ancora Tass: “Un incendio si è verificato nel territorio della struttura del ministero della Difesa russo al confine di tre comuni della regione di Belgorod, ha riferito domenica il governatore Vyacheslav Gladkov tramite il suo canale Telegram. “Un incendio è scoppiato nel territorio di una delle strutture del ministero della Difesa russo al confine di tre comuni, le regioni Borisovsky e Belgorodsky e il distretto cittadino di Yakovlevsky. Ci sono informazioni su un ferito tra i cittadini locali. La ferita è lieve, senza pericolo di vita. Viene fornito tutto l’aiuto medico necessario”, ha scritto Gladkov. Tutti i team di risposta stanno lavorando sul posto, con le misure necessarie per garantire la sicurezza, ha aggiunto. Le regioni Borisovsky e Belgorodsky confinano con la regione ucraina di Kharkov. Il punto di contatto di questi tre comuni si trova a 20-30 chilometri dal confine con l’Ucraina.Trovo particolarmente interessante questa notizia (fonte Ansa), che conferma che ogni tanto la propaganda, da qualunque parte essa venga, vien e sbugiardata.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) non conferma le notizie, diffuse qualche settimana fa dal governo ucraino, secondo le quali i soldati russi che hanno scavato le trincee nell’area della centrale nucleare di Chernobyl avrebbero assorbito radiazioni tali da portarli alla morte entro un anno. Gli ispettori dell’Aiea che hanno visitato l’area negli ultimi giorni hanno rilevato nelle trincee scavate dai russi radiazioni pari a circa un terzo del livello di sicurezza, come ha spiegato ha detto il direttore generale dell’agenzia dell’Onu, Rafael Grossi, citato dai media internazionali. “Non direi che è una cosa buona da fare, non raccomanderei a nessuno di scavare trincee in un posto soggetto ad alti livelli di radiazioni”, ha detto Grossi, aggiungendo tuttavia che il livello di 6,5 millisievert registrato nelle trincee è molto al di sotto dei 20 millisievert giudicati il limite di sicurezza annuale per i lavoratori di una centrale nucleare.
Il 9 aprile scorso il ministro dell’Energia ucraino German Galushchenko, citato in un tweet del ministero della Difesa di Kiev, aveva affermato che i soldati russi che avevano scavato le trincee nell’area di Chernobyl non avevano oltre un anno di vita.Non ha ancora una volta fatto mancare la sua voce piena di sofferenza Papa Francesco dopo il Regina Caeli a Piazza San Pietro: “Il pensiero va subito alla città ucraina di Mariupol, “città di Maria”, barbaramente bombardata e distrutta. Anche ora, anche da qui, rinnovo la richiesta che siano predisposti corridoi umanitari sicuri per le persone intrappolate nell’acciaieria di quella città. Soffro e piango, pensando alle sofferenze della popolazione ucraina e in particolare ai più deboli, agli anziani e ai bambini. Giungono persino notizie terribili di bambini espulsi e deportati. E mentre si assiste a un macabro regresso di umanità, mi chiedo, insieme a tante persone angosciate, se si stia veramente ricercando la pace; se ci sia la volontà di evitare una continua escalation militare e verbale; se si stia facendo tutto il possibile perché le armi tacciano. Vi prego, non ci si arrenda alla logica della violenza, alla perversa spirale delle armi. Si imbocchi la via del dialogo e della pace! Preghiamo. E oggi è la festa del lavoro. Che sia stimolo a rinnovare l’impegno perché dovunque e per tutti il lavoro sia dignitoso. E che dal mondo del lavoro venga la volontà di far crescere un’economia di pace. E vorrei ricordare gli operai morti nel lavoro: una tragedia molto diffusa, forse troppo. Dopodomani, 3 maggio, ricorre la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, patrocinata dall’UNESCO. Rendo omaggio ai giornalisti che pagano di persona per servire questo diritto. L’anno scorso nel mondo 47 sono stati uccisi e più di 350 incarcerati. Un grazie speciale a quanti di loro, con coraggio, ci informano sulle piaghe dell’umanità”.
