#Tanomattinale 16 gennaio 2022: Djokovic perde l’appello e deve tornare a casa; siciliano ammazza la suocera a Latina; ucciso il sequestratore della Sinagoga; Donaldo furioso torna all’attacco; Hunga Tonga spettacolo senza danni

Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.

Apro con una notizia freschissima, attesa con curiosità non soltanto dagli appassionati di sport. Ore 7:55, apprendo dalla diretta di Eurosport.it: NOVAC DJOKOVIC, NUMERO UNO DEL TENNIS MONDIALE, HA PERSO L’APPELLO e dunque dovrà lasciare l’Australia, senza potere partecipare agli Open. L’ha appena annunciato il presidente della Corte Federale, il giudice James Allsop, dopo una serie di preamboli in cui venivano spiegate alcune delle ragioni della decisione della corte. Il verdetto è unanime. I legali del tennista serbo hanno del tempo per poter riflettere alla corte, che si riaggiornerà entro mezz’ora, anche se i legali non hanno specificato se intraprenderanno ulteriori azioni. Dal sito Gazzetta.it il primo commento del tennista: “Vorrei fare una breve dichiarazione per affrontare gli esiti dell’udienza di oggi in tribunale. Ora mi prenderò del tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti oltre a questo. Sono estremamente deluso dalla decisione di respingere il ricorso contro l’annullamento del mio visto. Questo significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open. Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza”. Nel tabellone dell’Australian Open che comincia domani al posto di Djokovic, che avrebbe dovuto giocare l’ultimo match della prima giornata, viene recuperato un italiano: Salvatore Caruso, numero 150 al mondo. Non aggiungo altro, credo sia stata fatta la cosa giusta.

Cronaca. Non è molto elegante il termine suocericidio, ma rende bene l’idea di cosa è successo a Latina, dove un genero siciliano ha ammazzato la suocera. So bene che a tanti amici uomini che leggeranno questa notizia passeranno molte cose non belle per la mente, in omaggio a tanti luoghi comuni anche un po’ ma è una storia bruttissima, un nuovo orribile femminicidio, dunque non c’è nulla da scherzare e nemmeno da malignare. L’uomo, Antonio Salvatore Zappalà, 44 anni, avrebbe picchiato duramente la suocera Nadia Bergamini, 70 anni, titolare del bar dove lui lavorava, fino a farla cadere a terra esamine. Il gravissimo trauma cranico le è stato fatale, la povera donna è morta in ospedale dove è stata sottoposta senza esito favorevole a un delicato intervento per rimuovere il vasto ematoma cerebrale creato dalle botte. Zappalà è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile e della squadra volante, era già noto per alcuni precedenti di polizia. I fatti, finora senza una chiara motivazione, si sono svolti all’interno di un appartamento alla periferia del capoluogo, dove abitava la vittima. La figlia, rientrando a casa, aveva trovato la madre agonizzante e con chiari segni di lesioni da trauma. Il genero della vittima, invece di fornire una spiegazione, si sarebbe scagliato contro gli investigatori della squadra mobile e della squadra volante, rifiutandosi con ostinazione anche di indossare la mascherina. Condotto inizialmente in questura con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, il 44enne è stato poi sottoposto a fermo per lesioni gravissime. Un’accusa che dopo alcune ore, con il decesso di Nadia Bergamini, si è trasformata in quella di omicidio.

Dal mondo. E’ finita con l’uccisione del sequestratore, Mohammad Siddiqui, che chiedeva la scarcerazione di una ex scienziata pakistana condannata nel 2010 da un tribunale di New York a 86 anni di prigione per tentato omicidio di ufficiali americani in Afghanistan: le persone tenute in ostaggio per molte ore dall’uomo nella sinagoga di Collyville, in Texas, sono state liberate dalle forze dell’ordine che hanno fatto irruzione nel tempio. Lo ha annunciato il capo della polizia al termine delle operazioni. “Tutti gli ostaggi” della sinagoga di Colleyville, in Texas, “sono vivi e al sicuro”. Lo ha twittato il governatore del Texas, Greg Abbott. Sempre dagli Stati Uniti, a Florence in Arizona c’è stato il ritorno del Donaldo furioso. “Sarà un grande 2022 – ha promesso ai suoi sostenitori – il popolo si riprenderà indietro l’America. E noi ci riprenderemo la Casa Bianca”. Nel suo primo comizio dell’anno, Trump è tornato all’attacco del presidente Joe Biden: “Pochi si immaginavano che sarebbe stato un tale disastro. Ha umiliato il Paese sul palcoscenico internazionale”, ha detto da Florence. E parlando dell’assalto al Congresso del 6 gennaio, ha aggiunto che “La vera insurrezione c’è stata il 3 novembre” 2020, nel giorno dell’Election Day.” Sono state due ore di show, con attacchi a Biden, ai democratici, a Anthony Fauci, di appelli in difesa degli insurrezionisti del 6 gennaio, e il ritorno alle vecchie accuse di brogli elettorali, che hanno mandato in tripudio i suoi sostenitori, ma senza annunciare, neanche stavolta, la sua candidatura ufficiale alle presidenziali del 2024. Un discorso che ha fatto capire ancora meglio, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quale sarà il clima quest’anno in America in vista delle elezioni di novembre del “midterm”, di metà mandato presidenziale.

Chiudo con l’Hungatomico, l’impressionante ma affascinantissimo spettacolo della natura che abbiamo visto ieri più volte in Tv nelle immagini satellitari. La minaccia di tsunami in seguito alla potentissima eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, in una grande area del Pacifico, è “superata”. Lo ha dichiarato il Centro di allerta tsunami del Pacifico (Ptwc). E poi: “Sulla base di tutti i dati a disposizione, la minaccia tsunami legata all’eruzione vulcanica è ora superata” invitando le autorità delle zone costiere a “stabilire quando sarà sicuro riprendere le normali attività”. L’attività esplosiva, somigliante all’esplosione di una bomba atomica, del vulcano sottomarino al largo di Tonga, Stato insulare della Polinesia è durata 8 minuti e ha provocato uno tsunami con onde alte circa 1,2 metri, per il quale era stato emesso un allarme in diversi Paesi del sud del Pacifico. Le onde sono state osservate nella capitale di Tonga e nella capitale delle Samoa. Alcuni video postati sui social hanno mostrato l’acqua arrivare con violenza sulla terra ferma trascinando via automobili e schiantandosi contro delle abitazioni. Per oggi mi astengo dalle schermaglie sulla comunicazione del Coviddi, che sembra dare qualche minimo segnale di regresso e soprattutto taccio sulle altre schermaglie quirinalizie, tra più monti e zii di nipoti la comparsa delle possibile alternative al vecchio B mi hanno fatto venire altro mal di stomaco.

Buona giornata