#Tanomattinale 18 gennaio 2022: Rigopiano 5 anni dopo, un nuovo studio: “la causa fu la nevicata, non il terremoto”, la pandemia delle disuguaglianze, Agata sarebbe stata uccisa dal compagno della madre, il Colle più lontano dal vecchio B, Xi più bastone che carota

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Apro doverosamente con il ricordo della tragedia avvenuta cinque anni fa, il 18 gennaio 2017, a Rigopiano, località nel comune di Farindola, Abruzzo e con l’omaggio alle 29 vittime, uccise da una slavina che, distaccatasi da una cresta montuosa sovrastante, ha investito l’albergo Rigopiano-Gran Sasso Resort. C’è una nuova ipotesi per spiegare quanto è accaduto. Secondo uno studio realizzato dal professore Nicola Pugno, dell’Università degli Studi di Trento, esperto di meccanica della frattura, che viene pubblicato sulla rivista Matter della casa editrice Cell Press, il terremoto non avrebbe avuto alcuna incidenza sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano, la valanga che ha travolto il resort sarebbe stata dovuta essenzialmente alla fitta nevicata, tre metri, caduta nelle 72 ore precedenti. Pugno insieme al collega Giorgio Rosatti, dello stesso ateneo esperto di dinamica delle valanghe, ha ricevuto l’incarico quale perito di parte da Studio3A-Valore S.p.A., che assiste, unitamente all’avvocato Andrea Piccoli, del foro di Treviso, il superstite che è diventato simbolo di quel terribile dramma, il pasticciere di Monterotondo (Roma), Giampaolo Matrone, oltre alla figlioletta Gaia, di 10 anni. L’uomo, oggi 38enne, stava trascorrendo un periodo di vacanza come tanti altri ospiti nell’albergo, è rimasto sepolto per 62 ore nel ghiaccio che ha seppellito l’albergo, uscendo miracolosamente vivo ma a prezzo carissimo: ha perso la moglie e compagna di vita, Valentina Cicioni, una delle 29 vittime, e ha riportato menomazioni gravi e invalidanti agli arti, senza contare tutte le ripercussioni interiori e psicologiche. Nello studio il professore Pugno (fonte Agi) conclude che “ad oggi non vi è alcuna evidenza di un ruolo del terremoto sul distacco della valanga, confutando la tesi opposta sostenuta da alcuni professori dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara, consulenti tecnici degli imputati, secondo cui i terremoti avrebbero invece rivestito un ruolo dirimente”. E’ come sempre Oxfam, confederazione di organizzazioni no profit impegnata nella lotta alla lotta contro la povertà globale, a fornirci con grande precisione, nell’importante rapporto pubblicato ieri in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos, che quest’anno si terranno in forma virtuale, con il chiarissimo titolo “La pandemia della disuguaglianza”.

Dati drammatici, impressionanti su quanto il virus maledetto abbia enormemente allargato la forbice tra ricchezza e povertà. Ecco ampi stralci del rapporto, così come pubblicato dal sito oxfamitalia.org: “Nei primi 2 anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15.000 dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Nello stesso periodo si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della pandemia. “Già in questo momento i 10 super-ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone. – ha detto Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International – Se anche vedessero ridotto del 99,993% il valore delle proprie fortune, resterebbero comunque membri titolati del top-1% globale”. Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021. Il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo completo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale.

È il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare così tante vite. Ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza. Le donne che hanno subito gli impatti economici più duri della pandemia, hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, un ammontare superiore al PIL combinato di 98 Paesi, e stanno affrontando un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, che ancora oggi ricade prevalentemente su di loro. Mentre l’occupazione maschile dà segnali di ripresa, si stimano per il 2021 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019. “Le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia, ma gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario. – ha aggiunto la Bucher – Alcuni settori hanno beneficiato della crisi con conseguenze avverse per troppi, come nel caso del settore farmaceutico, fondamentale nella lotta alla pandemia, ma succube alla logica del profitto e restio alla sospensione temporanea dei brevetti e alla condivisione di know how e tecnologie necessarie per aumentare la produzione di vaccini Covid e salvare vite anche nei contesti più vulnerabili del pianeta”. Mentre i monopoli detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna hanno permesso di realizzare utili per 1.000 dollari al secondo e creare 5 nuovi miliardari, meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito.

La percentuale di persone con COVID-19 che muore a causa del virus nei Paesi in via di sviluppo è circa il doppio di quella dei Paesi ricchi, mentre ad oggi nei Paesi a basso reddito è stata vaccinata appena il 4,81% della popolazione. In Italia la pandemia ha aggravato le condizioni economiche delle famiglie e e rischia di ampliare a breve e medio termine i divari economici e sociali preesistenti. Nel primo anno di convivenza con il coronavirus in Italia è cresciuta la concentrazione della ricchezza. La quota, in lieve crescita su base annua, di ricchezza detenuta dal top-1% supera oggi di oltre 50 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali. Il 5% più ricco degli italiani deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero. Nei 21 mesi intercorsi tra marzo 2020 e novembre 2021 il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità e il valore aggregato dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro alla fine dello scorso novembre. I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte)”. Non credo, di fronte a cifre del genere, ci sia altro da aggiungere; purtroppo la povertà globale non sembra affatto un problema per i governi del mondo.

