Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Prima della guerra, apro oggi con una tragica notizia di cronaca che ieri, da nonno innamorato del nipote, mi ha fatto piangere – ormai mi commuovo molto facilmente – e mi ha fatto pensare alle cose più terribili e indicibili se fosse accaduto a me. A Favignana Libero Parisi, un bambino che avrebbe compiuto due anni ad aprile, è morto dopo essere stato accidentalmente investito dall’auto del nonno.
L’uomo, 75 anni, ha effettuato una retromarcia nel cortile dell’abitazione del figlio e non si è accorto della presenza del nipote, travolgendolo. Il piccolo è deceduto poco dopo, a causa delle ferite riportate, nell’ospedale dell’isola delle Egadi prima di essere trasferito a Trapani per un disperato tentativo di salvarlo. Quasi inutile aggiungere che la notizia ha sconvolto la comunità di Favignana.
Il sindaco Francesco Forgione ha dichiarato: “Un tragico incidente ha colpito la nostra comunità. L’amministrazione comunale e l’intera cittadinanza delle Isole Egadi stringono in un abbraccio i genitori Filippo e Viviana e tutti i loro cari per la tragedia che li ha colpiti”.
Mi unisco con tutto il cuore a questi sentimenti di cordoglio ai genitori per questo terribile dramma, ma soprattutto sento di abbracciare forte virtualmente il povero nonno di Libero che non potrà mai più darsi pace.
Guerra Russia-Ucraina, giorno 20. “No alla guerra, fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”. È con in mano questo cartello che Marina Ovsyannikova, dipendente di Primo Canale (Channel One), è piombata improvvisamente in diretta tv alle spalle della conduttrice Ekaterina Andreeva durante il principale telegiornale russo. Dunque un vero e proprio blitz sulla televisione di Stato per dire no all’invasione russa dell’Ucraina, un’iniziativa clamorosa che dal punto di vista mediatico ha un effetto simile a qualunque sanzione per Putin e i suoi scherri. La rete ha fatto sapere che è in corso “un’ispezione interna sull’incidente”. Marina Ovsyannikova, prima dell’irruzione, ha registrato anche un videomessaggio per spiegare il suo gesto: ha raccontato di avere il padre ucraino, ha condannato il conflitto e ha detto di vergognarsi di lavorare per la propaganda del Cremlino. E’ stata arrestata e, secondo la Tass, potrebbe essere punita con una sanzione amministrativa e qualche giorno in prigione. Io credo invece che questa protesta le costerà molto di più. Sul campo continuano i bombardamenti, con Kiev particolarmente bersagliata, mentre procede parallelamente l’attività diplomatica su più fronti. Scrive stamattina alle 5,44 l’agenzia Interfax: “Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha valutato come buono il lavoro della delegazione ucraina durante i colloqui con la Russia, aggiungendo che questi negoziati proseguiranno il 15 marzo. “La nostra delegazione ha lavorato su questo durante i colloqui con la parte russa. Come mi è stato detto, hanno fatto abbastanza bene. Ma vedremo.
Continueranno [i colloqui] domani [il 15 marzo]”, ha detto Zelensky in un video indirizzo pubblicato nelle prime ore di martedì. “Una pausa tecnica è stata presa nei negoziati fino a domani. Per ulteriori lavori nei sottogruppi di lavoro e chiarimenti sulle definizioni individuali. I negoziati continuano…” Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, ha detto su Twitter lunedì”.Vado alle fonti ufficiali, con traduzione dall’inglese, per cercare di capire cosa si sono detti ieri a Roma i due alti rappresentanti della diplomazia cinese e statunitense nelle oltre sette ore di colloquio all’Hotel Cavalieri Waldorf Astoria super protetto. Ecco cosa ha scritto, con linguaggio diplomatico tortuoso da interpretare parola per parola (dunque molto interessante anche per questo) l’Agenzia Nuova Cina, nota anche come Xinhua, la maggiore e più antica delle due agenzie di stampa ufficiali della Repubblica Popolare Cinese, subordinata al controllo del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese in una nota dal titolo “L’alto funzionario cinese approfondisce la posizione della Cina sulla situazione in Ucraina”.
