#Tanomattinale 16 dicembre 2021: Africa senza vaccini, Ravanusa, Draghi e l’ultima lettera del preside, oggi sciopero generale, abusi sessuali su un migrante, condannata, caos Libia, record di giornalisti detenuti

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Oggi comincio dal Coviddi, con una notizia fonte AGI, Agenzia Italia, che credo ci debba fare comprendere con chiarezza quanto sarà ancora lunga la lotta al maledetto mostro invisibile e quanto sarà difficile liberarcene.Eccola: meno dell’1,6% della popolazione africana, circa un miliardo e 400 milioni di abitanti, è stata completamente vaccinata, con doppia dose, dopo un anno e mezzo dall’introduzione della vaccinazione contro il SARS-Cov 2. Lo stima uno studio pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Global Health. I dati si riferiscono alla popolazione residente negli Stati dell’ECOWAS – Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale che comprende Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo e rappresenta 410 milioni di persone. Nell’agosto del 2020 l’Ufficio dei capi di Stato e di governo dell’Unione africana avevano approvato la strategia per lo sviluppo e l’accesso al vaccino Covid-19 per vaccinare almeno il 60% della popolazione di ciascun paese entro il 2022, obiettivo a questo punto assolutamente irraggiungibile considerata l’irresponsabile tirchieria dei Paesi cosiddetti ricchi nel mandare vaccini in Africa, nonostante tante belle parole.

E intanto dalle nostra parti le cose non vanno benissimo: secondo l’aggiornamento di ieri dei dati del ministero della Salute sull’andamento della pandemia in Italia, nelle ultime 24 ore si sono registrati 23.195 casi con 634.638 tamponi e 129 morti, record dal 1 aprile scorso, non si sa se vaccinati o meno. In aumento anche ricoveri (+146) e terapie intensive (+7).

Tragedia di Ravanusa. Domani alle 16,30, in piazza Primo Maggio, a poca distanza dai luoghi dell’esplosione mortale, si svolgeranno i funerali di Stato delle vittime. Immaginiamo la presenza di alte cariche, soprattutto dopo le parole di ieri alla Camera del Super Tutto Premier Mario Draghi per ricordare i 9 morti, elencandone i nomi: “Voglio prima di tutto ricordare le nove vittime dell’esplosione avvenuta l’11 dicembre a Ravanusa, in provincia di Agrigento”, ha detto il Presidente del Consiglio, aprendo il suo intervento in aula alla Camera in vista del Consiglio Ue e riscuotendo un lunghissimo appaluso. “Ai loro cari, vanno le condoglianze del Governo e mie personali. È essenziale che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto per accertare le responsabilità. Episodi come questo non devono accadere. Sono inaccettabili. Voglio anche ringraziare le autorità coinvolte, a partire dal sindaco di Ravanusa e dal prefetto di Agrigento, gli operatori della Croce Rossa Italiana per l’assistenza alla popolazione e i soccorritori: i vigili del fuoco, l’Arma dei carabinieri, i volontari, che sono intervenuti subito, hanno lavorato senza sosta e sono riusciti a salvare la vita di due donne”.

E a proposito di parole, voglio citare uno stralcio della commovente lettera di saluto ai suoi studenti al momento di andare in pensione del 68enne professore Pietro Carmina, una delle vittime della strage del gas: “Vorrei che sapeste che una delle mie felicità consiste nel sentirmi ricordato. Ma una delle mie gioie è sapervi affermati nella vita; una delle mie soddisfazioni la coscienza e la consapevolezza di avere tentato di insegnarvi che la vita non è un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista. Ho imparato qualcosa da ciascuno di voi, e da tutti la gioia di vivere, la vitalità, il dinamismo, l’entusiasmo, la voglia di lottare, Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha … Il pullman è arrivato. Io mi fermo qui. A voi, buon viaggio”.

Oggi primo sciopero generale contro esecutivo Draghi, a 8 anni di distanza dall’ultimo unitario, proclamato contro la manovra del governo Letta. E’ anche il primo sciopero generale con i sindacati divisi dal 2014, quando le organizzazioni guidate allora da Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo chiamarono i lavoratori ad incrociare le braccia contro il jobs act e la legge di stabilità del governo Renzi. Parola d’ordine di Cgil e Uil è invece “Insieme per la giustizia” e le piazze saranno 5: a Roma a Piazza del Popolo con Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri, e quindi a Bari, Cagliari, Milano e Palermo, con iniziative interregionali. Nell’appello ai lavoratori, Landini ha chiesto di scioperare perché c’è bisogno di “combattere una pandemia salariale e sociale che non ha precedenti. La vita e le condizioni delle persone sono nettamente peggiorate e quindi i provvedimenti del Governo devono essere cambiati”.

Una bruttissima storia di cronaca, fonte LaSicilia.it. Una dipendente di una comunità per minori di un paese del Nisseno è stata condannata a 3 anni e 4 mesi per violenza sessuale dal Gup del Tribunale di Caltanissetta Santi Bologna. I fatti sono stati denunciati da un ragazzo di18 anni che si è costituito parte civile. Le violenze, secondo la vittima, risalirebbero all’estate del 2016 quando il ragazzo aveva ancora 13 anni. Secondo l’accusa la donna, che adesso ha 35 anni, agendo contro la volontà del minore lo avrebbe costretto a subire più rapporti sessuali contro la sua volontà. Cose che forse succedono in molti posti, ma che restano nel silenzio.

Dal mondo sempre caos in Libia. A Tripoli nella tarda serata di mercoledì un gruppo di uomini armati ha circondato la sede del governo, dove si trova l’ufficio del primo ministro, Abdul Hamid Dbeibah. Non si sa se l’edificio sia stato effettivamente occupato, ma è probabile che lo il presidente del consiglio presidenziale, Mohammed al Menfi, sia stato trasferito su sua richiesta in un luogo sicuro. “Al Arabiya” riferisce che in tante zone della capitale manca l’elettricità. La città ha vissuto l’ennesima notte di incertezza: mezzi per le strade del centro, interi quartieri senza elettricità. All’origine del colpo di mano – non sarebbe un golpe, sostengono i media locali – la defenestrazione del comandante del distretto militare della capitale libica, Abdel Basset Marwan, da parte dello stesso Menfi. La situazione comunque non è chiara.

Chiudo con una notizia che conferma il momento di sempre maggiore difficoltà per la libera informazione. Nel 2021 è stato raggiunto il numero record di 488 giornalisti detenuti nel mondo: lo rivela l’annuale bilancio dell’ONG Reporter senza frontiere,”Mai dalla creazione del rapporto di Rsf nel 1995 – si legge in un comunicato – il numero di giornalisti detenuti è stato così elevato”. Non c’è da rallegrarsi.

Buona giornata