Avremmo potuto già scriverlo ieri il nome dell’uomo arrestato per l’omicidio di dieci anni fa e l’occultamento del cadavere della povera Agata Scuto, avendo già seguito il “cold case” era facile intuirlo: si chiama Rosario Palermo, è l’ex convivente della madre della giovane. L’uomo è stato intercettato in auto mentre parlava da solo, esprimendo il timore che il corpo della ragazza, che era stata strangolata e bruciata, potesse essere ritrovato.”All’interno della propria autovettura – scrive la procura di Catania – spaventato dal suo possibile arresto, manifestava il proprio timore che il corpo di Agata Scuto venisse trovato in un casolare a Pachino e che si accertasse che la stessa era stata strangolata e bruciata, riflettendo sulla necessità, inoltre, di recarsi sul luogo per verificare cosa fosse rimasto del cadavere”. Rosario Palermo, inoltre, “avrebbe cercato di inquinare le prove, non solo ottenendo da suoi conoscenti la conferma del suo falso alibi, ma addirittura predisponendo una complessa messa in scena per simulare delle tracce tali da giustificare la ragione per la quale il giorno della scomparsa di Agata si era gravemente ferito a una gamba”, sostenendo che era stato a causa di una caduta in montagna. “Al fine di inquinare le prove, l’indagato, durante le restrizioni alla libera circolazione dovute alla pandemia – aggiunge la Procura etnea – avrebbe cercato di nascondere in una località sull’Etna un tondino di ferro intriso del suo sangue, tondino che avrebbe voluto fare ritrovare il giorno del suo arresto al fine di dimostrare il suo alibi e la sua innocenza”.

Due parole sulla “Quirinale story”. Secondo me il vecchio B se lo stanno cuocendo a puntino prima di tutto i suoi alleati o presunti tali, per primi consapevoli che i numeri per l’elezione sono troppo difficili da raggiungere e soprattutto, io credo, che indipendentemente dalle dichiarazioni di fedele sostegno si tratta di una candidatura oggettivamente improponibile. Il selfi/felpista, che di questi tempi parla di nuovo assai ergendosi a grande mediatore e cercando come sempre di trarre il massimo vantaggio personale in termini di consensi da questa vicenda, ha già chiesto a vecchio B di farsi i conti bene e di sciogliere la riserva, preannunciando di avere un jolly importante da giocare per il Colle. Guarda caso contemporaneamente la candidatura del capo di Forza Italia è bocciata anche dal toscanello sempre manovratore. E allora due sono le cose: o è un gioco delle parti ben concordato per depistare tutti, oppure il Caimano se lo stanno giocando davvero. Staremo a vedere, le fibrillazioni e i curtigghi cresceranno molto nelle prossime ore.

Per finire torno al Forum virtuale di Davos con le parole molto importanti pronunciate, come ci raccontano le agenzie, dal presidente cinese Xi Jinping, come sempre tra moniti e rassicurazioni, tra bastone e carota. “Il mondo di oggi è lontano dal dirsi tranquillo”, ha detto Xi, parlando di un aumento di azioni di “contenimento, repressione o conflitto” e una retorica di “odio e pregiudizio”. E poi il monito inquietante: “La storia ha dimostrato più volte che lo scontro non risolve problemi e invita a conseguenze catastrofiche, il protezionismo e l’unilateralismo non possono proteggere nessuno”. Peggio ancora, ha aggiunto, le pratiche di “egemonia e bullismo”. E dunque occorre “insistere sullo smantellamento dei muri senza costruirne di nuovi, aprirsi senza isolarsi, integrarsi senza disaccoppiarsi e promuovere la costruzione di un’economia mondiale aperta … la direzione della globalizzazione economica non è cambiata e non cambierà … La giusta via da percorrere è quella della cooperazione. Dobbiamo scegliere il dialogo sullo scontro, l’inclusività sull’esclusione e opporci a tutte le forme di unilateralismo, protezionismo, egemonia o politica di forza”. Il presidente cinese ha quindi fatto appello all’unità per superare la pandemia di Covid-19: il mondo non deve essere diviso in “190 piccole barche”, ha detto. “Le piccole barche potrebbero non sopravvivere a una tempesta, ma un’enorme nave è forte abbastanza”. La Cina, ha detto ancora, “mantiene le proprie promesse”, e fornirà all’Africa un miliardo di dosi di vaccini contro il Covid-19, seicento milioni dei quali in donazioni”.