Tanomattinale 18 settembre 2021: figlicidio e femminicidio, le scuse dopo le stronzate, Draghi e le promesse mancate sul clima, il Macron furioso

Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato.

Da dove comincio oggi ? Da un nuovo femminicidio, ovviamente, per la precisione un figlicidio paterno seguito da suicidio. Dovrebbe essere il numero 84 della mattanza 2021, non l’ho visto raccontato molto, i media sono stati distratti dalle esternazioni della nota signora.


La nuova tragedia si è svolta nel Padovano, la quarta negli ultimi giorni in Veneto. Un uomo di 88 anni, Stelvio Cerqueni, ha ucciso la figlia Doriana nel giorno del suo 60esimo compleanno nella sua casa a Sarmeola di Rubano e poi si è sparato ed è morto. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, dopo un litigio tra i due la donna ha cercato di fuggire, ma l’uomo l’ha rincorsa, e l’ha uccisa esplodendole contro alcuni colpi di pistola davanti al cancello dell’abitazione e poi si è suicidato. Entrambi i cadaveri sono stati trovati sulla strada da alcuni parenti che stavano andando nella casa per festeggiare il compleanno della donna.

Riporto integralmente dal “Resto del Carlino”, insieme alla foto, quello che potrebbe essere il movente di questa nuovo, spaventoso dramma: “La genesi della tragedia nasce forse da molto lontano, da quando cioè Doriana scelse una strada di vita e di lavoro disobbedendo al padre, una trentina di anni fa. Stelvio Cerqueni gestiva infatti un supermercato a Cividale del Friuli (Udine) assieme a un socio, che aveva all’incirca la sua età. Quest’ultimo rimase vedovo e con tre figli nati dal suo matrimonio. Tra lui e la figlia di Stelvio nacque un amore, che portò i due a sposarsi; e dalla loro unione venne alla luce un quarto figlio. Abbandonata l’attività commerciale in Friuli, con l’opposizione di Stelvio, i due si erano quindi trasferiti a Rubano, dove presero in gestione un mobilificio; negli ultimi anni, a causa dell’età e della cattiva salute del marito, Doriana ha gestito in prima persona l’attività imprenditoriale, ed era conosciuta come una donna forte e intraprendente. L’uomo non rivolgeva la parola alla figlia da lungo tempo. Fino a oggi, quando ha scelto il giorno del compleanno della figlia per farla finita, tragicamente”.

Qualche parola voglio dirla sulle stronzate della signora di cui sopra – che neanche nomino e non metto la foto, per non farle ancora pubblicità -, che ieri hanno sbancato letteralmente il web e i social. Si è scusata pubblicamente: “Il femminicidio non è giustificabile in alcun modo, voglio essere chiara, non intendevo dire quello che è stato compreso”, ha detto, dopo avere sconcertato, indignato, nauseato con le sue parole sugli omicidi delle donne. Alcune mie colleghe hanno presentato un esposto all’Ordine dei giornalisti per chiedere un provvedimento disciplinare. Ciò detto e sgombrando il campo dalla enorme ipocrisia e da tanta falsa indignazione, sappiamo perfettamente che la sconcertante e fuorviante “narrazione” (oggi si dice così) che viene fuori dalle parole della signora con quel “c’è stato anche un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte”, è purtroppo ancora assai diffusa anche in ambienti insospettabili e perfino in molte cronache. È orribile, inaccettabile, ignobile, ma è così: ed evidentemente questa interpretazione, figlia di una visione non molto lontana da quella dei talebani, va respinta con forza e con le giuste prese di posizione non solo delle donne, ma anche e soprattutto degli uomini. E con una forte, fortissima azione educativa sul tema nelle scuole.


Trovo molto importante il messaggio il contenuto del videomessaggio del Super Tutto Premier Mario Draghi al Forum delle Maggiori Economie sull’Energia e il Clima (MEF), promosso dal Presidente Usa, Joe Biden. Le sue parole: “Con l’accordo di Parigi ci siamo impegnati a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. La maggior parte dei nostri Paesi ha rinnovato questo impegno nelle recenti riunioni del G20. Tuttavia, dobbiamo essere onesti nei confronti di noi stessi e dei nostri cittadini: stiamo venendo meno a questa promessa”.
“Negli ultimi 50 anni, il numero di disastri legati ad eventi meteorologici si è quintuplicato. Gli incendi stanno divorando le foreste, dalla California all’Australia. E dalla Germania alla Cina, stiamo assistendo a inondazioni sempre più devastanti. L’Italia – ha sottolineato – sta fronteggiando l’innalzamento del livello del mare a Venezia e lo scioglimento dei ghiacciai sulle Alpi. Gravi carenze idriche e siccità sono fenomeni sempre più frequenti e colpiscono in maniera sproporzionata alcuni paesi tra i più poveri del mondo, ad esempio in Africa”. E poi ancora: “Le esperienza che abbiamo vissuto, con incendi dalla Turchia al Portogallo, è forse la lezione migliore per procedere con rapidità e determinazione nella lotta ai cambiamenti climatici. Questa esperienza ci dice che non c’è tempo, non c’è possibilità di dilazionare o ritardare, perché i costi che i nostri paesi e i nostri cittadini sarebbero immensi”. Dichiarazioni molto significative, ma servono fatti e azioni concrete che non so se e quando arriveranno, forse quando non ci sarà più tempo per fermare il disastro. Io non ci sarò, mio nipote temo di sì. Speriamo bene.


C’è in atto un crisi diplomatica internazionale rilevante. La Francia ha richiamato gli ambasciatori da Usa e Australia per il ‘caso sottomarini’ legato al patto Aukus (Australia, Regni Unito, Stati Uniti). Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato che gli ambasciatori di Francia in Australia e negli Stati Uniti sono stati richiamati con effetto immediato “per consultazioni”. “Questa decisione eccezionale è giustificata dalla gravità eccezionale degli annunci fatti il 15 settembre dall’Australia e dagli Stati Uniti”, ha spiegato il ministro. Macron è furioso perché l’Australia ha rotto l’accordo con i francesi per l’acquisto dei sottomarini nucleari per un nuovo accordo con gli States. “Non si fa tra alleati. E’ una pugnalata alle spalle”, ha commentato il capo della diplomazia francese Le Drian. Al di là dell’atteggiamento dell’Australia, si è anche detto preoccupato per “il comportamento americano” e per questa decisione “unilaterale, brutale, imprevedibile” che “somiglia molto a quello che faceva Trump”. E anche la Cina sembra molto arrabbiata per questo accordo che incide fortemente sugli equilibri in quella zona del mondo. Cose brutte e pericolose, comandano sempre le armi.


E’ tutto, buona giornata