Il testo: “Yang Jiechi, membro dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC), lunedì ha elaborato la posizione della Cina sulla situazione in Ucraina durante il suo incontro a Roma con il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan. Yang, anche direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri del Comitato Centrale del PCC, ha affermato che la parte cinese non vuole vedere che la situazione in Ucraina è arrivata a questo punto. La Cina sostiene sempre il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i paesi e il rispetto degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite, ha affermato, aggiungendo che la Cina è impegnata a promuovere i colloqui di pace. Ha invitato la comunità internazionale a sostenere congiuntamente i colloqui di pace Russia-Ucraina in modo che si possano ottenere risultati sostanziali il prima possibile e per contribuire a ridurre la situazione il prima possibile. Tutte le parti dovrebbero esercitare la massima moderazione, proteggere i civili e prevenire una crisi umanitaria su larga scala, ha affermato Yang, aggiungendo che la Cina ha fornito assistenza umanitaria di emergenza all’Ucraina e proseguirà i suoi sforzi a tal fine. Yang ha anche affermato che è importante chiarire il contesto storico della questione ucraina, andare a fondo dell’origine del problema e rispondere alle legittime preoccupazioni di tutte le parti. Ha chiesto di adottare una visione a lungo termine, sostenendo attivamente una visione di sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile e incoraggiando le parti interessate a condurre un dialogo imparziale e istituire un quadro di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile basato sulla principio della sicurezza indivisibile nel tentativo di preservare la pace in Europa e nel mondo. Yang ha sottolineato che la parte cinese si oppone risolutamente a qualsiasi parola e azione che diffonda informazioni false o distorce e screditi la posizione della Cina”.
Come dire tutto per non dire quasi niente, ma alcuni messaggi sembrano chiari: parliamo, ma non screditateci. Breve la nota della Casa Bianca: “Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha incontrato oggi a Roma, in Italia, il membro del Politburo del Partito Comunista Cinese e Direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri Yang Jiechi. Il loro incontro è seguito all’incontro virtuale del 15 novembre 2021 tra il presidente Biden e il presidente Xi. Sullivan ha sollevato una serie di questioni nelle relazioni USA-Cina, con una discussione sostanziale sulla guerra della Russia contro l’Ucraina. Hanno anche sottolineato l’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione tra gli Stati Uniti e la Cina”. C’è poi il commento di Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato Usa: “”Lo scopo dell’incontro di oggi era esprimere in modo molto chiaro a Pechino le nostre preoccupazioni rispetto a un suo coinvolgimento” nella guerra e ribadire a Pechino “che qualsiasi tipo di supporto a Mosca – militare o economico – comporterà delle implicazioni”, ha dichiarato Price, riferendo quanto avrebbe detto Sullivan al suo interlocutore. Il portavoce ha poi aggiunto che “la Cina potrebbe fare più di altri nell’aiutare a mettere fine alla guerra”.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni tra americani e cinesi dopo questo incontro. Altro grande protagonista mediatico dell’ultima giornata di guerra è stato Ramzan Kadyrov, il terribile e a quanto pare super spietato leader ceceno fedelissimo di Vladimir Putin, che sarebbe a Ivankov, nel distretto di Kiev, nascosto in un seminterrato. Lo ha detto il ministro degli interni ucraino, Anton Gerashchenko, secondo quanto riporta l’agenzia Unian. Il Cremlino “non ha informazioni” sull’eventuale presenza di Ramzan Kadyrov in Ucraina, ha detto il portavoce Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Lo stesso Kadyrov ha confermato in un video su Telegram di trovarsi vicino Kiev.
Il leader della Cecenia, fedelissimo di Vladimir Putin, si mostra in mimetica insieme ad altri soldati. “L’altro giorno eravamo a circa 20 chilometri da voi nazisti, ora siamo ancora più vicino”, afferma esortando le forze ucraine ad arrendersi o “vi finiremo”. E intanto, ma la notizia non mi sorprende, il ministero della Difesa di Taiwan ha denunciato l’incursione di 13 aerei cinesi nella zona di difesa aerea dell’isola, la violazione più grande fatta nell’ultimo mese dall’Esercito di liberazione popolare. Guarda caso – non credo senza un nesso e molto probabilmente per dare un messaggio preciso alla comunità internazionale e in particolare agli Stati Uniti – è accaduto nel giorno dell’incontro a Roma tra il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista Yang Jiechi.
Secondo il ministero della Difesa di Taipei, a violare lo spazio aereo di Difesa di Taiwan sono stati cinque caccia J-16 e sette caccia J-10, oltre a un Y-8, impiegato per il trasporto tattico. In risposta all’incursione – una delle più alte per numero di velivoli coinvolti dal 23 gennaio scorso, quando furono 39 gli aerei militari cinesi a violare lo spazio aereo di Difesa dell’isola – Taiwan ha lanciato un avvertimento e spiegato i propri missili per “monitorare le attività” di Pechino. E’ facilmente immaginabile che il problema di Taiwan sia stato affrontato nel colloquio tra Sullivan e Yang, visto che Pechino considera l’isola parte del suo territorio, da riunificare anche con la forza se necessario. La questione taiwanese rimane il nodo più difficile da sciogliere nei rapporti con gli Stati Uniti, con Pechino che si oppone a ogni forma di contatto ufficiale tra funzionari di Washington e le autorità di Taipei.E’ tutto, anche troppo per oggi, ancora un bel peso di preoccupazioni.
Buona giornata (foto dal web)
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