Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.
Grazie ad un computer d’emergenza, vecchio ma molto brillante e laborioso, ritorno al mio orario consueto, senza tediarvi troppo dopo l’appuntamento pomeridiano a sorpresa di ieri. Stamattina mi occupo solo di due brutte storie, che anche se sono vecchio cronista rotto a tutte le emozioni mi colpiscono assai, perché raccontano di violazioni di diritti e di libertà. Cose che ci devono sempre fare riflettere, a me fanno sempre questo effetto.
Comincio con una vicenda di cui non ho scritto, quella delle sanzioni di Putin all’Europa nella persona di David Sassoli, dopo le prese di posizione dell’UE sul caso Navalny. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, racconta l’ANSA, ieri mattina ha telefonato al presidente del Parlamento europeo per esprimergli la propria solidarietà dopo le sanzioni adottate dalla Russia che stabiliscono il divieto di ingresso per lo stesso Sassoli e altri esponenti europei. “Siamo orgogliosi di aver contribuito a questa svolta della strategia dell’Unione Europea e ne sosteniamo le Istituzioni: queste sono baluardo insostituibile di democrazia e di libertà ed è inaccettabile ogni attacco dall’esterno che pretenda di indebolirle”, ha detto Mattarella nel suo discorso per il Primo Maggio. “Sono stato inserito tra le “personalità non gradite” nella Russia di Putin per le mie prese di posizione in favore della libertà di espressione e di pensiero e in difesa dei dissidenti.Si può esserne certi: non mi lascerò intimidire. A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo un po’” ha commentato su Twitter Sassoli, che ho avuto il piacere di conoscere un bel po’ di anni fa quando era giovane inviato di Rai 3, apprezzandone il garbo, oltre alle capacità professionali.
E ancora: “Nessuna sanzione o intimidazione fermerà me o l’Europarlamento dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno”, ha scritto in un altro twitt citando Tolstoj: “Non c’è grandezza dove non c’è verità”Ricapitolo la vicenda. Otto alti funzionari europei, tra cui il presidente dell’europarlamento David Sassoli, sono stati inseriti nella “black list” della Russia di Putin, che ha annunciato la sua dura risposta alle sanzioni varate a marzo dall’Ue contro sei dirigenti russi per il caso dell’oppositore in carcere Alexiei Navalny e per altre gravi violazioni dei diritti umani. Il ministero degli Esteri di Mosca ha vietato l’ingresso in Russia oltre che al presidente del Parlamento europeo anche alla vice presidente per i valori e la trasparenza della Commissione Europea Vera Jourova e ad altri sei funzionari di Paesi europei. Per Mosca “l’Ue prosegue nella sua politica di misure restrittive unilaterali illegittime contro i cittadini russi e le organizzazioni russe.
Tali azioni dell’Unione europea – si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo – non lasciano dubbi sul fatto che il loro vero obiettivo sia quello di frenare lo sviluppo del nostro paese ad ogni costo … per lanciare una sfida aperta all’indipendenza della politica estera e interna della Russia”.Gran brutta storia, che conferma da una lato ancora una volta quanto il clima nelle relazioni tra i grandi blocchi del mondo – sì, blocchi, di questo si tratta ancora, non giriamoci intorno – sia peggiorato, tornando ai livelli di tensione del periodo della della Guerra Fredda, dall’altro (è una mia opinione) quanto lo spessore diplomatico dei protagonisti di queste vicende non sia altissimo e che invece sia sempre molto più alta e pericolosamente prevalente la tentazione della visibilità mediatica, con il rischio che le uscite e le polemiche pubbliche mettano in difficoltà i dialoghi sotterranei che ci sono e sempre ci sono stati.
La seconda storia arriva dal Concertone del Primo Maggio, con una gran polemica che ha messo in secondo piano il forte valore simbolico della tradizionale kermesse musicale della Festa del Lavoro, con tanti artisti sul palco davanti a 500 spettatori distanziati. Protagonista contro tutti Fedez, un tipo che non seguo molto, sono troppo vecchio per questo tipo di musica, ma che mi va piacendo sempre di più. I “tutti”, come ricostruisce l’ANSA, sono da una parte la Rai, accusata da Fedez di averlo sottoposto a censura preventiva, dall’altra la Lega nel mirino del cantante in particolare per le posizioni omofobe e per l’ostruzionismo al DDL Zan. “La Rai – si legge nel flash di agenzia – ha prima smentito con una nota di Rai3, che successivamente Viale Mazzini ha precisato essere stata condivisa dall’ad Fabrizio Salini, poi il presidente Marcello Foa ha a sua volta spiegato in un’altra nota che quel testo non era stato sottoposto alla sua approvazione come è consuetudine. Poi però lo stesso Fedez a tarda serata ha pubblicato un video in cui riprende una telefonata con la vice direttrice di Rai3 e con i suoi collaboratori in cui si sente chiaramente la richiesta di evitare riferimenti. Oggetto del contendere, la lista di frasi omofobe con i nomi di chi le ha pronunciate (esponenti della Lega) contro i gay. Sul palco Fedez quel monologo lo ha fatto come lo aveva preparato: “me ne assumo ogni responsabilità”, rivendicando la libertà di espressione di un artista sul palco. Il capo della Lega in mattinata aveva intimato che non ci fossero comizi di sinistra, “Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, sarebbero fuori luogo”. Pronta la risposta di Fedez: “Vado gratis e pago i miei collaboratori che non lavorano da 1 anno”. Insomma un gran pasticcio e una pessima storia. Ancora polemiche su libertà di espressione, censura, interventi a gamba tesa della politica su tutto: cose brutte assai, continue, quotidiane. In un clima, anche dalle nostre parti, ben lontano dall’unità nazionale invocata da Mattarella e Draghi e certamente importante nel difficilissimo momento che viviamo. Ma alla fine ci rendiamo conto che, più dei morti e dei vaccini, più della libera espressione, conta sempre la bieca propaganda politica su tutto. Anche se, stando ai sondaggi, non porta da nessuna parte.
Buona domenica, vi lascio in pace, fate i bravi.
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Pubblicato da Gaetano Perricone su Sabato 1 maggio 2021
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