Amiche e amici del #Tanomattinale buon lunedì.
Oggi da inesorabile cronista di vecchia scorza debbo raccontarvi, come ho sinteticamente titolato parafrasando un film del 1972, una tranquilla domenica di paura e di morte: nel deserto, sul campo di basket, in casa propria, dentro la vasca di depurazione. Cose tinte e orribili, che ci ricordano come sorella morte è sempre in agguato, mentre meno ce l’aspettiamo (intanto faccio sotto la scrivania indescrivibili scongiuri) e che la vita dobbiamo godercela momento dopo momento, senza perderci nulla.Morte nel deserto. In questo elenco di tragedie, do la priorità a una storia tristissima che viene da un’altra parte del mondo.
Tre ballerini italiani sono morti in un incidente stradale durante un’escursione nel deserto presso Riad, in Arabia Saudita. Sono precipitati con il fuoristrada in una scarpata, insieme ai due sauditi che li accompagnavano, nella giornata di riposo della loro trasferta per l’inaugurazione di un teatro. Hanno perso così incredibilmente la vita il 33enne Antonio Caggianelli di Bisceglie, il 28enne Nicolas Esposto di San Giovanni Gemini, nell’Agrigentino, e il 32enne Giampiero Giarri di Roma.Dieci giovani ballerini italiani, ci raccontano le agenzie, avevano deciso di partecipare alla gita nel deserto scortati da guide locali. Non ancora chiari i motivi dell’incidente in cui una delle jeep e’ finita in una scarpata. I ballerini deceduti erano noti e stimati nell’ambiente. “Continuate a ballare lassù, saltando da una nuvola all’altra”, sono tantissimi i messaggi e post sui social. “Figlio di questa terra e di questa comunità, che lo ha visto crescere tra le proprie mura come animatore dell’oratorio. Già da allora promettente ballerino professionista, con grande passione e amore per la danza, trasmettendola ai bambini”: Nicolas Esposto viene ricordato così dalla comunità ecclesiale di San Giovanni Gemini e dall’oratorio don Michele Martorana. Morte sul campo di basket.
Un giocatore di origine agrigentina, Haitem Jabeur Fathallah, di 32 anni della Fortitudo Messina, é morto nell’ospedale di Reggio Calabria dove era stato portato per un malore che lo aveva colpito nel corso di un incontro tra la sua squadra e la Dierre Reggio, valido per il campionato di Serie C Gold. Haitem si é improvvisamente accasciato ed ha perso i sensi. La partita è stata subito sospesa per soccorrerlo; il giocatore é stato portato in ospedale con un’ambulanza, ma é morto poco dopo il ricovero. Nato ad Agrigento, aveva giocato con Porto Empedocle, Racalmuto e Licata, era arrivato a Messina nella stagione 2016/2017, militando prima nella Basket School e successivamente nella Fortitudo.
Morte in casa. Un uomo 51 anni, Luigi Vivona, è deceduto e la moglie 49enne è rimasta ferita in un incendio divampato nella loro abitazione in una palazzina a tre elevazioni ad Adrano, nel Catanese. La donna è stata condotta in ospedale Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno domato il rogo, le cui cause non sono state accertate.Morte in vasca, un’altra terribile tragedia.
Ieri pomeriggio a Castellanza, in provincia di Varese, dove un ragazzo di 15 anni ha perso la vita dopo essere caduto dentro una vasca di depurazione; il ragazzino stava cercando di recuperare un pallone. Sul posto sono intervenuti i sommozzatori dei vigili del fuoco, oltre ad ambulanza e carabinieri. Trasportato in codice rosso all’ospedale di Legnano. Secondo la prima ricostruzione, il15enne, Niang, di origine nigeriana, stava giocando con un amico all’interno degli stabilimenti della “Ecosis srl”, una tintoria industriale, quando la palla è finita dentro una grande vasca di depurazione. Niang si è sporto sull’acqua per tentare di recuperare il pallone ma ha perso l’equilibrio ed è precipitato sul fondo della vasca, dalla quale non è più riemerso, forse risucchiato della corrente sempre attiva.
Per non farvi e non farci mancare nulla, poche parole di aggiornamento sugli altri drammi che ho raccontato ieri. Non è stato il padre, come sembrava dalla prima ricostruzione, ma il figlio tredicenne a sparare il colpo di fucile che ieri sera a San felice del Benaco, nel Bresciano, ha ucciso la sorella di 15 anni. Lo ha ammesso il padre stato sentito dal pubblico ministero di Brescia Carlo Milanesi. Il figlio ha preso il fucile lasciato dal padre appena tornato a casa dopo la caccia e ha premuto il grilletto colpendo la sorella in pieno petto e uccidendola. Solo silenzio davanti a questa infinita tragedia familiare, che segna in modo indelebile la vita di molte persone.
Infine il dramma di San Giovanni La Punta. Varie ipotesi, ma nessuna certezza sui motivi che hanno spinto il 22enne Giovanni Francesco Di Prima a sgozzare la sorella Lucrezia di 37, coprirnen il cadavere con sacchi di plastica, portarla nei boschi etnei, salvo poi a farla ritrovare con le sue precise indicazioni. Si parla di una lite, di dissidi economici, di contrasti non chiari; racconta oggi “La Sicilia” che il “bravo ragazzo” (era conosciuto così) Giovanni si era appassionato alla cultura giapponese e da tempo non usciva più da cosa come gli “hikikomori”, “persone colpite da una sindrome che induce a chiudersi nella propria stanza senza mai uscirne (letteralmente «stare in disparte»), piuttosto diffusa in Giappone”, secondo la definizione Treccani. Il movente del sororicidio resta in sostanza ancora oscuro, mentre il paese piange la povera Lucrezia e non riesce a darsi pace per questa vicenda spaventosa.Per oggi è tutto, mi sembra davvero troppo anche per i forti di stomaco.
Ma questo è, purtroppo (le foto dal web).
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