Tanomattinale

#Tanomattinale 15 aprile 2022: da Boris Jonshon 120 milioni di sterline al Ruanda per deportare i richiedenti asilo; guerra in Ucraina, le minacce incrociate di uso di armi nucleari, le versioni diverse sulla nave russa affondata; Putin e il gas

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Il ciuffone inglese Boris Johnson, è mia opinione, si dà da fare per rubare la scena a Putin come personaggio più discutibile – uso un eufemismo – della Terra. Spiegando il piano del suo governo per “salvare un numero infinito di vite” dai trafficanti di esseri umani che stanno trasformando la Manica in un “cimitero marino”, il premier britannico ha annunciato che sarà la Royal Navy, la Marina Militare, e non più la Guardia di frontiera a controllare le operazioni sulla Manica, in modo da fermare le piccole imbarcazioni e barconi di migranti. Inoltre sarà possibile incriminare chi arriva illegalmente, e comminare pene pesanti, fino all’ergastolo, contro i trafficanti. Johnson ha poi parlato di una Partnership su migrazione e sviluppo economica che prevede che “chiunque sia arrivato nel Regno Uniti dal primo gennaio ora potrà essere trasferito (leggasi deportato, n.d.r.) in Ruanda”.

L’accordo con il presidente Paul Kagame – al potere in Ruanda “soltanto” dal 2000 – non “ha limiti” di numeri ed il Paese africano, ha detto ancora Johnson “ha la capacità di ospitare decine di migliaia di persone negli anni a venire”. In base all’accordo, la Gran Bretagna pagherà al Ruanda 120 milioni di sterline, circa 157 milioni di dollari, per finanziare “opportunità per ruandesi e migranti”, tra cui istruzione, qualifiche secondarie, formazione professionale e professionale e lezioni di lingua, ha affermato il governo ruandese in una nota. L’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ha subito espresso “forte opposizione e preoccupazione” per i piani del Regno Unito di “esportare i suoi obblighi riguardanti l’asilo” e invitato Londra ad “astenersi” dal trasferire rifugiati e richiedenti asilo in Ruanda per l’esame delle richieste di asilo. “L’Unhcr – afferma in una nota l’alto commissario ausiliario alla protezione dell’agenzia Gillian Triggs – rimane fermamente contraria ad accordi che cercano di trasferire i rifugiati e i richiedenti asilo in Paesi terzi, in assenza di sufficienti salvaguardie e standard. Accordi simili non fanno altro che trasferire le responsabilità riguardanti l’asilo e sono contrarie alla lettera e allo spirito della Convenzione sui Rifugiati”.

L’Unhcr esorta dunque il Regno Unito e il Ruanda a rivedere i loro piani. “Le persone che scappano dalla guerra, dai conflitti e dalle persecuzioni meritano compassione ed empatia. Non dovrebbero essere trattate come materie prime e venire trasferite all’estero per l’esame”.

Guerra Russia-Ucraina giorno 51. Mentre i bombardamenti non si fermano e mentre il presidente USA Biden, non si capisce quanto concretamente, preannuncia una possibile visita a Kiev, la tensione internazionale, dopo che Svezia e Finlandia sembrano sempre più intenzionate a chiedere l’ingresso nell’Alleanza Atlantica e tra non molto dovrebbero arrivare in Ucraina le armi americane, va crescendo con minacce incrociate tra Russia e NATO e Stati Uniti che hanno per oggetto lo spiegamento e il possibile uso delle armi nucleari. Sentite la TASS (traduco dall’inglese): “La Russia rafforzerà la sicurezza lungo i suoi confini occidentali se Svezia e Finlandia si uniranno alla NATO e non si parlerà più di un Baltico libero dal nucleare, ha scritto giovedì il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev sul suo canale Telegram. “Molto presto, precisamente entro quest’estate, il mondo diventerà ancora più ‘sicuro'”, ha osservato. “Se Svezia e Finlandia aderiranno alla NATO, la lunghezza del confine terrestre dell’alleanza con la Russia raddoppierà. Naturalmente, sarà necessario rafforzare questi confini”, ha affermato. Medvedev ha spiegato che sarebbe stato necessario rafforzare il gruppo di truppe di terra e il sistema di difesa aerea e dispiegare consistenti forze navali nel Golfo di Finlandia.

“Se questo è il caso, non si può più parlare dello stato non nucleare del Baltico: l’equilibrio deve essere ripristinato”, ha affermato. “Fino ad oggi, la Russia non ha adottato tali misure, né l’avrebbe fatto. Se siamo costretti a farlo, allora ‘nota, non siamo stati noi a suggerirlo’, come ha detto un personaggio in un famoso vecchio film”, Ha aggiunto. “Spero che prevalga il buon senso” … Medvedev ha sottolineato che non ha senso sostenere che se non fosse stato per l’operazione speciale in Ucraina, l’adesione di questi paesi alla NATO non sarebbe stata un problema in primo luogo, e la situazione sarebbe stata più semplice per la Russia. “Questo non è vero. Innanzitutto, i tentativi di trascinarli nell’alleanza sono stati fatti prima. In secondo luogo, che è la cosa principale, non abbiamo controversie territoriali con questi paesi come con l’Ucraina. Ecco perché il valore di tale l’appartenenza è diversa per noi”, ha spiegato. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza ha osservato che l’opinione pubblica in Svezia e Finlandia sulla questione della necessità di entrare a far parte della NATO è praticamente divisa a metà e questo è dopo “il massimo sforzo di sostenitori casalinghi”.

