Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato.
Di giornalismo serio e coraggioso, in “prima linea” nel vero senso della parola, del mestiere che io amo ancora moltissimo, si continua a morire. E dunque la mia modesta e miserella rubrica è oggi dedicata al reporter e fotografo indiano della Reuters Danish Siddiqui, nato il 19 maggio 1980 a Mumbai, dunque da poco 41enne, ucciso ieri in Afghanistan mentre stava seguendo gli scontri tra le forze di sicurezza afghane e i talebani – tornati a terrorizzare il martoriato Paese – vicino a un valico di frontiera con il Pakistan.
Siddiqui faceva parte del team Reuters che nel 2018 ha vinto il premio Pulitzer per la fotografia con i reportage sulla crisi dei rifugiati Rohingya in Birmania. Il giornalista era ‘embedded’, al seguito dell’esercito, nelle forze afghane dall’inizio di questa settimana, si legge sul sito della Reuters. “Stiamo cercando urgentemente maggiori informazioni, in collaborazione con le autorità della regione”, hanno dichiarato in una nota il presidente di Reuters Michael Friedenberg e il direttore Alessandra Galloni sottolineando che “Danish era un giornalista eccezionale, un marito e un padre devoto e un collega molto amato. I nostri pensieri vanno alla sua famiglia in questo momento terribile”.
Siddiqui aveva appena riferito alla sua agenzia di essere stato ferito al braccio da una scheggia mentre stava seguendo gli scontri. Onore a lui e a tutti i miei grandi colleghi che hanno perso la vita e rischiano ogni giorno di perderla in varie parti del mondo facendo un mestiere fondamentale per la libettà e la democrazia.
Il mattinale di oggi è dedicato anche al bravissimo attore napoletano Libero De Rienzo, morto improvvisamente all’età di 44 anni, stroncato da un infarto, nella sua casa romana. Era nato a Napoli nel 1977, aveva intrapreso la carriera dello spettacolo sulle orme del padre, Fiore De Rienzo, che è stato aiuto regista di Citto Maselli. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sulla sua morte, coordinato dal sostituto procuratore Francesco Minisci che ha disposto l’autopsia. Il procedimento è stato rubricato con la fattispecie di “morte come conseguenza di altro” come dispone l’articolo 586 del codice penale. Obiettivo degli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, è accertare le cause che hanno portato alla morte del giovane attore napoletano. Dall’autopsia si aspettano risposte decisive. Libero De Rienzo aveva vinto il David di Donatello nel 2002 e nel 2006, nello splendido film Fortapàsc di Marco Risi, ha interpretato il giornalista napoletano Giancarlo Siani. Tra i suoi lavori successivi, ‘Smetto quando voglio’ (2014) e nel 2019 il film ‘A Tor Bella Monaca non piove mai’. Libero De Rienzo era sposato con la costumista Marcella Mosca, lascia due figli di 6 e 2 anni. Dopo i funerali (la cui data non è stata ancora fissata) la salma sarà inumata in Irpinia, accanto alla mamma.
Naturalmente il mio mattinale è dedicato anche al ricordo indelebile dell’immenso Maestro Andrea Camilleri, scomparso due anni fa, il 17 luglio 2019. Vi suggerisco di leggere, sarà certamente per voi una carezza all’anima come lo è per me e un bel modo di ricordarlo, la novella pubblicata oggi (insieme alle altre dei tre sabati precedenti) dalla pagina Facebook L’Ora edizione straordinaria, “Variazioni su di un ritorno”, quello di Ulisse a Itaca. Il 24enne Camilleri la scrisse per la pagina culturale de L’Ora l’8 settembre 1949, era già allora il fuoriclasse che ha regalato pagine memorabili alla letteratura mondiale. Ci manca assai il Maestro.
Della variante Delta del Coviddi che incalza prepotente e pericolosa ovunque, dei numeri che crescono, del focolaio dei 91 dopo Italia-Belgio, del testardo ciuffone pasticcione inglese che vuole riaprire tutto lunedì nonostante gli avvertimenti di medici ed esperti, della Sicilia dai tanti contagi, sapete tutto da tutti e non vi voglio tediare ancora. Mi sembra però interessante riportare la frase, l’ennesima colma di sublime intelligenza, carisma e spirito di patata, di un signore amante delle felpe che non perde occasione per snocciolare minchiate molto poco pertinenti al suo per me inspiegabile e incomprensibile ruolo pubblico: “Ho prenotato il vaccino per agosto. Quando verrà il mio turno, visto che a differenza di altri non scavalco la coda, vi inviterò e faremo un grande cocktail party. Così almeno tutti saranno tranquilli”. Non so se voi parteciperete a questo “cocktail party” in mezzo a una grande tragedia, io no di sicuro.
Buon sabato e state accuorti agli assembramenti.
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