#Tanomattinale 19 settembre 2021: bimbo buttato dal balcone, ancora morte sul lavoro, anche gli azzurri in finale europea di pallavolo, apprensione per Pelè

Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.

A quanto pare il piccolo Samuele non è caduto dal balcone, ma qualcuno lo avrebbe buttato giù: e oggi non può che essere questa la terribile notizia di apertura del mio mattinale. La Polizia ha infatti eseguito un provvedimento di fermo della Procura di Napoli nei confronti di uomo di 38 anni, Mariano Cannio, collaboratore domestico. ritenuto gravemente indiziato dell’omicidio del piccolo, avvenuto in via Foria. Il provvedimento è sottoposto al giudizio di convalida del giudice. Finora era prevalsa l’ipotesi dell’incidente con la caduta dal balcone del piccolo di tre anni. In base alla ricostruzione Cannio, descritto come persona dal carattere chiuso, aveva accesso alle abitazioni di diverse famiglie del quartiere che si fidavano di lui. Al momento della tragedia la mamma del bambino si era allontanata dalla stanza dove si trovavano il figlio e l’uomo fermato. La ringhiera in ferro battuto al terzo piano della palazzina liberty in via Foria in effetti è troppo alta. Gli agenti della Scientifica della Questura di Napoli l’hanno più volte esaminata e l’incidente fortuito non ha convinto nessuno. Samuele, 4 anni appena compiuti, non avrebbe avuto la forza per scalarla, salire a cavalcioni e lasciarsi cadere nel vuoto. Il domestico, racconta l’Ansa, ha ammesso di essere sul quel balcone e di aver preso in braccio il piccolo Samuele, ma ha negato di averlo volutamente scaraventato di sotto. Ha detto di soffrire di disturbi psichici e ha fornito una sua versione dei fatti che escluderebbe il motivo doloso puntando invece sull’incidente. Ma non ha saputo spiegare con esattezza come il bambino sia caduto dal balcone.

L’udienza per la convalida del fermo in programma lunedì mattina alle 9,30. Cannio al momento è difeso da un avvocato d’ufficio, la cassazionista Carmen Moscarella. Il gip valuterà se le prove raccolte contro di lui possano essere solide per la convalida del fermo. Grande è il dolore di una famiglia distrutta per sempre e di un quartiere incredulo che e va in pellegrinaggio davanti al luogo dove Samuele è morto. Un alone di sangue a terra e un mazzo di fiori bianchi. Mamme che vengono qui con i loro figli a depositare un fiore o un messaggio per salutare a loro modo il piccolo.Storia tristissima, una grande e inaccettabile tragedia.

Così com’è inaccettabile l’ennesima morte sul lavoro in Toscana, dove ha perso la vita un operaio di 48 anni in una ditta di Campi Bisenzio. Si chiamava Giuseppe Siino e lavorava presso la Alma, azienda nella produzione di moquette. Secondo una prima ricostruzione l’uomo sarebbe stato schiacciato da un rullo. La vittima lascia la moglie ed una figlia di 13 anni. La procura di Firenze conferirà domani l’incarico per l’autopsia. Il macchinario è stato sequestrato su disposizione del pm Ornella Galeotti, titolare delle indagini; in base ai primi accertamenti, il macchinario non presenterebbe segni di manomissione, in particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza.E’ il quinto caso nelle ultime due settimane in Toscana, la 25esima vittima da inizio anno. Una strage da più parti denunciata, dai sindacati come dalla politica, ma che nessuno sembra in grado di arrestare. “Assistiamo sconvolti – denuncia la Cgil – all’ennesimo infortunio mortale sul lavoro. Da mesi, anni sentiamo promesse di intervenire sulle mancanze e i limiti delle norme ma anche di porre rimedio alle evidenti insufficienze dei sistemi di prevenzione e controllo. Non ci si può giustificare con coloro che hanno perso il loro caro che ci sono delle lentezze burocratiche o altri tipi di spiegazioni nei ritardi a cui assistiamo. Alla Regione chiediamo di mantenere gli impegni presi per rafforzare la lotta per la sicurezza sul lavoro, al governo unitariamente abbiamo chiesto di aprire un confronto su questa emergenza nazionale che produca risultati concreti: è ora che si passi subito dalle parole ai fatti”.

Anche quella della strage infinita sui luoghi di lavoro, insieme ai femminicidi, è a tutti gli effetti una drammatica emergenza nazionale, che le istituzioni e la politica non sembrano in grado di fronteggiare adeguatamente.Due notizie di sport. Come le azzurre poi vittoriose, anche l’Italia di pallavolo maschile è in finale agli Europei in Polonia.

La Nazionale ha battuto in semifinale la Serbia con il punteggio di 3-1 (29-27, 25-22, 23-25, 25-18) e stasera sfiderà per il titolo continentale la Slovenia. L’Italia giocherà quindi l’undicesima finale per l’oro della sua storia a distanza di otto anni da Copenaghen 2013. Con la qualificazione alla finale, gli azzurri hanno anche staccato il pass per i Campionati del Mondo del prossimo anno in Russia dal 26 agosto all’11 settembre. La finale Italia-Slovenia si giocherà alle 21, con diretta TV su Rai Due e DAZN.

E poi c’è l’apprensione per le condizioni di salute di Pelé, Edson Arantes do Nascimiento, o rey del pallone, l’asso brasiliano che con Maradona divide i giudizi degli appassionati come miglior calciatore di tutti i tempi, io sto con lui. “Amici miei, mi sto riprendendo molto bene. Oggi ho ricevuto visite da familiari, continuo a sorridere ogni giorno”. Sono le parole di Pelé, che via Instagram è tornato personalmente, dopo la figlia, a rassicurare tutti sulle proprie condizioni. “Grazie per tutto l’affetto che ricevo da voi”, ha aggiunto O’Rei nuovamente ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di San Paolo dopo l’operazione per l’asportazione di un tumore al colon. Anche la figlia aveva rivelato che la leggenda brasiliana sta “guarendo bene”. Venerdì i media brasiliani hanno riferito che era stato ricoverato di nuovo in terapia intensiva. Kely Nascimento, la figlia di Pelé, si è rivolta ai social media per offrire un aggiornamento incoraggiante, insieme ad una foto di suo padre sorridente. “Si sta riprendendo bene e nella cornice della normalità. Lo prometto!”. Forza immenso Pelé, ti vogliamo bene !

E con questo per oggi è tutto, buona giornata.