E infine “Al lavoro per la pace” è stato il tema del Concertone tornato in grande stile per il Primo Maggio con tantissima gente, moltissimi ragazzi in Piazza San Giovanni a Roma, tinta ampiamente di giallo e blu, i colori dell’Ucraina, come la maglietta della bravissima conduttrice Ambra Angiolini. Molto belle coinvolgenti alcune interpretazioni: quella del gruppo ucraino GO-A di Imagine e quella di Marco Mengoni di Blowin’ in the wind.Al Quirinale molto importanti le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella celebrazione della Festa dei lavoratori.
Dal sito Quirinale.it: “Premessa di tutto è la sicurezza sul lavoro. È una battaglia che viene da lontano. L’integrità della persona e della salute dei lavoratori è parte essenziale della visione che ispira il nostro patto costituzionale. È stata ed è elemento qualificante della lotta del movimento dei lavoratori. Ma non è un tema di parte, non appartiene soltanto a loro. Vorremmo che intorno a questa necessità si mobilitasse il fronte più ampio, un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche, per sottolineare con forza l’impegno a combattere un flagello che sconvolge la vita di troppe famiglie, rappresenta un’umiliazione per il mondo delle imprese e una sconfitta per chi, producendo beni e servizi, vede la propria attività sfigurata da queste morti. Ogni incidente ha un costo: umano anzitutto, morale, sociale, economico. Supera di gran lunga quello di ogni attività di prevenzione e tutela.
La caduta mortale di Fabio Palotti a Roma, la morte di Rosario Frisina a Gorgonzola, sono solo le ultime tragedie di una insopportabile catena che dobbiamo registrare con dolore e amarezza. Tanti gli infortuni che causano conseguenze mortali o gravi menomazioni permanenti. Grande impegno va messo in campo, nell’applicazione di tecnologie moderne per proteggere il lavoro, consentire il recupero degli infortunati. È uno sforzo, quello per la sicurezza, da veicolare anche attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rende disponibili risorse significative. Unità di sforzi, quindi, per la sicurezza sui posti di lavoro. È una responsabilità che appartiene a tutti. Venerdì mattina, in Friuli, ho sottolineato la inaccettabilità, specialmente per i più giovani, di dover associare la prospettiva del lavoro con la dimensione della morte.Vanno incentivate le esperienze e le buone pratiche che, come in quella Regione, si propongono la stipula di protocolli tra imprese e sindacati con l’obiettivo “Zero morti”. Rappresenta una prova di maturità e di coesione sociale …Il costo della ripresa non può essere pagato in termini di infortuni sul lavoro. Così come, nei momenti di difficoltà, occorre che le aziende rifuggano dalla tentazione di ridurre le spese per la sicurezza. Si tratta di un vincolo inderogabile”.
Chiudo con una notizia di cronaca nera. Omicidio ieri sera per strada a Genova: il quarantaduenne Alberto Scagni ha ucciso la sorella Alice, 34 anni, con numerose coltellate e poi è fuggito. La donna stava portando a spasso il cane quando è stata avvicinata dal fratello con il quale ha cominciato a litigare per motivi ancora da chiarire. L’uomo, un quarantenne, durante il diverbio l’ha colpita ferendola mortalmente. E’ fuggito ma è stato intercettato poco dopo sul lungomare da una volante della polizia e arrestato. E’ successo in via Fabrizi a Quinto, dove abitava la vittima. L’allarme è stato lanciato dai vicini di casa che hanno sentito le urla della donna e il marito della stessa: l’uomo ha visto la moglie accasciata a terra in un lago di sangue. Ancora poco chiaro il movente: pare che l’assassino avesse dei problemi e per questo fosse seguito dal punto di vista medico, per lo stesso motivo fra i due fratelli i rapporti erano da tempo conflittuali. Oltre al marito Gianluca, Alice Scagni lascia un figlio di neanche due anni.
E’ tutto anche per oggi, buona giornata.(le foto dal web)
Chi ama la pasta non può non conoscere questa: è la migliore in assoluto Al…
Le nuove modalità introdotte portano con sé sia opportunità che sfide per i lavoratori italiani.…
Già sicuro di un posto in semifinale, Jannik Sinner chiude il gruppo Nastase alle Atp…
L’operazione "Meteora," condotta dalla Polizia di Stato, ha portato all’arresto di 18 persone appartenenti a…
Missione compiuta per l’Italia, che a Bruxelles batte il Belgio per 1-0 e conquista il…
La Regione Siciliana chiederà al Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza nazionale,…