“Nessuno sano di mente vuole prezzi e tasse più alti, cresce la tensione lungo i confini, Iskander (missili che possono eludere le difese anti-missili, n.d.r.), armi ipersoniche o navi con armi nucleari a un tiro di schioppo da casa loro. Speriamo che alla fine prevalga il buon senso dei nostri vicini. Ma se no, allora, come si suol dire, “lo hanno iniziato”, ha concluso Medvedev”. Minacce forti e chiare come queste altre: “L’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato cambierebbe radicalmente la situazione politico-militare: la Russia prenderà le necessarie misure di sicurezza difensive”, con “conseguenze tra le più indesiderabili”, ha affermato il vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko, ex ambasciatore russo presso l’Alleanza atlantica, citato dalla Tass. La risposta sono ovviamente altre minacce.

“Gli Stati Uniti non stanno operando in Ucraina, ma se i russi dovessero colpire una qualsiasi parte di territorio della Nato, dove le attrezzature militari vengono assemblate, questo comporterebbe l’invocazione dell’articolo 5 e cambierebbe completamente il gioco”, ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan secondo quanto riportato dalla Cnn. E ancora più inquietanti sono le parole del direttore della Cia, William Burns: “Data la disperazione del presidente Putin e della leadership russa, date le battute d’arresto che hanno affrontato finora militarmente, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia rappresentata da un potenziale ricorso ad armi nucleari tattiche o a basso rendimento”, ha avvertito, sottolineando tuttavia che gli Usa non hanno notato alcun segnale che Mosca stia preparando un attacco del genere. E allora, mi chiedo: se non si è notato alcun segnale, perché dire queste cose e allarmare ancora di più il mondo che ha già tanta paura? Mi sembra un gioco pericolosissimo questo delle minacce nucleari sempre più forti e degli insulti, non si sa dove può andare a parare. Sulla misera fine della potente nave russa che guidava la flotta d’attacco nel mar Nero, traduco dall’inglese la notizia dell’agenzia di stampa ucraina Ukrinform news, mi sembra completa: “La Russia ha ufficialmente confermato che l’incrociatore missilistico guidato della flotta russa del Mar Nero Moskva è affondato mentre veniva rimorchiato nel porto di destinazione. Lo ha riferito l’agenzia di stampa RIA Novosti su Telegram, secondo Ukrinform.

“Il ministero della Difesa russo riferisce che durante il traino dell’incrociatore Moskva al porto di destinazione, la nave ha perso stabilità a causa dei danni allo scafo ricevuti durante un incendio dalla detonazione di munizioni. In condizioni di mare tempestoso, la nave è affondata, ” si legge nel comunicato. Mosca non ha detto cosa abbia causato l’incendio e la detonazione delle munizioni. Allo stesso tempo, il 14 aprile il comando operativo a sud delle forze armate dell’Ucraina ha riferito che l’incrociatore Moskva della flotta russa del Mar Nero è stato notevolmente danneggiato dopo essere stato colpito da un sistema missilistico antinave ucraino Neptune. Altre unità del gruppo della nave hanno cercato di aiutare, ma una tempesta e una potente esplosione di munizioni hanno ribaltato l’incrociatore e ha iniziato ad affondare nel Mar Nero, ha detto il comando”.

E per finire, una nota della TASS, agenzia di stampa ufficiale russa, ci spiega la posizione del Cremlino sulla questione del gas che ci tiene con il fiato sospeso: “Il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che i tentativi dei paesi occidentali di cacciare dal mercato i fornitori di energia russi influenzeranno inevitabilmente l’intera economia globale. “Le compagnie energetiche russe sono partecipanti responsabili nel mercato mondiale, si sono affermate con più di un decennio di lavoro e il rigoroso adempimento dei loro obblighi”, ha dichiarato il capo di stato in una riunione sulla situazione dell’industria petrolifera e del gas. “I tentativi dei paesi occidentali di estromettere i fornitori russi, per sostituire le nostre risorse energetiche con forniture alternative, influenzeranno inevitabilmente l’intera economia mondiale”, ha affermato Putin. Secondo lui, “le conseguenze di un simile passo potrebbero diventare molto dolorose, e prima di tutto per gli iniziatori di una tale politica”. Il capo di stato è fiducioso che al momento non vi sia alcuna ragionevole sostituzione per il gas russo per l’Europa, questo è possibile solo in futuro. “Ciò che sorprende è che i cosiddetti partner di paesi ostili ammettono di non poter fare a meno delle risorse energetiche russe, incluso il gas naturale, semplicemente non c’è un sostituto ragionevole per l’Europa ora”, ha affermato.

“Sì, è possibile, ma ora è assente, lo capiscono tutti. Semplicemente non ci sono volumi gratuiti sul mercato mondiale e le forniture di altri paesi, principalmente dagli Stati Uniti, che possono essere inviate in Europa, costeranno ai consumatori molte volte di più, incidendo sul tenore di vita delle persone e sulla competitività dell’economia europea”, ha sottolineato Putin”. Come dire: del mio gas avete e avrete ancora molto bisogno. Il dittatore invasore del Cremlino fa sapere anche che la produzione di gas russo si rivolgerà ai mercati asiatici, mentre ci racconta l’ANSA che l’Italia, dopo l’accordo con l’Algeria, ha firmato ieri con l’Egitto “al Cairo un accordo quadro che consentirà di massimizzare la produzione di gas e le esportazioni di Gnl. Lo annuncia Eni in una nota sottolineando che questo accordo mira a promuovere l’esportazione di gas egiziano verso l’Europa, e in particolare verso l’Italia, nel contesto della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”. Il caso Regeni e lo schifoso comportamento egiziano?

Come se nulla fosse … E tutto, può bastare, buona giornata.(le foto dal web)

Gaetano Perricone

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